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riccardo resconi
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Inserito - 30/01/2022 :  17:41:45  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a riccardo resconi
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-Nonna, vorrei parlarti-
-Dimmi Angelo, scusa mi metto lo scialle sulle spalle, ho un po' freddo.
Cosa volevi dirmi-
-Vedi nonna, è da tempo che mi sento strano, confuso sarebbe la parola più adatta-
-Confuso, in che modo caro mio-
-Come quello a cui hanno sempre raccontato che le cose nel mondo vanno in quella maniera da sempre, ed invece avverto e scopro, che non è proprio così-
-Inizio a capire di cosa parli, o almeno ci provo Angelo. Un ragazzo come te di quindici anni, che sta iniziando a provare l’amore immagino-
-Esattamente nonna, di amore si tratta-
-Vedi tesoro mio, non so ancora bene cosa ti tormenta, e sono certo che quando te la sentirai, mi dirai tutto. Ma dell’amore io so qualcosa, e con il nonno ci siamo voluti bene, ma bene davvero. Io e lui abbiamo fatto e condiviso tutto, pianto e riso insieme, gioito quando è nata la tua mamma, commossi quando sei nato tu-
-Si nonna, so molto bene dai racconti, come l’amore per il nonno sia stato magico. Ed anche se non ho avuto la fortuna di conoscerlo, mi sembra di averlo conosciuto da sempre-
-Parlarmi del tuo amore, se ti và-
-Si certo che voglio nonna, ma non è così facile. Tu mi hai visto crescere, mi hai osservato mentre ogni anno accendevo una candelina in più, quando cadevo dalla bicicletta e mi mettevi l’alcool sulla gamba sbucciata.
Quando ho fatto la prima comunione e hai pianto a dirotto in chiesa. Tu sai tutto di me, o almeno lo pensavo fino a poco tempo fa. Ora non ne sono più certo-
-Sai una cosa Angelo, i tuoi timori nascondono qualcosa di grande e di difficile da raccontare, anche a me.
Dammi le tue mani e stringi le mie. Guardiamoci per un po' negli occhi senza dire niente, ti và? –
Passarono molti minuti e in quegli occhi scorsero fotogrammi di una lunga e di una breve vita, fino ad allora trascorsa, di cose fatte insieme, di mani che stringevano l’altra o di mani che cercavano un sedere da riscaldare. Un momento intimo dove nessuno avrebbe potuto entrarci, se non chiedendo permesso.
-Nonna, penso di amare un ragazzo. Non so come sia accaduto, cosa mi abbia spinto ad innamorarmi di lui. Ma è talmente bello, che quando lo vedo mi paralizzo, sento che tutto il resto del mondo mi lievita intorno.
L’ho conosciuto a scuola. Dapprima l’ho odiato, si mostrava arrogante e non mi piaceva molto. Quando invece un giorno, in una partita di calcio, un avversario ha volutamente farmi cadere, ecco lui mi ha difeso ed un istante dopo è corso da me, aiutandomi a rialzare. Poi ci siamo visti ancora una volta, per fare acquisti. Aveva un sorriso quel giorno tra quegli scaffali, che tutta la tecnologia del mondo non avrebbe potuto mai creare. Poi ci siamo visti e rivisti ancora molte volte, ma quando mi tese la mano per farmi superare quel muretto a secco, i nostri corpi si avvicinarono molto, e le nostre labbra diventarono una cosa unica. Non ebbi più paura in quel momento. Anche lui non disse nulla, ma mi strizzò l’occhio come un segno di complicità
Capito nonna cosa ho detto? –
-Angelo, il mio angelo. Ho capito, ho capito molto bene. Per quello che ti guardo, ma non più come il bambino a cui parlavo pochi istanti fa. Ora vedo un adulto, che ha saputo trovare un gran coraggio nel raccontare e nel raccontarsi. Un adulto che ha saputo sfidare le cose come dicevi tu. Che vanno sempre nello stesso modo, da sempre. L’amore tesoro mio, ha molte facce, e chi pensa di poterlo racchiudere in ben definite mura, che fatto sentire tutti più tranquilli e maggiormente ipocriti, sbaglia alla grande.
E tra tutte quelle facce, ne hai trovato una tua che ti fa sentire bene, e a cui non devi renderne conto a nessuno. Troverai ostacoli, ma non sei solo, E ti devo ringraziare. Ringraziare per aver trovato in me, chi ti potesse dare fiducia-
-Nonna, io non ho parole, non pensavo avresti capito, non pensavo sarei riuscito a dirti tutto. Ma ho ancora un’angoscia. Come dirlo alla mamma-
-Vieni qui, abbracciami, domani ci penseremo, Angelo mio.


   
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