luisa camponesco
Curatore
Italy
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Inserito - 20/12/2003 : 11:57:34
Il cielo era limpido in quella giornata di dicembre . Le cime innevate risplendevano sotto il sole, la neve ricopriva tutto e i rami dei pini si piegavano sotto il suo peso . La campanella della scuola suonò, le lezioni erano terminate e le vacanze di Natale stavano iniziando. Gli alunni uscirono correndo con i loro zainetti a spalla e un allegro chiacchierio si diffuse tutt’intorno. - allora oggi lo costruiamo – disse Robertino a Federico - d’accordo – rispose il bambino – chiamerò anche Daniele I due si divisero dandosi appuntamento per l’ora di merenda. Verso le 16 Daniele e Federico raggiunsero la casa di Robertino, lui abitava appena fuori il paese in una bella casa con un bel prato che ora era pieno di neve fresca. I tre bambini discussero sul dafarsi - faremo il più bel pupazzo di neve di tutto il paese – disse Robertino – ma prima facciamo merenda Le focaccine erano ancora calde e i tre mangiarono avidamente. Le focaccine della signora Celestina, la mamma di Robertino, erano sempre squisite, dopo aiutandosi con delle piccole pale raccolsero la neve ed incominciarono a modellare il pupazzo. Le giornate in inverno sono corte per cui i bambini lavorarono in fretta. A dire il vero , il risultato non fu proprio un capolavoro, la testa risultò troppo piccola rispetto al corpo , due pomodori come occhi, una carota per il naso , una banana per la bocca. Era proprio brutto, ma ce l’avevano messa tutta , erano proprio scoraggiati - come lo chiamiamo ? – chiese Federico - chiamatelo Sgorbietto – gridarono un gruppetto di ragazzi che passavano di lì . Poi , raccolta della neve fecero grosse palle e cominciarono a lanciarle contro il povero pupazzo. Lo colpirono in pieno parecchie volte , ma nessuna riuscì a scalfirlo, sembrava fatto di pietra. Provarono a colpirlo anche con il badile, ma nulla , l’omino di neve continuava a fissarli con i suoi occhi rossi e pareva sorridere. Alla fine si stancarono e se ne andarono schiamazzando. Robertino , Federico e Daniele si guardarono stupiti, il loro pupazzo sembra rifatto a nuovo, non si era rovinato per nulla anzi era addirittura diventato più bello. Quella notte Robertino dalla finestra della sua camera lo guardava , il suo omino era proprio solo, magari aveva anche freddo , pensò il bambino. Ma no, si disse , non poteva essere , era fatto di neve però…… Prese il suo orsacchiotto e il suo berretto più bello e corse giù nel prato, pose il giocattolo ai suoi piedi e gli mise il berretto in testa. Tornato nella sua stanza e guardando il pupazzo gli pareva si stesse muovendo e parlasse all’orsacchiotto, ma forse aveva solo sonno, così andò a dormire. Il mattino seguente l’omino di neve faceva bella mostra di sé in mezzo al prato suscitando l’ammirazione di tutti Passarono i giorni ed anche le settimane , le scuole riaprirono e gli alunni tornarono sui banchi di scuola. Venne anche la primavera , tutti i pupazzi di neve del paese si erano già sciolti da molto tempo, ma quello dei tre bambini resisteva ancora , ormai nel prato non c’era quasi più neve e già si vedeva comparire la prima erbetta , tutti si domandavano come mai non si fosse ancora sciolto, era proprio un bel mistero. Una notte Robertino si svegliò, gli sembrò che qualcuno lo chiamasse , si alzò ed andò alla finestra , l’omino gli sembrava strano , allora scese di corsa nel prato e quando gli fù vicino vide delle gocce d’acqua scendere dagli occhi rossi, allora capì - mi hai chiamato perché stai andando via? – gli chiese e pareva gli dicesse di si -non preoccuparti il prossimo inverno ti ricostruiremo proprio come sei ora , ci rivedremo ancora , e grazie per avermi fatto compagnia per così tanto tempo Al chiarore della luna gli sembrò di vederlo sorridere, poi in un attimo il pupazzo si sciolse , ma al suo posto sul prato comparvero tre bellissimi bucaneve. Edited by - luisa camponesco on 05/04/2005 21:27:37
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