La aspettavo
Come ogni mattina
Dal finestrino del mio tram la si poteva vedere bene
Compariva inaspettatamente, in orari anche diversi
Come alzavo lo sguardo, provavo dentro di me un piacere intimo
Come demonizzare una paura che non potesse esserci nella mia la giornata
Una di famiglia insomma, una compagna o un rituale, non so
Lo sguardo oltre i navigli e lei si apriva come ali di pavone
Lentamente
Diradandosi
Con colori tenui all’inizio, come per non disturbare la vista abituata al buio
E gradualmente con pennellate sempre più ricche di colore
Chi mi sedeva a fianco non sempre vedeva
Occupato di solito a controllare un orologio o un telefonino
Per me e alcuni, che avevo poi notato, era qualcosa di diverso
Una emozione
Un respiro
Un augurio di buona giornata, come quella data al pesce rosso a casa o ai propri affetti
La mia fermata
Scendo, e il mio viso nella vetrina del negozio, che mi riflette con un sorriso
A domani