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 Riflessioni sul film "La rosa bianca"
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spazioscuola
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Inserito - 31/01/2006 :  13:10:43  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a spazioscuola
Riflessioni sul film “La rosa bianca”

Oggi sono in laboratorio, sola davanti a questo schermo luminoso che mi offre una pagina bianca sulla quale posso riportare le mie impressioni riguardanti il film che abbiamo visto ieri. Non è facile. Raccontare la storia sarebbe banale e ripetitivo per le mie professoresse che ne dovranno leggere più di venti versioni. Quindi preferirei soffermarmi sugli effetti che la visione de “La rosa bianca” ha mosso dentro di me per poi spiegarvi inoltre in che modo posso considerarmi arricchita dopo aver visto questo film.
Infatti credo che l’obiettivo primario di qualsiasi opera cinematografica sia lasciare il segno negli spettatori, coivolgerli e suscitare in essi interrogativi che gli consentano di istaurare conversazioni costruttive.
Ebbene, esprimerò un parere prettamente soggettivo volto, non a valutare gli eventi, ma sulle conseguenze che essi hanno avuto sulla mia persona.
Dopo essermi accomodata in sala, guardavo quel tendone bianco teso davanti a tantissimi ragazzi che come me attendevano la trasmissione del film. Mi chiedevo se dopo un’esperienza del genere qualcosa sarebbe cambiato nelle nostre teste di sedicenni ancora in crescita sia fisica che psicologica. Forse le relazioni tra noi sarebbero state più pacifiche, ognuno avrebbe potuto dirsi mutato in meglio!
Inoltre, questa occasione ci avrebbe permesso di arricchire il nostro bagaglio culturale: al nostro puzzle sulla storia del novecento europeo si aggiungevano tasselli importantissimi, pezzi rari che ci avrebbero mostrato la guerra sotto un punto di vista inconsueto. Quella rappresentata era la stessa seconda guerra mondiale raccontataci dai libri, dai professori e, per i più fortunati, dai nonni o da testimoni; era la stessa strage, ma sotto un’altra luce che funge da “filtro” per gli orrori che troppi film ci hanno mostrato (troppi, ma mai abbastanza!): è lotta ideologica e politica e non solo fisica. Non distrugge il corpo, non si soffre la fame; sono le idee ad essere uccise, è la morte della libertà.
Il film è prettamente incentrato sull’interrogatorio nel quale la protagonista, Sofie Sholl, lotta con tutta la sua mente per riuscire a cavarsela con le parole, con dimestichezza arguta verso l’ufficiale. Ma poco dopo, a bloccare il suo flusso di risposte sempre pronte, è la notizia che suo fratello Hans ha ammesso la sua colpevolezza di fronte all’altro interrogatore. E qui comincia la sua odissea che la vede prima in prigione, poi davanti alla corte ed infine nella condanna a morte.
Commuoventissimo è il pezzo in cui Sofie incontra i suoi genitori: una scena carica d’affetto e tenerezza: fino all’ultimo i suoi genitori sono fieri di lei…
Per me è stato davvero bello poter partecipare a quest’iniziativa proposta dalla scuola; ma tutte le mie speranze si sono frantumate nel momento in cui la sera stessa ho visto al telegiornale che durante una partita di calcio sono stati esposti numerosi striscioni razzisti con simboli e, addirittura, frasi celebri e motti del regime nazi-fascista.
MA PERCHE’?
Me lo chiedo ogni volta che vedo casi del genere…Mai come in questo periodo poi, quando ancora stiamo respirando aria di “giornata della memoria”.
Non dimentichiamo che ci sono ancora rigurgiti di intolleranza e antisemitismo che vanno debellati con la forza della ragione e della civiltà.

Vanessa 3°A

Edited by - luisa camponesco on 31/01/2006 14:16:13

Shirin
Senatore


Italy
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Inserito - 14/04/2006 :  03:29:01  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Shirin
Cara Vanessa,
leggo solo ora la tua testimonianza. Io il film non l'ho visto, ma ho visto le testimoninanze scritte di Hans e Sofie in una mostra a Mantova.
Loro sono stati incarcerati e uccisi con un processo lampo durato circa 4 giorni. La loro unica colpa era di essersi opposti al regime ideologicamente, di aver capito che quella massificazione culturale li stava spingendo alla morte dello spirito.
Per far fronte a ciò scrissero dei volantini e li distribuirono alla gente.
Mi viene in mente la famosa frase della Bibbia citata nel film l'avvocato del diavolo "io vi mando come pecore in mezzo ai lupi".
Loro erano davvero pecore in mezzo ai lupi... i lupi sono sempre travestiti da valori forti, ipocrisia nel vivere questi stessi valori e in una omologazione culturale.
Diffida da tutto ciò che pretenda una tua omologazione.

Per quanto riguarda quegli striscioni nazifascisti prendila così: ci sono sfide nella vita. Queste sfide coinvolgono noi stessi nella relazione con gli altri.
Saresti stata una Sofie o un barbaro nazi fascista?
Non importa la risposta perchè andrebbe collocata nel suo periodo storico, ma vale la risposta se la collochi nel tuo periodo storico, nel tuo quotidiano, nel tuo desiderio di vivere.
Il passato è passato, ma tu vuoi essere la Sofie o l'animale da stadio?
Sono sicura che sei Sofie e allora il mio unico consiglio è di non abbatterti mai di fronte ad uno striscione, di fronte ad una frase nazista o antisemita.
Rivendica il diritto di essere libera da ideologie storpianti e insegna a coloro che non sanno che anche loro possono essere liberi.
Per quanto riguarda gli animali che hanno scritto quegli striscioni non ti curare di far cambiare loro idea. Probabilmente troveranno loro la strada giusto, ma molto più probabilmente resteranno animali che non sapranno neanche quanti si siano sacrificati per non udire ancora quelle parole antisemite.
Stai con la compagnia dei giusti, i gruppi di giovani antisemiti (ne conosco parecchi haimè) cercano di corrodere la mente e il negativo porta solo altro negativo.
un abbraccio
Shirin


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