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 Parliamo di poesia?
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Beppe Andrianò
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Inserito - 11/11/2003 :  20:53:39  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Beppe Andrianò  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Beppe Andrianò
Ultimamente ho riscoperto la bellezza della poesia. Io sono sempre stato prevalentemente un autore di prosa, creavo racconti che descrivevano la vita di tutti i giorni rileggendola con una chiave diversa dall'usuale.

Negli ultimi tempi ho scritto tante poesie. Era un modo per entrare in un dialogo piu' interiore, profondo, una specie di autoanalisi e di lettura del mio mondo.

Molte persone mi hanno scritto facendomi i complimenti per quello che scrivevo, per quello che le mie poesie avevano evocato, trasmesso.

Ultimamente una persona che stimo in modo particolare mi ha parlato di metrica, di come ha gradito la struttura con cui ho disposto i miei pensieri nella mia poesia.

Io tutto avrei pensato tranne alla metrica. Per me poesia e' un desiderio impellente, una esplusione dalla mente e dalle dita, qualcosa che mi brucia e devo fare uscire. Spesso è capitato che salutassi di colpo persone al telefono perchè mi "scappava" di fare poesia.

Quindi la metrica. Io penso che la mia sia una metrica orale; così come mi immagino di leggere la poesia e così la scrivo usando spazi e tempi diversi da quelli offerti dalle regole dell'ortografia con le sue virgole ed i suoi punti.

Per questo le mie poesie appaiono forse strane a chi le legge.. inusuali.

Forse leggendole adesso immaginerete i miei spazi, i respiri ed i tempi e le braccia e gli sguardi. Chissà.. e dalla metrica si passa all'oratoria poetica.

Cosa ne pensate? certamente io non sono un "poeta" e nemmeno un cultore del "bello scrivere" ma vorrei conoscere il vostro pensiero.

Vi regalo un piccolo brano tratto da un libro regalatomi da una Concertista cui voglio particolarmente bene. Il libro e' "Neve" di Maxence Fermine (ne abbiamo parlato anche in recensioni credo).

In questo punto il giovane Yuko, poeta e pittore, riceve dal grande poeta e pittore giapponese, il maestro Soseki, divenuto cieco per amore, una grande verità sulla poesia.


"Yuko, tu sarai completo come poeta solo quando nella tua scrittura fonderai nozioni di pittura, di calligrafia, di musica e di danza. E, sopratutto, quando padroneggerai l'arte del funambolo".

Yuko sorrise, "Perchè mai dovrebbe giovarmi l'arte del funambolo?" chiese.

Soseki poggiò una mano sulla spalla del giovane, come aveva fatto un mese prima.

"Perchè'? In verità, il poeta, il vero poeta, possiede l'arte del funambolo. Scrivere è avanzare parola dopo parola su di un filo di bellezza, il filo di una poesia, di un'opera, di una storia adagiata su carta di seta. Scrivere è avanzare passo dopo passo, pagina dopo pagina, sul cammino del libro. Il difficile non è elevarsi dal suolo e mantenersi in equilibrio sul filo del linguaggio, aiutato dal bilanciere della penna. Non è neppure andar dritto su una linea continua interrotta da vertigini effimere quanto la cascata di una virgola o l'ostacolo di un punto. No, il difficile, per il poeta, è rimanere costantemente su quel filo che è la scrittura, vivere ogni ora della vita all'altezza del proprio sogno, non scendere mai, neppure per qualche istante, dalla corda dell'immaginazione. In verità, il difficile è diventare funambolo della parola".


Ed ora.. parliamo di poesia?

Un saluto a tutti,
beppe


Beppe Andrianò

elisabetta
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Inserito - 11/11/2003 :  21:56:10  Mostra Profilo  Visita la Homepage di elisabetta  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a elisabetta
la poesia è un mondo da scoprire dentro se stessi e negli altri... la poesia per me è una necessità impellente ... un modo di guardarsi dentro e nello stesso tempo di trovare delle risposte... la poesia ha non solo un suo aspetto metrico... ma anche un suo aspetto grafico... quando insegno ai miei studenti come si analizza una poesia... la prima cosa che gli dico è di guardarla... di vedere il rapporto fra gli spazi bianchi e le lettere... come sono messi i versi sul foglio bianco... secondo me la metrica può legare una poesia... io amo il verso libero... la poesia ermetica... quella di Ungaretti per esempio... e l’idea di costringere i miei pensieri in una struttura che mi ricorda la poesia dell’ottocento... non mi piace... forse perchè il pensiero e la pulsione poetica non possono essere legate da regole ritmi ed accenti... perchè devono poter volare liberi... e poter esprimere il flusso della propria coscienza...

