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 25 Concerto di Bimbi
 Le Maschere tradizionali
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Grazia
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Inserito - 16/01/2004 :  19:33:07  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Grazia

Le Maschere Tradizionali Piemontesi
Gianduja e Giacometta

La maschera principale piemontese, Gianduja, è nata nel 1808 a Callianetto, vicino ad Asti, dalla creatività di Giambattista Sales, torinese, e di Gioachino Bellone di Racconigi, due burattinai.


Nella frazione di Castell'Alfero si può visitare il "Ciabot 'd Gianduja", simbolica casa natale della maschera.



Il vero nome di Gianduja era Girolamo della Grigna e come tale aveva acquistato grande notorietà ad Asti, ma soprattutto a Torino, per il suo vivace estro ed il suo arguto ingegno, coglieva il lato comico e ridicolo delle cose e delle persone e quindi finì per dare noia alle autorità, le quali temevano che le facezie legate al suo nome potessero arrecare qualche pregiudizio a quello di Girolamo Bonaparte.

Per questa ragione egli fu invitato ad assumere un altro nome, ma Girolamo della Grigna non era certamente un individuo a corto di risorse e non gli riuscì quindi difficile assumere il nominativo di Giôàndoja (cioè Giôàn d'la dôja), derivato dal recipiente che portava fedelmente con se, pieno di buon vino, e che nel dialetto astigiano è chiamato dôja.

Il nome di Gianduja e la sua storia hanno un valore simbolico. La maschera riassume in sè il carattere del popolo piemontese, alquanto conservatore (bôgianèn), ma di ottimo umore, furbo e fine sotto l'apparenza di ingenuità e ruvidezza, allegro, ma fedele al dovere ed alla parola data.

Gianduja ha un viso rubicondo e la parrucca col codino volto all'insù, sotto un cappello tricorne, vestito con un giubbetto color marrone orlato di rosso, panciotto giallo, calzoni verdi e corti fino al ginocchio, calze rosse e scarpe basse con fibbia d'ottone.

Giacometta, sua compagna, è una donna coraggiosa e pratica, semplice ma capace di risolvere tutte le situazioni con il suo buonsenso. Essa veste un abito rosso con sopra un grembiule bianco, al collo un fazzoletto verde, sul capo un cappello giallo legato con un nastro rosso, calze nere e scarpe gialle.

Nei giorni di carnevale, Gianduja appare oggi su una carrozza di gala, che ha preso il posto del vecchio asinello. Al suo fianco è Giacometta, ed insieme vanno ad ossequiare le autorità ed a fare visita ad ospedali, orfanatrofi ed ospizi.


Bibliografia:
Estratto in parte da Tuttitalia (Piemonte e Valle d'Aosta I) ed. 1961
Tradizioni e costumi a firma Giacomo Osella



Grazy

Elena Fiorentini
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Inserito - 22/01/2004 :  18:40:35  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Un angolo piemontese a Milano?

Rileggo la storia di Gianduja scritta da Grazia e mi rammento che mia mamma diceva che il glorioso "Gerolamo" teatro di piazza Beccaria a Milano, prende il nome dal personaggio piemontese Gerolamo.

Anche il piccolo bar storico, frequentato da Milanesi d'hoc,sfrattato recentemente,dà segni di...piemontesità ...infatti si chiamava "Crota piemunteisa" ed era lo storico ritrovo, birreria ante litteram dei giovani, quando uscivano dal cinema o dal teatro.

Elena


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Grazia
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Inserito - 24/01/2004 :  15:18:14  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Grazia


Il Carnevale è uno dei riti tra i più antichi ed ha sempre rappresentato la fine dell'inverno.

Gli egiziani, in un giorno prestabilito dell'anno, conducevano i buoi "cherubs" per le vie di Menfi, il popolo mascherato li accompagnava cantando inni di lode: questo rappresentava l'apertura del Carnevale egiziano che durava una settimana.

Anche nell'antica Grecia veniva celebrato una specie di Carnevale dedicato a Dionisio il Dio del Vino.


