El mè tredesin

L'alter dì, el 13 de marz in piazza Cairoli davanti al Castel, seri andada a ona gran festa.
In gir vedevi di fioeù che vendeven di piantin de vioeùl.

Piantin de vioeùl

Piantin de vioeùl
speranza de vita noeuva
speranza de primavera
che la voeùr no rivà

Piantin de vioeùl
sont vegnuda a cercav
per sentì el vòst profumm
per el voster color delicaa

Piantin de vioeùl,
ramett de mimosa
del vott de marz
mi ve guardì
e cominci a sognà

trad.: Piantine di viole speranza di vita nuova speranza di primavera che non vuole arrivare.
Piantine di viole sono venuta a cercarvi per sentire il vostro profumo, per il vostro colore delicato.
Piantine di viole, rami di mimosa dell'otto marzo vi guardo e incomincio a sognare.

Qualche giorno fa, tra le nebbie e la polvere avevamo cominciato ad ammirare i primi alberi in fiore, quelli dai fiori bianchi, i cespugli delle gialle forsizie ai quali faranno seguito quelli rosa dei peschi, dei ciliegi rosa giapponesi e i glicini.

Le gocce di pioggia appesantiscono i tenerissimi fiori e alla prima uscita del sole le gemme avranno già preso il sopravvento sulla fioritura e potremo ammirare le piante ingemmate e ammantate di un trasparente velo verde pallido.

Che cosa vedremo alla fiera del Tredicino, quest'anno spostata domenica 16? Le previsioni danno bel tempo, perciò, coraggio, prepariamoci a fare una passeggiata a Porta Romana.

Da oltre un secolo, il 13 di marzo i floricoltori
milanesi vengono dai dintorni di Milano, portando dalle serre e dalle campagne il loro carico di vasi fioriti per abbellire i balconi o per ricollocare una pianta morta per una gelata improvvisa o per l'inquinamento.

La fiera del Tredicino, o El tredesin de Mars espone e vende solo fiori e alle piante e si tiene ogni anno da oltre un secolo tra via Giulio Romano e Corso Lodi, nella zona di Porta Romana.

Ci viene descritta da Emilio de Marchi, nel celebre "Milanin Milanon" composizione ritmica in forma di lettera indirizzata idealmente al poeta Carlo Porta, con queste parole, che ho estrapolato dal testo integrale presente in concerto di sogni

......E quii giornad del tredesin de Marz? Gh’era la fera, longa longhera, giò fina al dazi, coi banchitt de vioeurr, de gerani, coi primm roeus, e tra el guardà, l’usmà, el toccà, se vegneva via col coeur come on giardin, pensand al bell faccin de Carolina che sott al cappellin a la Pamela e col rosin sul sen la pareva anca lee la primavera......

in italiano

Vi sono paesi e città nelle quali tutti i balconi e quasi tutte le finestre hanno un fiore. E così era in passato anche nella nostra città, e così è ancora nei quartieri più poveri, segno di gentilezza di costumi che non si è spenta. E voi non lo curate il vostro davanzale? Un modesto vaso di terracotta , una cassettina di legno, un po' di buona terra scura, qualche semente di nasturzio, di zinnia, di tagete chiesta ad un amico o comperata con pochi centesimii daranno poi,fra alcune settimane, l'illusione di essere nel bosco del "trèdesin", il tredicesimo figliolo che salvò gli altri dodici dallo smarririsi quando il povero babbo ve li condusse non avendo cuore di vederseli morir di fame davanti agli occhi...la conoscete, nevvero, la fiaba del "trèdesin" ed io non sto a contarvela.

In realtà c'è un'altra storia, ancora più antica, raccolta nei martirologi medioevali, scritti da chierici che volevano rendere importanti i loro Santi protettori dei loro conventi o confrternite, e riguarda San Barnaba.
Come molte ricorrenze religiose, ha origini legate ai cicli dell' inizio di una nuova stagione. In realtà, anche non volendo, anch'io ho avuto il mio omaggio floreale dell'improvvisa fioritura della forsizia; l'osservavo da giorni per vedere se c'era qualche gemma e oggi il regalo.

La leggenda del tredezin de marz parla dell'arrivo di S. Barnaba a Milano.

Il 13 venne issata da S. Barnaba la prima croce di Milano, in una Basilica in mezzo ad un bosco di querce della romana Mediolanum, nella localita appena fuori Porta Romana.
La croce in un bosco di querce ci riporta ad Asterix,chi non lo conosce? E' famoso quasi quanto Paperino/Donald Duck!
e in conseguenza ai Celti che probabilmete vivevano in questi luoghi. E' impossibile fare una ricostruzione di tipo storico, perché mancano testimonianze scritte, ma possiamo metterci a fantasticare come Uderzo e Goscinny su eventuali cuginetti di Asterix e Obelix.