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 Ho litigato con Dio

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R A S S E G N A     A R G O M E N T I
riccardo resconi Ho litigato con Dio

Quando è successo lo ricordo bene
Ma soprattutto perché è successo
Quella volta ero veramente arrabbiato con te
E così non ci siamo parlati per un bel po'
A distanza di anni sembra strano sia capitato
Ma anche nelle migliori famiglie capita
Perché escludere questa situazione
Se dovessi paragonare l’accaduto direi fosse qualcosa in cammino, una locomotiva
In movimento, che sbuffa, a cui hanno tolto i binari e non sa come poter proseguire
Neanche con chi parlare
Abbandonato nel momento in cui avevo più bisogno
Parlavo tra quelle panche di legno a quel pulpito ma arrivava solo la corrente fredda del portone spalancato
Mi dicevo che mi stessi mettendo alla prova e che avrei dovuto leggere tra quelle poche righe non scritte
Convincendomi che avrei superato con la fede il malessere che era in me
Ma era proprio quella fede che avrebbe dovuto sorreggermi ad abbattermi come un albero sfoltito nel bosco
Avevo poco di tutto e cadevo, cadevo
Era un pozzo che non aveva fondo e precipitando avevo le braccia rivolte in alto, come per ricevere una mano che mi avrebbe fermato nella caduta
Sentivo di aver perso anche il minimo di dignità, elemosinando a sconosciuti del poter raccontare cosa mi fosse accaduto e di come stessi male
Non ti vedevo, ne sentivo, ne odoravo
Pensavo fossi scappato non solo da me, ma dal mondo intero
Ma come i bei finali ti ritrovai fa quelle felci, in quella resina d’albero, tra quei raggi di sole che filtravano a malapena tra pini secolari
E li che ti rividi, ti risentii, sentii di nuovo il tuo profumo
Trovai quel giorno una specie di pace che non avevo mai sentito in vita mia
Impossibile da descrivere o raccontare
Bisognava solo crederci ma dovevo imparare a farlo
Come per un bambino camminare o tirare un calcio ad un pallone
Fu il mio più bel goal della mia vita


(patapump )


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