Nell'antica Roma le feste che annunciavano l'arrivo della primavera erano due: le Saturnali e Lupercali.

Secondo la leggenda i Lupercali si tenevano il quindicesimo giorno di Febbraio e furono organizzati per la prima volta da Remo in onore della Lupa che li aveva allevati, in quei giorni ogni eccesso era consentito anche al popolo, non esistevano più servi e padroni.

Nel periodo medioevale era famosa la "Festa dei Folli", che prevedeva maschere e comportamenti tanto trasgressivi da provocare l'intervento del Papa, ma nonostante i divieti papali la festa continuò a svolgersi in tutta Europa per secoli: in quest'occasione il clero minore si mascherava da demoni e bestie, e festeggiava cantando e danzando nei luoghi sacri.

Il massimo splendore del Carnevale fu raggiunto nel 1500 con il Rinascimento durante il periodo Gennaio - Marzo.

Si facevano spettacoli sfarzosi, feste imponenti di cui proprio a Firenze grazie a Lorenzo de'Medici: Lunghe sfilate di carri allegorici e personaggi in costume che, con la nascita della commedia dell'arte divennero le "Maschere" (Pulcinella, Arlecchino, Pantalone, Colombina etc. etc.)

Con la "Commedia dell'Arte", gli artisti recitavano "a soggetto", talvolta improvvisando, creando così dei personaggi con caratteri che si ripetevano in ogni intreccio: c'era l'avaro, il servo astuto, lo spasimante, in dottore....ecc.. e via via se ne aggiungevano altri....nascevano così "le maschere", in questo modo, gli attori mettevano subito in evidenza il personaggio, senza bisogno di prologhi o lunghi discorsi che avrebbero appesantito la recita: quindi in scena apparivano il servo intrigante (Brighella) e il vecchio avaro (Pantalone), il servo povero e un po' sciocco (Arlecchino) e il dottore presuntuso (Balanzone) ecc.


Dopo lo splendore seicentesco il rinnovamento teatrale del '700 relega le maschere ad un ruolo marginale sul palcoscenico, ma acquistano sempre maggiore successo le maschere regionali, derivate appunto da quelle della Commedia dell'Arte.

Dopo un periodo di declino solo alla fine della seconda guerra mondiale è tornato ad essere la festa più pazza dell'anno, quasi in tutto il mondo: Famosi sono il Carnevale di Rio de Janeiro, anche in Italia con Viareggio e quello di Venezia dove, nello splendore della città e dei suoi palazzi , si vedono (e fotografano) costumi sfarzosi che hanno richiesto mesi di lavoro.


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Inserito - 26/01/2004 :  17:15:30  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Grazia
"LA BALLATA DELLE MASCHERE"

Tutta l'Italia
canta e danza come
in un vortice di allegria,
volteggiano le maschere:

A Venezia, saltella l'arguto
e birichino Arlecchino,
mentre brontola l'avaro Pantalone
con il suo pancione.

A Reggio Emilia..che meraviglia..
c'è il dottor Balanzone..un po' fanfarone
e un pò sbruffone.

Mentre a Bergamo Brighella
con la sua astuzia
rende la vita più bella.

A Napoli fa sognare Pulcinella,
povero e felice,
canta e suona
una dolce serenata
alla sua innamorata.

Ballano le maschere,
in ogni paese,
in ogni città,
con un pizzico di follia
e di simpatia
ci daranno
molta allegria.


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Grazia
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Inserito - 03/02/2004 :  01:01:18  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Grazia
In Piemonte un altro carnevale famoso è quello di Chivasso, dal 19 al 29 febbraio, risale all'epoca delle grandi feste che precedevano l'austero digiuno della Quaresima, tuttavia riveste un significato storico, in quanto, fin dalla metà del XV secolo, si ha notizia di solenni festività in questo periodo dell'anno, patrocinate dalla figura storica dell'Abbà.


