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luisa camponesco
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Inserito - 28/08/2003 :  09:15:04  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Era pomeriggio inoltrato e come ogni venerdì molti uffici stavano chiudendo, la gente pregustava il riposo del fine settimana.
Meg archiviò le ultime pratiche e si apprestò ad uscire a casa l'aspettavano suo marito e suo figlio, il problema era uscire dalla città nell'ora di punta.
Viveva nel New Jersey e il suo ufficio si trovava in Park Avenue ma prima di rientrare voleva dare un'occhiata ad un nuovo negozio fra la Lexington e la 56esima, c'era una svendita di magliette, suo figlio ne sarebbe stato felice, pregustando la sorpresa si diresse verso l'ascensore. Quando la porta si aprì, dentro c'erano due persone, un uomo sulla cinquantina e una donna, probabilmente una delle tante segretarie, un cenno di saluto e riprese la discesa.
Fu fra il 31esimo e il 30esimo piano che avvenne un violento scossone e l'ascensore si fermò, i tre si guardarono interrogandosi, poi l'uomo incominciò a tempestare di pugni tutti i pulsanti
- è inutile - disse Meg - sarà una cosa momentanea
- momentanea o no io ho fretta - rispose l'uomo
- come tutti - replicò l'altra donna
- non ci resta che aspettare - disse Meg e ripassò mentalmente quello che avrebbe fatto quella sera con suo figlio John e suo marito Robert.
Il tempo passava e non succedeva nulla, l'uomo incomincia a spazientirsi ulteriormente , le luci si spensero il buio li avvolse all'improvviso. Meg realizzò che la faccenda era più seria del previsto.
L'altra donna incominciò ad agitarsi
- perchè le luci si sono spente? non lo sopporto il buio
- da piccola la mettevano in castigo? - la schernì l'uomo
- per favore cerchiamo di stare calmi - suggerì Meg
Un accendino rischiarò debolmente l'ambiente, l'uomo era nervoso e la donna pareva sull'orlo di una crisi isterica.
- dal momento che non sappiamo quanto dovremo restare qui tanto vale presentarci, io mi chiamo Meg
- io Lucy
- magnifico incomincio a commuovermi - l'ironia dell'uomo infastidì Meg ma decise di ignorarla, si appoggiò alla parete e si costrinse a pensare a qualcosa di piacevole, come quella gita alle cascate del Niagara e a come suo figlio si fosse divertito.
Le ore passavano Lucy incominciò a pianucolare:
- si sono dimenticati di noi, non voglio morire qui
- perchè cambierebbe qualcosa? - urlò l'uomo - prima o poi dobbiamo crepare tutti
- la smetta - sbottò Meg - qui non muore nessuno, sediamoci e cerchiamo di risparmiare ossigeno
- ha fatto un corso di sopravvivenza?
- lei incominci a comportarsi da adulto!
- non mi faccia prediche, ne ho sentite fin troppe dalla mia ex moglie
- forse aveva ragione - ribadì Lucy
- ragione! mi ha portato via tutto, compresi i miei figli!
L'uomo si prese la testa fra le mani, un tremito lo scosse, Meg comprese che la sua arroganza nascondeva il suo dolore, ne ebbe compassione.
Di nuovo uno scossone, Lucy si lasciò sfuggire un grido:
- non tornerò più a casa!
- torneremo tutti - la rassicurò Meg
- già, voi una casa l'avete ancora, Nicole mi ha sbattuto fuori, ha bloccato il conto in banca e non mi fa vedere i bambini, ma gliela farò pagare
- invece di commiserarsi combatta per ciò che ritiene giusto
- questo lo fanno già i nostri avvocati
- perchè sua moglie l'ha cacciato? - chiese Lucy
- perchè? un bel giorno torno a casa e trovo le mie valige fuori dalla porta, ma vi rendete conto da un giorno con l'altro mi sono trovato in mezzo ad una strada
- ma perchè insistè - Lucy
- per il motivo più vecchio del mondo, un'altro uomo
La voce si incrinò e anche l'accendino si spense, l'ossigeno cominciava a scarseggiare.
- ho paura - disse Lucy
- dammi la mano - rispose Meg e poi rivolta all'uomo - mi dia anche la sua.
Nell'oscurità le mani si cercarono
- sà - disse l'uomo - è la prima volta che qualcuno mi dà una mano
Meg sorrise, ma nessuno la vide
- James, mi chiamo James - aggiunse stringendo le mani di Lucy e Meg.
Seduti sul pavimento dell'ascensore cercavano in quel contatto il coraggio di resistere. Lucy emise un riso soffocato:
- morirò e non saprò cosa significhi essere amata, la mia vita è così incolore
- i miei figli non pensavo mi mancassero tanto, cosa non farei per rivederli ancora.
Anche Meg si sentiva sempre più debole, ma non voleva scoraggiarsi
- dobbiamo continuare a credere amici, vedrete ce la faremo
- grazie - disse James
- per cosa?
- per aver detto amici
Quanto tempo fosse passato non lo seppero, ma l'aria era divenuta ormai irrespirabile
- non l'ho nemmeno salutata
- chi non hai salutato- chiese Meg
- mia madre - rispose Lucy - le ho detto che era insopportabile, vorrei non averlo fatto
- già molte cose vorremmo non aver fatto - continuò James
Meg pensò alla sua famiglia mentre le palpebre si facevano sempre più pesanti.
Un rumore lontano, un soffio d'aria fresca, la luce d'una torcia. Meg aprì gli occhi
- sono ancora vivi, presto tiriamoli fuori. Braccia robuste l'afferrarono e una voce
- respiri lentamente - l'ossigeno le riempì i polmoni e per un attimo si sentì bruciare. La fecero uscire dal tetto dell'ascensore, si trovò in strada gremita di gente e di ambulanze,si sentì chiamare
- Meg amore mio - e finalmente si lasciò andare ad un pianto liberartorio fra le braccia di suo marito poi..
- gli altri? che ne è stato degli altri?
- sono salvi signora, sono già sulla via di casa
- grazie a Dio - esclamò - Robert che ne diresti se la prossima settimana andassimo a Washington, voglio portare John a fare un giro in barca sul Potòmac
- tutto quello che vuoi- rispose Roberto stringendola a sè
Meg si rese conto di non aver mai amato tanto suo marito come in quel momento.
Quella sera stessa James appoggiato ad un parapetto osservava la città illuminarsi nuovamente, si mise una mano in tasca e gettò la Beretta nelle acque scure dell'Hudson , l'indomani sarebbe stato un giorno nuovo.
Lucy osservò sua madre mentre rammendava una camicetta, le si avvicinò:
- mamma - lei alzò il capo - ti voglio bene- si abbracciarono per la prima volta dopo molto tempo.
Il black out era finito ma forse molte storie stavano cominciando, in quella grande città dove tutto sembra possibile e i suoi abitanti ripetono spesso:
- domani è il primo giorno del resto della tua vita -


Edited by - luisa camponesco on 07/01/2006 14:51:30

   
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