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 Ti aspettavo

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R A S S E G N A     A R G O M E N T I
riccardo resconi Ti aspettavo

Era mentre scendevo le scale di quel conservatorio
Che ti vidi
Faticavi a trascinare quel violoncello verso l’uscita
Era quasi più grande di te
Ma dovevo capirlo che la tua determinazione era forte
Mi guardasti con un’occhiata veloce
Ma dii quelle dolci, gentili ma comprensibili
Forse è meglio che ti scansi, prima di farti ruzzolare
Di certo avevi pensato quello
Io, con il mio violino, ero molto più avvantaggiato
E poggiai la schiena al muro, per darti spazio
Ti rividi il giorno dopo, e poi quello dopo ancora
La mia testa era proprio il caso di dire, suonava di mille violini
E il battito del mio cuore assomigliava molto ad un tamburo in un’esecuzione classica
Mi stavo innamorando
Mi avevano detto che i sintomi che potevano arrivare erano quelli
Io li feci arrivare ed accomodare sul palco, da buon musicista
Ognuno ben saldo al suo posto
Se la musica avesse avuto inizio, avrei voluto che niente non fosse al suo posto
Eri girata di spalle mentre sorseggiavi un caffè, guardando attraverso i vetri ormai opachi di quella porta, la preparazione di un concerto che da lì a poco avrebbe avuto inizio
Il mio ciao, fu quello simile ad un verso gracchiante di un volatile innamorato
Girandoti, mi sorridesti, allungandomi la mano
Non avrei più voluto restituirtela
Ma questo non dovevi saperlo
Facemmo il viale alberato, parlando del tempo, argomento che di solito rompe il ghiaccio, ma il rischio che rompesse altro era alto
E così, passai a raccontare di me
E tu altrettanto
Ti aiutai a caricare il violoncello su tram, con la promessa di rivederci presto
Ci ritrovammo a suonare a Praga, al suo Teatro Nazionale
Eseguimmo l’Opera 102 di Brahms
E fu un successo
Ma in molti non sapevano
Era finalmente nato l’amore tra noi due
Sul Ponte Carlo, ci baciammo
Il resto lo lascio al lettore
Quello che io so, è che ti aspettavo


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