Troviamo sicuri riferimenti sul Carnevale nel 1905, quando fu creata la figura della Bela Tolera come regina della festa, è quindi il personaggio che meglio identifica i connotati propri della città, rappresentandone l'operosità e l'intraprendenza che l'hanno sempre contraddistinta.

Il nome trae origine dal simpatico appellativo di face'd tola affibbiato ai chivassesi per il fatto che, in
passato, il campanile del Duomo era sormontato da una guglia fasciata di latta che rifletteva, in modo vistoso, i raggi del sole; essa venne poi abbattuta, in seguito ai danni subiti nel corso dell'assedio francese nel 1705.

Il personaggio rappresenta una giovane fanciulla , bella, esuberante e intraprendente.


In passato la Bela Tòlera, attorniata da quattro damigelle, era accompagnata da parecchi armigeri a cavallo, comandati dal più famoso "rubacuori" dell'anno, che fungeva quindi da Cavaliere d'onore della Regina.

Con il passare del tempo, decaddero i Cavalieri e si sostituì, nel 1948, il Cavaliere d'onore, ricercando nella storia di Chivasso un personaggio veramente esistito: l'Abbà, gran signore e patrocinatore delle feste cittadine.



Da allora il Carnevalone di Chivasso è un tripudio di carri colorati e vivaci gruppi mascherati, i più spettacolari complessi bandistici e folcloristici vi affluiscono dai centri delle province e delle regioni vicine e ormai anche dall'estero, e tra due enormi ali di folla è un continuo lancio di fiori e coriandoli.



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Grazia
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Inserito - 03/02/2004 :  19:03:50  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Grazia
Dimenticavo il Carnevale d'Ivrea:


"Ivrea la bella che le rosse torri

specchia sognando a la cerulea Dora

nel largo seno, fosca intorno è l'ombra

di re Arduino...." (Piemonte di G. Carducci)

Ma il carnevale è ancora più bello e spettacolare!

L'origine di questa festa di popolo ha radici molto antiche: alla fine del XII secolo gli Eporediesi insorsero contro Ranieri, conte di Biandrate, che pretendeva le giovani spose.


Ma Violetta, figlia di un mugnaio, si ribellò, uccise il tiranno e ne mostrò la testa mozzata al popolo, scatenando la violenta insurrezione che, nella rievocazione storica, raggiunge le più alte emozioni con la Battaglia delle Arance.

Tutto intorno alla Mugnaia, eroina della festa, una girandola di personaggi che rappresentano la storia della città e del Carnevale nei secoli: il Generale, gli Ufficiali, il Podestà, gli Abbà e tanti altri ancora.

E' iniziato il 6 gennaio con l'apertura ufficiale della Manifestazione in Piazza di Città, con la tradizionale marcia suonata dalla banda dei pifferi e tamburi.

Prosegue Domenica 8 febbraio con FAGIOLANDIA - Degustazione di piatti tipici canavesani e torta gigante.
Continua poi domenica 15 e giovedi 19 con le sfilate storiche per iniziare la battaglia delle arance sabato 21 fino al 24 e per finire il 25 febbraio con la distribuzione di polenta e merluzzo.


Ci sono stata qualche anno fa ed è indimenticabile, le vie sono protette da reti per vedere senza essere colpiti...da qualche arancia!

Alla fine, per terra, rimane un...mare di dolci arance...! (Che spreco)


Inizia la battaglia....!

Ecco due foto che ho scattato in quell'occasione.

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Elena Fiorentini
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Inserito - 03/02/2004 :  22:01:11  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Meneghino e Cecca

La maschera tradizionale di Milano è il Meneghino con la Cecca.
Anticamente erano i servi della domenica, per i milanesi più poveri, Meneghino, diminutivo di Domenichino e la cecca sarebbe il diminutivo di Francesca.




I bambini a Milano amano maschere ispirate ai personaggi televisi,ai cartoni animati, però Arlecchino è sempre molto amato.

