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Roberto Mahlab
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Inserito - 16/10/2004 :  00:12:03  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Quando esce sugli schermi un film adatto ai bambini, la mia segretaria mi incarica di andare in avanscoperta, cosi', se poi le confermo che la trama e' adatta, lei porta a vederlo i suoi piccoli.
La scorsa settimana sono cosi' andato a vedere Garfield.

Un giorno forse quando riflettero' a questi momenti mi verra' da chiedermi se la mia segretaria per caso ritiene che la mia mente sia quella di un bambino, altrimenti non mi darebbe compiti simili.
Di fatto a me piace andare a vedere tali film e mi diverte rivedere sullo schermo episodi e personaggi che a lungo hanno accompagnato la mia fanciullezza. La mia fanciullezza? La mia? Qui farei una diversione d'argomento, i quotidiani piu' presitigiosi del mondo pubblicano la pagina delle strisce, come l'International Herald Tribune che per me, dato il lavoro, rimane il giornale di cui non posso fare a meno ogni singolo giorno, anche perche' li' il mondo viene descritto con una realta' che i giornali pubblicati nel nostro continente si sognano. Visto che e' un quotidiano letto nel mondo del lavoro, evidentemente lo leggono gli adulti e visto che c'e' la pagina delle strisce dei disegnatori dei fumetti, ne consegue che non sono l'unico adulto a prediligere l'arte dei comix.

Non solo, qualche mese fa, l'Herald Tribune fece un restyling e pubblico' pagine e pagine scusandosi preventivamente con i lettori perche' le rubriche dei viaggi e delle previsioni del tempo e degli spettacoli e delle recensioni di libri e film sarebbero state spostate dalla sezione centrale a quella finale. Quale e' stata la reazione dei lettori? "Ok, pero' le strisce dei comix le lasciate dov'erano!".
Questo importava ai compunti uomini d'affari dei cinque continenti che magari non si accorgerebbero se mancano le notizie dall'Africa orientale ma esploderebbero se non trovassero la pagina dei fumetti.

Altri quotidiani, anche europei, si stanno interrogando se, a causa dei risparmi sulla carta a cui sono costretti dai tempi di magra, non sia il caso di togliere rubriche, tra cui quella delle strisce dei comix, il dibattito e' durato solo qualche giorno e le strisce sono rimaste.

E la ragione c'e', oggi il quotidiano e' il luogo in cui compaiono non semplicemente i fumetti, ma una vera forma artistica che i disegnatori hanno trasformato in una necessita' sociale. Il battistrada fu Schultz con i suoi Peanuts, e poi Mort Walker con gli scardinati soldati di Beetle Bailey, e poi Blondie e Dagoberto, Calvin e Hobbes, Wizard of Id, Doonesbury, Dilbert, Dennis the Menace. La striscia fumettistica ha superato da tempo la funzione di intrattenimento puro alla Disney o di avventura alla Batman e Superman, ogni striscia dei personaggi moderni racconta un pezzetto di societa', i suoi dilemmi, le paure, le psicologie, ogni personaggio diviene il mezzo rappresentativo di personalita' tipiche della nostra vita di ogni giorno.


E queste io credo siano le ragioni per le quali i cartoons sono oggi condivisi da adulti e bambini, in occcidente come in oriente.
Ecco perche', come spesso avviene, il folle critico cinematografico della concerto news system ha trovato nuovamente un degno interlocutore nell'orientalissimo signor Faridul Anwar Farinordin, che gestisce la pagina delle recensioni sul New Straits Times, il primo quotidiano della Malesia.

Roberto : buongiorno Faridul, vedo che hai scritto del film Garfield dandogli il titolo di apertura della tua rubrica.
Faridul : Garfield, il gatto che ama le lasagne! un piatto che in oriente invidiamo a voi Italiani!

Roberto : dalle strisce al film, i personaggi del disegnatore Jim Davis sono stati appena scoperti dal cinema, il gatto Garfeld, il cane Odie, il loro padrone Jon...
Faridul : e' stata una lunga attesa, venticinque anni per l'esattezza, da quando comparvero le prime strisce di Garfield, ora esse vengono pubblicate da 2.600 giornali in tutto il mondo con un pubblico di 260 millioni di lettori!
Roberto : a me pare che il risultato sia valsa l'attesa...
Faridul : eccome, grazie al regista Peter Hewitt e alla tecnologia, il sardonico felino balza sullo schermo agilmente, nonostante che il "gatto che ama le lasagne" sia ovviamente molto sovrappeso.

Roberto : un nuovo miracolo delle creazioni cosiddette CGI (computer generated image), dalle maniere di Garfield alle sue espressioni facciali, la personalita' del personaggio sono del tutto mantenute rispetto alle strisce.
Faridul : non dimentichiamo la scelta del doppiatore, nei paesi in lingua inglese e' il famoso Bill Murray, l'attore dei Gostbusters, in Italia ho letto che e' Fiorello a prestare la sua voce ironica a Garfield.

Roberto : mi sono reso conto che poco a poco si perde la cognizione che sullo schermo sono mescolati personaggi creati al computer e attori veri, sia umani che animali e non solo perche' la trama gialla e' avvincente.
Faridul : si', il simpatico Breckin Meyer interpreta il padrone del gatto e cioe' Jon e non poteva mancare la parte romantica della bella Jennifer Love, l'affascinante veterinaria.

Roberto : ma gli animali veri, il cane Odie ad esempio, interpretato da un cane vero, e' come se il regista sia riuscito a farli recitare come fossero loro i cartoons e non viceversa!
Faridul : hai ragione, e' il risultato piu' incredibile del film, riuscire ad umanizzare talmente un personaggio creato al computer che alla fine non si riesce piu' ad avere la sensazione della differenza con i personaggi veri, umani e non.

Roberto: dunque pieno successo dell'esperimento cinematografico, per chi si ricorda "chi ha incastrato Roger Rabbit", il primo film con cartoons mescolati agli umani, sara' un piacere scoprire quanto la tecnologia abbia da allora annullato le differenze, almeno su uno schermo.

La discussione sul film e' stata liberamente tratta dalle recensioni di Faridul Anwar Farinordin il 14 agosto sul New Straits Times di Kuala Lumpur, con il titolo "Here comes the lasagna-loving cat" e del critico cinematografico della concerto news system, Roberto Mahlab, sulla rubrica film di concerto di sogni.

   
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