In FIATo sul collo Ulderico Pesce racconta la Fiat fra le incursioni musicali dei Têtes de Bois (sabato 15 marzo)

Nell’ambito di contrAZIONI, la rassegna interna al cartellone di prosa del Teatro Comunale di Monfalcone, sabato 15 marzo, alle ore 20.45, è di scena lo spettacolo FIATo sul collo.

I 21 giorni di lotta degli operai della Fiat di Melfi, scritto e interpretato da Ulderico Pesce, vincitore del Premio “Riccione Teatro – Sezione Marisa Fabbri” con la seguente motivazione: “dal cuore della Basilicata, il racconto irridente e appassionato, in forma di monologo e nel solco del teatro di narrazione, di una vita costruita sulla speranza di un lavoro che mina ogni legame e sicurezza. Voci, pensieri e sentimenti intrecciati in una scrittura che parte da una base leggera e ironica per affondare nella crudezza cronachistica degli scioperi alla Fiat di Melfi e nella disperazione delle prospettive future”.

FIATo sul collo è la storia di Antonio e Angela, due operai della Fiat Sata di Melfi che, entrati in fabbrica, credono di realizzare un sogno: si sposano, comprano casa con un mutuo, mettono al mondo due bambine, acquistano una Punto. Ma la vita quotidiana in fabbrica trasforma il sogno in incubo: la “doppia battuta” (un turno di 12 notti consecutive) e il salario basso (non equiparato a quello degli altri stabilimenti italiani) spingono gli operai alla protesta. Il 19 aprile 2004 ha inizio una lunga lotta: gli operai “assediano” la fabbrica e resistono per 21 giorni, con determinazione e orgoglio, alle cariche della polizia. La lotta, unica nella storia della Fiat, si conclude con l’accettazione delle richieste degli operai.

Scrive Ulderico Pesce a proposito dello spettacolo: “è difficile che qualcuno oggi si occupi degli operai metalmeccanici, di quelli che fabbricano le macchine. La tv e i giornali in genere non si occupano della loro vita, della loro condizione di lavoro, che spesso nella storia anche recente d’Italia ha significato ‘schiavitù istituzionalizzata’. Nessuno o pochi si occupano di indagare sui contributi a fondo perduto che la Fiat ha avuto dallo Stato italiano, e se quei soldi sono stati gestiti per difendere gli operai e le loro famiglie. Con questo spettacolo ho voluto occuparmi di queste cose. La stesura del testo è stata possibile grazie ai tanti operai Fiat che mi hanno voluto raccontare la loro esperienza e ad alcuni sindacalisti della CGIL”.

In scena, a rafforzare il testo, le incursioni musicali di Andrea Satta, dei Têtes de Bois, fra i più originali gruppi musicali italiani, che canta con forza, passione e ironia i temi del lavoro e che Ulderico Pesce ha incontrato proprio davanti ai cancelli della Fiat di Melfi.