Le feste di carnevale qui non finiscono mai, la settimana grassa inizia con domenica, in cui si va per strade a far chiasso,martedì nelle scuole , chi li tiene più, pernon parlar del mercoledì successivo.
Quando il resto del mondo è in quaresima , a Milano finalmente esplode il Carnevalone, si mangiano tortelli, le strade profumano di fritto e di vaniglia, persone serie si vestono in modi bizarri,magari non come a Venezia, ma un po' di voglia di trasgressione...




Edited by - Elena Fiorentini on 12/02/2004 19:39:08Vai a Inizio Pagina

Elena Fiorentini
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Inserito - 05/02/2004 :  10:07:16  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini


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************************************

Un piccolo Arlecchino

che si prepara

per il corteo

di Sabato Grasso

con l'aiuto della nonna

************************************


Edited by - Elena Fiorentini on 05/02/2004 18:11:36Vai a Inizio Pagina

Elena Fiorentini
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...ed ecco...

...le mascherine...


Edited by - Elena Fiorentini on 12/02/2004 21:07:00Vai a Inizio Pagina

Grazia
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"Il piccolo Pagliaccio"

Il piccolo Pagliaccio
è quasi pronto...ma
sta pensando...
- Il trucco non lo faccio? -

- Si, piccolino, dipingi tutta la faccia...
così...un po' di bianco lì...un tratto nero là
e rossa la bocca...ma adesso ridi Pagliaccio...
cos'è quell'espressione?
Dai andiamo alla sfilata...è Carnevale! -


Maschere e Carri sfilano allegri e festosi
con tanti colori....ma il piccolo Pagliaccio
dov'è?

- Mamma..che paura! Un carro pieno di fantasmi! -


- Non temere, piccolo Pagliaccio, è solo un gioco...
devi ridere...giocare e la paura...se ne andrà -


Queste foto sono del Carnevale 1988, in una ci sono anch'io con mio figlio (il piccolo Pagliaccio), allora andava all'asilo dove gli avevano insegnato a fare le mascherine in modo artigianale e divertente.


Occorrente:

Carta velina, carta crespa, cartoncino, colla, scatole di cartone, fiocchi, nastri, vecchi collant, vecchie magliette scolorite, il tulle di una bomboniera e...tanta fantasia.

Per la Maschera del leone, occorre: 1 piatto di carta, carta velina rossa, carta crespa gialla e arancione, 1 elastico, fili di lana nera, 1 paio di collant arancione, ovatta o gommapiuma, spille da balia, colla, una maglietta gialla da indossare.

Al bambino fate colorare di giallo il piatto di carta, tagliate i buchi per gli occhi e disegnate il naso e la bocca, aggiungete la lingua di carta velina rossa.

Sfrangiate i fogli di carta crespa gialla e arancione e incollatela intorno al piatto (verrà una folta criniera!), inserite l'elastico per legare la maschera alla testa.

Per la coda: riempite una gamba del collant con l'ovatta o la gommapiuma e con la spilla puntate all'estremità altra carta crespa sfrangiata e i fili di lana.


Per la Dama bambina:

Carta crespa in tre colori diversi, cartoncino verde lucido, caramelle incartate, 3 palle natalizie, nastri di varie lunghezze, 2 lunghe sciarpe dai colori brillanti.

Per la Corona, tagliate il cartoncino lucido a forma di Corona, incollatevi sopra le caramelle come pietre preziose, chiudetelo con le graffette.

Per la collana, infilate in un nastro le tre palle natalizie.

Per il vestito, tagliate la carta crespa in pezzi di varia lunghezza, per le balze della gonna, uniteli e cuciteli ad un pezzo di nastro, allacciate il tutto alla vita, dopo aver annodato al busto le sciarpe, fate le maniche cucendo a del nastro la carta crespa e legandola attorno al braccio.

Buon divertimento!


"A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE!"...si dice perchè ogni cosa è lecita, il periodo più allegro dell'anno, ogni travestimento è ammesso per divertirsi e lasciarsi alle spalle le cose brutte.