elisabettaVai a Inizio Pagina

Paolo Talanca
Senatore


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Inserito - 11/11/2003 :  23:27:20  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Paolo Talanca  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Paolo Talanca
Sono d'accordo che la metrica possa essere un puro aspetto formale e, in quanto tale, possa avere poco a che fare con la vera essenza della poesia. La metrica, però, a mio avviso può rappresentare un modo che ci esce da dentro e da riportare immediatamente sul foglio. I pensieri migliori spesso escono in endecasillabi ad un poeta, perché inconsciamente lui ragiona in quel modo in poesia. Così, per soddisfare quel bisogno impellente di cui parlava Beppe e che tutti comprendiamo, non ci pensiamo su e lo scriviamo così come viene. Mi viene in mente un pensiero di Schopenauer tratto da "Il mondo come volontà e rappresentazione"; un pensiero che piaceva tanto a D'Annunzio:

“Un verso dalla rima ben riuscita suscita, con il suo effetto indicibilmente enfatico, una particolare sensazione, come se il pensiero che esso esprime esistesse già predestinato, anzi preformato nella lingua, e il oeta l'avesse solo estratto. [...] L'oggetto immediatamente dato nella percezione uditiva, ossia il puro e semplice suono delle parole, acquista, con il ritmo e la rima, una certa compiutezza e importanza in sé, poiché in tal modo diventa una specie di musica: perciò quel suono sembra esistere ora solo per se stesso e non più come semplice mezzo, come semplice segno di qualcosa, ossia del senso delle parole. […] Il segno dal quale si riconosce immediatamente il vero poeta, sia di genere elevato sia di genere inferiore, è la naturalezza delle sue rime: esse si riuniscono spontaneamente come per decreto divino; i pensieri gli vengono in mente già in rima. Il prosatore occulto invece cerca la rima per il pensiero e lo scribacchino il pensiero per la rima”

Il tutto è espresso nel romanzo di D’Annunzio “Il piacere” in modo divino:

“Un pensiero esattamente espresso in un verso perfetto è un pensiero che già esisteva preformato nell’oscura profondità della lingua. […] Quasi sempre, per incominciare a comporre, egli aveva bisogno di una intonazione musicale datagli da un altro poeta”

E’ chiaro che Schopenauer parla solo di rima, ma noi possiamo immaginare, come fa D’Annunzio, che questo valga anche per il ritmo prosodico e quindi la scansione metrica. Io non credo perciò che la metrica sia un semplice metodo per “ricordare le filastrocche” (come diceva una mia professoressa delle superiori) ma una esigenza interiore. Se ci pensiamo, anche i fautori del verso libero osservano nella maggior parte dei casi dei ritmi trisillabici o quadrisillabici (non tutti, ovviamente).
Io personalmente, nell’esaminare un verso tengo conto della metrica solo se questa può portare un significato ulteriore, ma è naturale che la scansione ritmica può essere fondamentale per “portare alla luce” un verso che spingeva prepotentemente nel nostro stomaco. La stessa cosa può valere per una serie di versi come una quartina di endecasillabi: non si può pensare di “riassumere” i quattro endecasillabi iniziali de “La guerra di piero” di De André:

“Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi”

Sono venuti fuori così e così devono rimanere.
Forse è proprio per questo fascino che la poesia emana che si cerca di voler realizzare un sonetto o anche una canzone trecentesca con difficilissime particolarità metriche.

P.S. Ora vado a vedere il Maurizio Costanzo perché c'è ospite Margherita Buy!

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francesca
Emerito



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Inserito - 11/11/2003 :  23:41:31  Mostra Profilo  Visita la Homepage di francesca  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a francesca
La poesia. La poesia rappresenta l'unione tra complessità ed essenzialità. La vera poesia è quella che tratta temi profondi, o meglio, la profondità di qualsiasi tema, restiutendo a chi la scrive e a chi la legge la sua componente di semplicità, di sapore antico percepibile o almento intuibile da tutti. La poesia permette di scoprire l'anima di se stessi e di quello che ci circonda. La poesia allena lo spirito e gli occhi all'osservazione continua: un gesto inatteso compiuto da una persona che conosciamo o che abbiamo appena incontrato, un colore, una forma che stona, che spicca fra altre sono alcuni elementi che rappresentano dei segni. Segni che ci ricordano chi siamo stati, chi siamo, cosa ci portiamo dentro. La poesia in questo senso è implacabile, soprattutto per chi la crea perché non ammette distrazione, non vuole bugie. Ci sono tanti modi per fare poesia, ma la sua essenza è legata alla Verità che esiste e che si manifesta, è presente tra migliaia di sfumature e sembianze.
Il mitico Borges della poesia scrive: "La parola sarebbe stata all'inizio un simbolo magico che l'usura del tempo ha deprezzato. Il poeta avrebbe la missione di restituire alla parola, almeno parzialmente, la sua primitiva e oggi nascosta virtù. Due doveri avrebbe ogni verso: comunicare un fatto preciso e toccarci fisicamente come la vicinanza al mare." (prologo a "La rosa profonda", Buenos Aires giugno 1975)

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leda cossu
Senatore


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Inserito - 12/11/2003 :  08:19:33  Mostra Profilo  Visita la Homepage di leda cossu  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a leda cossu
Ci sono poesie che mi toccano subito, mi regalano l’immagine di chi scrive, cosa pensa, cosa sente e dove sta dirigendo i suoi passi.
Non solo cosa viene detto, ma chi parla, esprime la persona. Di come scorre il suono della sua parola. Un dono.

