ophelja
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Italy
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Inserito - 15/04/2003 : 19:20:14
“Chi? Valeria?…Si, sono io, Paola Lentini…. Se ho frequentato il Liceo Classico “ Ovidio” nel ’92? Si…. VALERIA BARISANO!!!!! La sorpresa, la felicità di due vecchie amiche che si ritrovano, seppure telefonicamente, dopo tanti anni, somiglia ad uno scoppiettio di petardi: gridolini, risate, parole che si sovrappongono, che si rincorrono, che formulano domande e risposte; in pochi minuti colmano anni di lontananza e di oblio, riscoprendosi uguali ad anni prima.Questo è quanto accadde a Paola. Valeria Barisano, amica di Paola negli anni del liceo, era stata definitivamente persa di vista poichè aveva seguito i genitori in Brasile ed ora, dopo tanti anni, le telefonava per invitare la mai dimenticata compagna di banco, nientemeno che, al suo matrimonio. “Ti sposi?” ripeteva stupita Paola. “proprio tu che dicevi sempre di bastare a te stessa, che amavi la tua indipendenza sopra ogni altra cosa e che pensavi al matrimonio come ad una condanna senza appello?” “Non posso crederci” continuava esterrefatta mentre dall’altro capo del telefono una voce calda e profonda, con un leggero accento straniero, continuava a sciorinare le risposte adatte ad ogni interrogativo. “Sei diventata a-v-v-o-c-a-t-o? Allora sei tu il penalista Barisano a cui tanta fama ha dato il processo xxxxxxxx in Brasile? Ne hai fatta di strada. Brava, sono contenta per te. Dimmi, dai, com’è il tuo fortunato compagno? E’ del tuo ambiente? Tu eri una perfezionista, anche il tuo uomo sarà il massimo sperabile…è bruno, alto, magro….? Non vuoi parlarmene in anticipo….desideri farmi una sorpresa. Va bene, ma te lo dico adesso, il mio regalo di nozze , è deciso, sarà quel quadro di Baldini “Ritratto di gentiluomo” che tanto ammiravi in casa di mia nonna… Ho sempre pensato a te come sua ideale proprietaria…Ha un’aria che ti era familiare” Il giorno fissato per il matrimonio si avvicinava e Paola, non conoscendo bene la città in cui Valeria aveva deciso di sposarsi, era partita con un autobus di buon mattino per poter arrivare con calma ed in ordine alla cerimonia prevista per il pomeriggio. “Chiesa San Basilio, Contrada Monacelli” disse al conducente del taxi, chiamato dall’hotel dove aveva consumato un veloce spuntino e dove, emula di un trasformista, si era cambiata indossando una robe-manteaux beige, molto elegante nella sua semplicità del taglio sartoriale. Aveva calzato le scarpe con i tacchi , si era ridato il rossetto, si era pettinata e, per ultimo aveva indossato i due fili di perle della nonna Caterina. L’immagine che vide nello specchio le piacque anche se una sottile ansia la rendeva accaldata. L’autista, al sentire la destinazione della corsa, fece solo un cenno di assenso e partì a razzo. Paola era seduta sul sedile del taxi come se fosse su un cuscino di uova. Si reggeva allo schienale del sedile anteriore e cercava di “farsi leggera” per non sgualcire il vestito, cercava di ammortizzare le curve con un sapiente bilanciamento del peso, cercava di non muoversi per non spettinarsi a causa dell’aria che entrava dal finestrino…insomma, un supplizio che contribuiva ad accrescerle l’ansia. La chiesa era un’antica abbazia romanica. L’incanto del luogo era innegabile e il silenzio enfatizzava i gorgheggi dei numerosi passeri che nidificavano nel fogliame profumato dei cipressi; il cortile, pieno di macchine, era segno, invece, di una cerimonia già iniziata…. Paola era disperata. “Come è potuto succedere ? Sono arrivata in ritardo!” Gli sposi erano sull’altare, un violino sottolineava il momento emozionante della formula di rito…. “Valeria, cara amica, possa tu essere felice” pensava Paola a cui le note della musica gonfiavano il cuore di commozione per l’atteso incontro. “Eri proprio un tipo speciale da ragazza: alta, atletica” pensava Paola mentre si accomodava all’ultimo banco “…ma come sei diventata magra, sembri piu’ piccola vista da dietro…e tuo marito com’è alto…si , visti da qui siete proprio una bella coppia….” “...e tu Valerio Barisano vuoi prendere per legittima moglie la qui presente Hestella Pinedo?...." Il tonfo che segui’ non interruppe la cerimonia ma fu per Paola l’inizio di un lungo esaurimento nervoso... ophelja
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