Gentile signor sindaco,
ho visto con sgomento sia in telombardia che nel programma Piazza pulita,le immagini di tre bambini impiccati, rivelatisi poi tre manichini di plastica,molto verosimili.Operazione culturale molto discutibile, andava accertato meglio il progetto che avete avallato, concedendo il permesso di utilizzare la quercia di piazza XXIV maggio.
I nostri bambini, tramite i mass media sono abituati alle immagini più cruente, ma queste sono qualche cosa di più che semplici immagini.
Chiedo che quel tale che ha tentato la scalata della quercia non venga multato . Ha già pagato con la sua caduta e i pupazzi meritavano di essere rimossi.
Elena Fiorentini

Segue la risposta:

Gentile signora Elena Fiorentini,

come può immaginare, numerosi sono i messaggi pervenuti al Sindaco e su suo incarico le rispondo.

L'ampio dibattito sulla questione da lei trattata ha diviso i cittadini,come sempre accade, in due cordate: i favorevoli e i contrari.

Questi ultimi sostengono press'a poco le sue stesse convinzione meritevoli di considerazione e rispetto.

Il gruppo dei favorevoli ha invece intravisto in quei manichini sospesi lo sgomento delle giovani generazioni di fronte alle atrocità, alle violenze, alla volgarità, al cinismo, all'intolleranza che il mondo dispensa copiosamente. Qualcuno ha aggiunto una nota positiva scorgendo in quegli occhi pieni di luce la speranza di un futuro migliore.

Se lei pensa che dal 10 al 12 maggio è in corso a Firenze, sotto il
patronato del Presidente della Repubblica, il primo congresso mondiale sullo sfruttamento a tempo pieno di 246 milioni di bambini nel mondo ("Children World Congress on Child Labour") senza vedere una riga sulla stampa, ben vengano le manifestazioni che fanno riflettere. Bambini derubati della loro innocenza, impiegati in lavorazioni pericolose con materiali nocivi per la salute in ambienti fatiscenti.

Ma, tornando a noi, non è tanto l'interpretazione dell'evento che lei mette in discussione, quanto l'opportunità dell'esibizione in un luogo aperto al pubblico.

Allora c'è un altro aspetto da considerare.

Ogni espressione artistica suscita opinioni discordanti. Si può apprezzare o criticare, senza dimenticare tuttavia che la libera manifestazione del pensiero e della creatività è fondamento della nostra civiltà.

Un'opera provocatoria fa sempre discutere. Ebbene si discuta. La
contrapposizione tra consenso e dissenso sono elementi indispensabili alla dialettica culturale di una società evoluta.

E' la censura, la libertà vietata, che dovrebbe eventualmente preoccuparci.Ma questo, lo riconosco, è un concetto difficile da spiegare a un bambino.
Lei è una mamma saggia e certamente l'avrà già fatto prendendo spunto
dall'episodio che lei mi ha dato l'opportunità di commentare.

Il Sindaco la ringrazia di averlo interpellato e ricambia con calore i suoiù
cordiali saluti.

Enrico Bortolin
l'assistente del sindaco