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Grazia
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Inserito - 19/02/2004 :  13:33:13  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Grazia


Sempre parlando di carnevale è considerato un periodo di gioia e divertimento, molti ritengono che il suo nome derivi da "CARNI LEVAMEN", un piacere temporaneo nel consumare grandi quantità di carne; altri da "CARNES LEVARE", portar via le carni; altri ancora da "CARNE VALE", addio alle carni, in riferimento al digiuno osservato nella quaresima.

Un'altra caratteristica è che ogni città ha per simbolo un pupazzo che cambia aspetto, nome e che rappresenta il male e che viene poi bruciato in un rogo, per scacciare via le cose brutte.

Nei paesi di montagna il pupazzo è rappresentato da un orso e in certe feste viene allestita una vera battaglia contro l'orso, rappresentato da una maschera, un uomo travestito da orso.

Ecco un'altra sfilata di Maschere, dalle Dame al Principe ...e per finire c'è anche il Dottor Balanzone!


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rosa blu
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Inserito - 20/02/2004 :  19:14:02  Mostra Profilo  Visita la Homepage di rosa blu  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a rosa blu

ALBERO DI


CARNEVALE

Materiale richiesto


Un grosso ramo

Un treppiede di ferro

Stelle filanti

Mascherine varie

TEMPO


30 minuti


L'idea che vi propongo non consente solo di decorare la casa per il periodo di Carnevale o quando si realizza una festa; può essere anche un modo simpatico di far servire gli ospiti di stelle filanti o di mascherine nel caso se le fossero dimenticate.
La sua realizzazione è molto semplice.
Fissare sul treppiede il ramo in maniera che rimanga eretto senza pericolo di oscillare. Appendere ai rami le mascherine che si hanno a disposizione e lanciare alcune delle stelle filanti in modo che ricadano casualmente lungo il ramo. Inserire poi i vari rotoli di stelle filanti rimasti in modo che possano essere agevolmente estratti. Il tutto richiede poco tempo.

BUON DIVERTIMENTO


rosa blu


Edited by - rosa blu on 20/02/2004 19:23:46Vai a Inizio Pagina

Elena Fiorentini
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Inserito - 03/03/2004 :  21:39:43  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
...mio zio Elio ci scrive ...

Ciao Elena,

rileggendo i tuoi preziosi messaggi riguardanti folclore e maschere, ho visto che hai presentato Arlecchino come veneziano. L'è vera no! Arlecchino è una maschera creata in Francia da un girovago Bergamasco delle val Brembana, e lo chiamò così perchè Arles era, ed è, un grande centro agricolo, il nome deformato Arlequin in luogo di Arlesien significava bifolco,paisan. Tornato in Patria il girovago Brambano, mantenne il nome francese alla maschera, e soprattutto lo portò a Venezia Capitale, dove fu il servitore caratteristico dei sciori venesian. Nelle commedie che si rappresentavano nei secoli scorsi Arlecchino e Brighella parlavano il netìo dialetto e coi sciori una parlata scombinata che divertiva molto.
Comunque Arlecchino è maschera Bargamasca non veneziana,Gioppino non è una maschera, ma un tipo caratteristico. Quando si è vecchi e la mente rimane lucida si possono ricordare tante cose....Ciao sappimi dire se ci sono altre definizioni.
Tuo ziaccio ELIO

...rispondo così...

Zio, zio, come sei pignolo!Però ci fa piacere aggiungere questa storia alle altre che stiamo raccogliendo,manda pure!
Però non so dove hai letto che abbiamo scritto che Arlecchino è veneziano.
Ti rispondo qui, essendo più appropriato l'argomento, ma puoi leggere anche in
http://www.concertodisogni.com/mp/link.asp?TOPIC_ID=7144 cliccando qui sopra.
Vere molte precisazioni. Dalle mie ricerche sulle maschere e sul carnevale , scopro che l'antico nome francese di Arlecchino era Hellequin. Era una maschera di origine demoniaca , in meta-magica ho parlato di masche, maschere , larvae, strie. Non avevo accennato alle origini demoniache delle maschere e di Alecchino perchè là non stavo parlando di maschere ma si parlava di strie.

E poi in area bambini la faccenda si faceva troppo pesante...

