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 7 Riflessioni
 LA VELA

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R A S S E G N A     A R G O M E N T I
EMANUELA. La vela è un dono del Signore per i Suoi figli più belli:
il giorno in cui ve nè ammalerete, ringraziatelo, pochi al mondo avranno momenti più puliti e liberi. Sarete dannati dalla fatica, spererete per ore un attimo di vento, farete bagni fuori stagione e avrete le mani scorticate, ma un giorno di vela vi sembrerà un compenso anche troppo alto perchè vi farà toccare da un sentimento nuovo: LA GIOIA
Nessun vento è favorevole per chi non sà dove andare, ma per noi che sappiamo, anche la brezza sarà preziosa.
Se chiudo gli occhi vedo il mare che splende per il suo colore.
Io seduta li in riva e con lo sguardo verso il suo bordo nel cielo una linea che sembra segnare la fine, invece li dietro si nasconde la
continuazione di un assoluto splendore!!!

Non vedo l'ora che arrivi primavera, per ricominciare a veleggiare!!!
Chi ha occasione, con amici...provate andare a vela!! Sono sensazioni
meravigliose!!!
Ciao EMANUELA


EMANUELA

Aquilone senza vento. "Nessun vento è favorevole per chi non sà dove andare, ma per noi che sappiamo, anche la brezza sarà preziosa.
Se chiudo gli occhi vedo il mare che splende per il suo colore..."

E' veramente molto bello quello che hai scritto.
Mi hai fatto pensare però alla malattia e al senso della sofferenza,
e non riesco a trovare in tal senso la risposta che ormai da troppo tempo.

Scusami, forse quello che ho scritto c'entra poco con quello che volevi comunicare,
ma, io mi chiedo basta davvero quell'attimo di vento a lenire e ripagare chi soffre?

Ho visto - nella mia esperienza di scout - molte persone sopportare e accettare sofferenze fisiche anche gravi,
solo grazie al calore e al sorriso di chi gli sta vicino.

Ma quel giorno di vento, serve a chi sa di esser stato costretto da una malattia a pochi istanti di vita?
A chi è così infelice da non sapere più sperare nel futuro?
Serve a chi è stato condannato a vivere nel dolore e nella paura nel ricordo di qualcosa che non potrò dimenticare?

Ti prego, dimmi di si.

(Aquilone senza vento)


EMANUELA. Ciao Aquilone senza vento.
Ciò che volevo comunicare centra, eccome se centra
sai a chi soffre basta pochissimo, anche sognare aiuta, lo so per esperienza, ho perso un figlio tre anni fa' che aveva una distrofia muscolare,
era un ragazzo stupendo, è riuscito ad accettare
il suo handicap e sopportare il tutto grazie all'amore che ioe mio marito siamo riusciti a dargli incondizionatamente. Insieme abbiamo fatto sogni su un giro del mondo in barca a vela. Abbiamo inziato insieme a costruirci un catboat coinvolgendolo in questa impresa, senza parlare poi del giro in Europa in camper, la sua passione per l'aereomodellismo, ha partecipato a gare di hokey su carozzella, aveva iniziato l'università(scienze ambientali), in estate ci trasferivamo in un campeggio dove aveva tanti amici......
Certamente le difficoltà a fare queste cose a volte sembravano insormontabili, ma il suo coraggio, ha aiutato noi genitori ad affrontare il
tutto nella maniera giusta. Andrea ha sempre sperato nel futuro, in pratica, era lui a darci il coraggio ad affrontare tutte le difficoltà.
Ciò che ti dico, dovrebbe far riflettere a tutti noi!!!
Un saluto affettuoso......EMANUELA


EMANUELA

Elena Fiorentini Da tempo ho nel cassetto un racconto dedicato a una bambina di nome Valeria, ma ho sempre esitato ad inviarlo,ci ho ripensato recentemente quando, parlando di musica, Antony ha accennato all'uso della musica come terapia.
.......
Dedico il racconto di questa mia esperienza a te a alla tua famiglia.

Una bambina di sette anni che ancora non sapeva camminare e aveva una diffoltà enorme a pronunciare le parole si trasferì a Milano per potere avere delle visite mediche specialistiche che confermarono la distrofia muscolare dalla nascita, in modo molto accentuato, ma fino all'età di cinque anni non confermata.

Valeria era cresciuta, ma non avevano nemmeno idea se fosse intelligente.Qui a Milano venne iscritta alla scuola dell'Istituto Don Gnocchi. La casa di Valeria era costruita su misura perle sue difficoltà, Valeria sembrava felice nella sua nuova situazione milanese.
La famiglia, con l'aiuto dell'Associazione, cercò un insegnante che fosse esperto di musicoterapia per vedere di affiancarla alla logopedista.
Avevo appena terminato un corso tenuto da un maestro di scuola che avava ottenuto grandi risultati inserendo un tipo di educazione musicale che si rivelò adatta anche a persone con handicap di vario tipo.
Venni contattata e provai.
Mi recavo da Valeria una volta alla settimana, mi ero procurata strumentini musicali di varia grandezza, due tamburelli, un triangolino, un sonaglietto e, dulcis in fundo, una tastierina che mi era stata regalata dalla mamma di un ragazzo affetto da distrofia e che era deceduto all'età di diciassette anni.
Iniziavo la lezione raccontando una storia molto semplice, legata al vissuto della bimba, la storia veniva poi animata con gli strumentini, o con la voce.
Ero affiancata da un altra insegnante e da mio figlio. Per Valeria era una grande gioia il giorno della lezione e a volte si impegnava troppo, stancandosi.
Si capì finalmente chela bimba era intelligente, capiva, ebbe risultati con la logopedista.
Eravamo felici di come si evolvevano le cose.
Un giorno le proposi di venire a casa mia per
vedere il pianoforte "grande".
Avevo fatto piccoli preparativi e l'aspettavo il giovedì pomeriggio.
Alla mattina ricevetti la telefonata della mamma " Valeria si é spenta questa notte, soffocata nel sonno."

Da allora non mi occupai più di musico terapia, ma non mi dimenticai della piccola Valeria.
....
E. F.

giorgio Scusate ma è la prima volta che interagisco con concertodi sogni e ho avuto un problema tecnico. Emanuela, è meraviglioso quello che hai scritto sulla vela, mi hai fatto ripensare ad un libro "vela bianca" di Bambarén, dove due coniugi in crisi decidono di mollare tutto e partire per un lungo viaggio con una piccola barchetta nel quale ritroveranno se stessi e la voglia di amarsi. Caro aquilone sensa vento è vero la sofferenza è un mistero, non c'é una spiegazione, rimane un mistero. Anche se c'è stato un innocente che ha sofferto le peggiori sofferenze per aprirci le porte del Paradiso, solo Dio può avere un tale amore e può darti la forza di accettare e superare la sofferenza, perchè Lui per primo ha sacrificato il Figlio per il nostro amore.
Giorgio

giorgio Cara Antonietta,
mi rendo conto che in alcuni casi la sofferenza e la morte può essere vista solo sotto la luce della fede. Al di là di tutto io sono convinto che quel ragazzo continui a vivere anche nei cuori di chi l'ha conosciuto ed amato perché il suo ricordo sarà sempre vivo a cominciare da te.....giorgio


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