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 Shall we dance ?
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Roberto Mahlab
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Inserito - 31/10/2004 :  22:36:42  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Raramente ho visto in Italia una sala colma di spettatori che applaudivano e ridevano cosi' di cuore alle battute divertenti di un film, ma "Shall we dance?", firmato dal regista Peter Chelsom, gia' noto per il romantico "Serendipity", e' un'opera rara, dal punto di vista della trama e da quello della scelta degli interpreti.

Richard Gere, Jennifer Lopez, Susan Sarandon e il sempre piu' sulla breccia Stanley Tucci creano una recitazione d'assieme senza un attimo di caduta e la pellicola diventa una gradevolissma commedia musicale con in sottofondo la grande arte della danza.
I protagonisti sono infatti riuniti dall'amore per il ballo, prima timidamente, poi entusiasticamente e le scene musicali si snodano fino al gran finale, valzer e ritmi latino americani di cui ci viene allegramente spiegata la tecnica.

"Il ballo e' liberta'", e' la morale del film e, appena sono uscito dal cinema, i miei piedi hanno iniziato a muoversi al ricordo di un'esperienza recente... e ancora una volta i film di cui si parla su concerto sono occasione di raccontare quanto avviene al di qua degli schermi... un due, un due, un due tre, un due tre, uno due... sono i dodici passi del ritmo del flamenco, provate a batterli con le mani e vi troverete catapultati insieme a me in una scuola di danza a cui mi ero iscritto poco piu' di due anni fa.

A capo chino, quasi mi vergognavo di fronte alla proprietaria e maestra, in fondo mi sembrava che per un uomo non fosse cosi' "macho" iscriversi ad un corso di danza. Ma lei, per mia fortuna, mi spinse dentro. Ero talmente goffo e legato che avrei scommesso cento a uno che non sarei mai riuscito a snodare i quattro arti e a farli muovere indipendentemente, mi nascondevo in fondo alla sala di lezione, dietro a tutti gli altri partecipanti, non sapevo se ridere o disperarmi perche' erano pressoche' tutte donne.

Alla fine della prima lezione ero completamente cotto, no, non di una delle ballerine, proprio innamorato della danza, io non so come l'insegnante avesse fatto, ma le due mani e i due piedi vivevano di vita propria e separata e iniziai cosi' a non piu' nascondermi nell'ultima fila degli allievi. E, durante il giorno, nei ritagli di tempo dal lavoro mi appartavo in angoli in ombra e provavo i passi appresi in quella sola sera della settimana. Fino a che, due mesi dopo, l'insegnante ci disse che avrebbe scelto gli studenti piu' dotati per la serata in teatro di fine corso. Appena pronuncio' il mio nome, desiderai sciogliermi e sparire, esattamente come gli altri due uomini e le altre ventun donne del corso, chiamati come me alla grande impresa.

Da quel giorno, per un mese, non usai i ritagli di tempo dal lavoro per esercitarmi, ma usai i ritagli di tempo dagli esercizi per lavorare, camminando per strada e nelle attese al semaforo i miei piedi e le mie mani avevano imparato a memoria le lunghissime sequenze di figure di dodici passi ciascuna, tutto rigorosamente in segreto da quasi tutte le persone che conoscevo. E le scarpe, sapete, ci vogliono scarpe nere particolari per ballare il flamenco che e' un susseguirsi di colpi di punta e di tacco. E il vestito, tutto nero, maglietta e pantaloni neri. Cercarli e trovarli fu un'impresa, vi immaginate entrare nei negozi di moda e chiedere a bassa voce alla commessa il necessario, ovviamente con la scusa di un amico che si era iscritto ad un corso di danza e aveva mandato me a comprargli i vestiti perche' colpito dall'influenza e la domanda ironica della commessa :"va bene, che taglia porti?". Scoprii cosi' che il fenomeno era diffuso, molti uomini si iscrivono ai corsi di danza e poi cercano i vestiti andando per negozi e dicendo che non sono per loro ma per un amico malato di influenza.

Ci sono dei camerini appositi per tale genere di appassionati e fu uno dei momenti piu' comici della mia vita di rude marine provare le diverse magliette nere necessariamente attillate sotto lo sguardo complice delle addette e le loro risate di cuore.
E fu anche freudianamente ovvio che, dopo l'acquisto, dimenticai il pacchetto con le scarpe, i pantaloni e la maglietta vicino alla cassa del negozio. Quando me ne resi conto, era troppo tardi, corsi indietro ma le serrande erano gia' abbassate, passai una notte di veglia disperata e al mattino dopo all'apertura la commessa mi aspettava all'entrata :"capita proprio a tutti, non si preoccupi".

Giunse la sera dell'esibizione in teatro, prestigioso, in pieno centro della citta', i quattrocento posti erano esauriti, "che cosa ci faccio qui invece di essere in palestra, non lo so", mi tormentavo con le gambe che tremavano. Ma duro' un attimo, una precisa consapevolezza era evidente alla mia ragione : era vero, "il ballo e' liberta'", era cambiato molto in me, la conoscenza di ogni singolo muscolo a cui potevo chiedere di muoversi indipendentemente mi aveva regalato sicurezza nella vita, il rispetto per l'impensabile traguardo raggiunto mi aveva insegnato che non bisogna mai disperare della propria volonta', ero decisamente un'altra persona rispetto a quella che si era presentata a testa bassa alla prima lezione e notai la stessa attitudine negli altri compagni di avventura.

Il panico da palcoscenico non comparve e la ragione e' che la sala era buia, le luci illuminavano solo i tre ballerini e le ventuno ballerine, era come se il pubblico non esistesse e fu uno scrosciare di applausi alla fine. Ero eccitato e mi sentivo in cima al mondo all'uscita dal teatro, mi avevano offerto addirittura uno stage in Spagna per l'estate, ma la settimana seguente mi ammalai e dovetti rinunciare, come avviene in tutti i copioni che si rispettano, e cosi' mi rimase solamente l'entusiasmante ricordo. Ma appena guarito mi torno' la voglia e non escludo in breve di tornare a tippettare sul legno della scuola di ballo. Poco tempo fa ho incontrato per caso per la strada un gruppo delle danzatrici di quella sera e sono rimasto sorpreso, mi hanno riconosciuto e fermato e mi hanno chiesto quando tornavo a ballare con loro, l'amicizia solida di una comune passione.

Quale e' la conclusione di questa piacevole storia e del rarissimo film del titolo? Amiche e amici di concerto, se non avete mai provato, provate, senza essere Richard Gere e Jennifer Lopez, qualcosa cambiera', parola di Flamingo Rob.

Pronti? A tempo con me... un due, un due, un due tre, un due tre, uno due...

   
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