Prima di ogni concerto mi ripetevo questo numero.
Forse per allentare la pressione, o forse no.
Tasti bianchi e neri che aspettavano solo di essere usati.
Aspettative personali ed altrui
Improvvisazioni o spartiti ripetuti fino allo sfinimento
Un cerchio sopra e poi un'altro sotto, per poi essere ripetuto ancora una volta
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Lo sgabello e le mani che li sfiorano
Martelletti e note che motivano un gamba che batte il tempo
Schioccare silenzioso di di dita
Occhi che si inumidiscono
Tutto così inaspettato
Come un correre tra i prati a piedi scalzi
O come essere affianco ad uno stormo di uccelli, volando con loro
Sentire come sette note creino magia
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Un sasso lanciato in uno stagno
E le onde che si propagano
Regolari
Mani appoggiate al mento che sembra sognino ad occhi aperti
La voglia di poter lasciarsi andare a niente di definito
Cravatte che si allentano e mani che cercano altre mani
Per unire musica e persone
Per sentirsi insieme completamente
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