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 La barca dei miracoli
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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 01/07/2005 :  08:56:36  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà
La barca dei miracoli

Renato era stato contattato da una coppia di italo americani, che avevano un figlio con un problema di asma tanto grave che ne aveva persino rallentato la crescita. Il bambino si chiamava Paul e aveva otto anni, grandi occhi azzurri e tanta voglia di vivere. La sua malattia poteva essere curata solo dal mare. Era una forma di asma che traeva beneficio soltanto dal continuo contatto con lo iodio. Allora suo padre Nikolas aveva costruito, da solo, una barca che sostituisse in tutto la loro casa. Padre e madre avevano deciso di vivere tutto l’anno sul mare per il bene di Paul, ma bisognava pure che frequentasse la scuola. Quindi si erano rivolti a Renato affinché trovasse chi potesse fare seguire al ragazzo delle lezioni scolastiche on line. Lui aveva fatto di tutto ed era riuscito ad avere il permesso per Paul di frequentare la scuola restando sulla barca e collegandosi telematicamente con un istituto sperimentale.
Il mare e l’amore dei genitori, che avevano abbandonato lavoro e casa per vivere sulla barca, erano stati una cura efficace per il ragazzo. Difatti in poco tempo, la malattia fu portata via dall’aria salmastra. Paul cominciò a diventare un bambino sano e vispo, la mascotte di tutti gli equipaggi delle Guardie costiere. La sua crescita riprese, i suoi denti non si scheggiarono più. In pochi mesi vissuti sul mare, Paul non ebbe più crisi d’asma provocate dal freddo, dall’inquinamento e dai batteri. Il padre Nikolas aveva costruito un veliero a due alberi di ventisei metri e otto cabine. Aveva investito tutti i risparmi della sua vita. Aveva lasciato il proprio lavoro e, con la moglie, avevano realizzato il sogno di molta gente: cambiare tutto, avere il coraggio di dare una svolta alla propria esistenza. Avevano ricevuto tanta solidarietà e numerosi sponsors li avevano aiutati economicamente in quella dispendiosa impresa di costruire la barca.
Paul seguì le lezioni scolastiche via satellite, non perdendo neppure la possibilità di appendere, studiare e formarsi una cultura di base indispensabile per ogni bambino, e questo grazie a Renato e al suo interessamento. Ogni tanto Nikolas parlava al telefono con lui e gli raccontava della loro vita sul mare, dove si trovassero e cosa avessero visto navigando sempre lungo le coste.
Poi un mattino piovoso, Renato aprì il giornale e, sugli annunci mortuari,
lesse il nome e il cognome di Paul. Nient’altro. Restò pietrificato! Come era potuto succedere? Aveva parlato al telefono con il padre pochi giorni prima. Tutto era a posto e il bambino stava bene. Cominciò a imprecare contro il destino che aveva voluto prenderselo dopo tanti sacrifici dei genitori. Si era precipitato alla sede di un giornale per fare pubblicare un necrologio e aveva prodotto proprio un bello scritto, una specie di panegirico sulla bontà, sulla volontà e sulle doti di Paul. Un necrologio davvero commovente!
Verso sera, Renato parlò con un comune amico e gli comunicò il triste evento. Ma quello ribatté prontamente: “Sei pazzo? Ma che dici! Il figlio di Nikolas è vivo e vegeto. Lo so per certo.”
Era stato un caso di omonimia!
A quel punto, si era sentito sollevato, aveva contattato telefonicamente la barca e aveva voluto parlare prima con il bambino e poi con il padre. A quest’ultimo aveva comunicato del necrologio che aveva fatto pubblicare.
Nikolas era rimasto dapprima senza parole e un po’ sconcertato. Alla fine, avevano riso insieme della dabbenaggine di Renato e l’amico aveva esclamato: “Per fortuna hai parlato tu stesso con mio figlio. Credimi, non è mai stato tanto bene e devo dire che questa barca ha fatto proprio dei miracoli!”


Gabriella Cuscinà

   
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