Arlecchino aveva una maschera nera,con baffi da gatto.Arlecchini durante le rappresentazioni teatrali medioevali ne comparivano a schiere. Dario Fo parla della difficoltà dell'attore di indossare la maschera, ma in Arlecchino non se può fare a meno: il personaggio verrebbe snaturato.
Parla anche delle maschere ispirate ad animali da cui deriverebbero alcune maschere della commedia dell'arte. In particolare si sofferma su di una maschera orientale simile a quella di Arlecchino, con tanto di abiti multicolori e maschera da gatto.

L'Arlecchino della commedia dell'arte Arlecchino viene interpretato a Milano da uno stuolo di attori per la commedia "Arlecchino servitore di due padroni".
Furono celebri gli Arlecchini di Ferruccio Soleri e di Moretti, che divertirono generazioni di bambini,e che portarono in tutto il mondo questo personaggio. Durante gli spettacoli il ruolo dell'attore che interpreta Brighella viene sostituito la sera dopo da quello di Arlecchino.
La bimba vestita da Arlecchino che toviamo all'indirizzo del Carnevale, è affiancata da una foto delpiccolo Arlecchino dipinto da Pablo Picasso, che realizzò un certo numero di quadri ispirati alla vita del circo, con costumi di Arlecchino.

Quanto a Gioppino, è vero e così pure di Meneghino , che troverai impersonato dall'attore Gianni Magni di fianco a Wilma De Angelis, la Cecca.Si tratta di personaggi e non maschere.

Ricordi che a Milano dire: "... vado a vedere i gioppini significa dire:"...vado a vedere i burattini..."

...la tua affezionata nipote Elena......

Edited by - Elena Fiorentini on 05/03/2004 20:05:43Vai a Inizio Pagina

Grazia
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Inserito - 06/03/2004 :  17:16:53  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Grazia



Grazie allo zio di Elena ho approfondito l'argomento della maschera di Arlecchino, non pensavo fosse così interessante..... ecco quanto ho trovato:

Il nome potrebbe anche derivare da Erlenkönig, folletto della mitologia scandinava e germanica; da Alichino, diavolo dantesco che in realtà deriva dall'Harlequin francese, da Achille de Harlay, gentiluomo francese che protesse un comico italiano detto Harlayqino, secondo altri il nome sarebbe il diminutivo di harle o herle uccello dal manto variopinto.

Sembra che ci sia persino una sua casa, nella Contrada di Oneta, un edificio quattrocentesco che e' destinato a diventare un museo della maschera e del teatro popolare.

All'ingresso c'è un affresco che raffigura un uomo a guardia che brandisce un bastone con una scritta: " Chi non e' de chortesia, non intragi in chasa mia, se ge venes un poltron, ce daro' col mio baston".

L'edificio apparteneva ai Grataroli, una delle famiglie piu' potenti della Valle, originaria di Oneta, che nel quattrocento vantava a Venezia ricchezze e fortune.

I Grataroli stabilitisi a Venezia avevano al loro seguito servitori Brembani ai quali affidavano anche la cura dei loro beni di Oneta, forse uno di questi servi, portato all'arte comica, avrà rappresentato sulla scena il ruolo da lui stesso ricoperto realmente, forse da qui è nato il personaggio di Arlecchino, colorito, pungente e comico che veniva apprezzato in quanto non oltraggiava l'orgoglio Veneziano, ma prendeva di mira il tipo del servitore Bergamasco, perchè questa maschera vestiva i panni del servo balordo e opportunista come erano, in quel periodo, i valligiani brembani dediti, nella citta' lagunare, a lavori umili e faticosi.


Per saperne di più sulla casa:

http://www.valbrembanaweb.com/valbrembanaweb/sitogino/musei/m_arlecchino.html


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Elena Fiorentini
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Inserito - 01/02/2005 :  10:03:12  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Rileggiamo
la cronaca
delle maschere
tradizionali.

Elena

Edited by - Elena Fiorentini on 01/02/2005 10:05:41Vai a Inizio Pagina

   
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