Dirla bene è importante, ma chi lo fa dovrebbe riconoscere e svelare l’anima di chi scrive. Così alla poesia di chi scrive si aggiunge la poesia della persona che la interpreta.
Forse sarebbe meglio leggere le proprie poesie, se uno ce la fa. Se non fosse declamata bene l’immagine ne soffrirebbe, ma l’anima rivelata sarebbe altrettanto bella, anche se solo in fessura, ma ci vuole coraggio, o forse solo accoglienza reciproca ed esercizio.

La parola mi piace vera. Bella, ma anche vera. Se manca uno dei due aggettivi…l’immagine, corre via, scappa. Rimane poco.
Nella poesia è l’anima a scrivere, dipingere, cantare, volare, urlare, sperare...
A volte è l’anima di ciò che viene descritto, ad esempio in San Martino del Carducci, ma anche in molte poesie dei concertisti è la natura che si anima e fa muovere il paesaggio, le parole sembrano oggettive, una fotografia.

Ritma baciata o senza bacio? Mi piacciono entrambe, anche quelle di una riga, ma un filo che scorre deve esserci, che fluisce e segue un ritmo. Il ritmo può fermarsi per dire una cosa, poi due, cambiare, ma si deve far riconoscere.

Posso parlare di “mia” poesia? Fino a due mesi fa c’era solo la mia anima e le sue immagini. Oggi non esiste la mia poesia, ma la mia anima esiste ancora con le sue immagini delle persone, del mondo e… del cielo. Sono queste che mi ricordo di quello che scrivo, solo le immagini.
La forma è importante, ci sono messaggi che fanno soffrire solo perché detti in malo modo, anche se lo spirito che ci anima è positivo, la parola è importante, può essere un carezza leggera che arriva dove a volte non si riesce o non si può arrivare con un abbraccio.

La bellezza è perfezione? Non lo penso. Penso che il viaggio sia più importante della meta. Ed una persona in cammino, anche nelle sue forme espressive… è bellissima… una poesia che si rivela a chi vuole leggerla.

LedaVai a Inizio Pagina

Sofia
Emerito



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Inserito - 12/11/2003 :  13:41:30  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Sofia  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Sofia
La poesia è la mia voce interiore , che prende vita tra le dita tra i suoni ed i colori del mio animo...ed è lei a formarsi nella mia mente mi regala le parole e il mezzo per esprimere ciò che spesso tengo incatenato. E la mia poesia è talmente viva quando scrivo che mi emoziana e solo un foglio e una penna può controllare questo mio sentimento ,mette le briglie ai miei impulsi o forse li scatena e in questo marasma io scrivo.
So cos'è la metrica e quant'altro,ma non ho mai voluto e tanto meno riuscita ad applicare forme e figure retoriche al mio scritto,perchè come ho detto prima è un esplosione istantanea. E il legger le miei poesie mi blocca veramente , perchè ho paura di far sentire la mia intesità. é qualcosa di forte.
Ho trovato molto vero le ultime cinque righe della citazione di Beppe, e mi rendo conto che probabilmente io non vivo all'altezza del mio sogno e che per necessità scendo dalle corde dell'immaginazione, ma sono felice perchè so che la mia mente è capace di volare. Quando sento il mio cuore pulsare per l'emozione come lo sento adesso perchè sto parlando di poesia ,beh mi sento incredibilmente viva.

Sofia
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Amorina
Senatore


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Inserito - 26/11/2003 :  23:38:23  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Amorina  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Amorina
ragazzi leggervi e' sempre un'emozione,leggere poi di poesia ancor piu'.siamo poeti? credo proprio di si.come diceva beppe,poetare e' come essere travolti da un fiume in piena.come fare a scrivere pensando alla metrica?una domanda impertinente: ma beppe,riattaccavi anche se era una donzella al di la' del filo?un abbraccio

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Paolo Talanca
Senatore


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Inserito - 27/11/2003 :  10:47:11  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Paolo Talanca  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Paolo Talanca
Ma infatti, Amorina, io penso che sia impossibile scrivere pensando alla metrica (si finirebbe per cercare il triste "pensiero per la rima" del mio precedente messaggio).
E' solo che spesso i pensieri ci vengono in una metrica perfetta, dunque è la metrica stessa ad essere poesia.

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francesca
Emerito



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Inserito - 19/12/2003 :  01:12:49  Mostra Profilo  Visita la Homepage di francesca  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a francesca
"Finché prendi quanto tu stesso hai lanciato, tutto è
destrezza e risibile vincita;
solo se dimprovviso diventi chi prende la palla
che una eterna compagna di giochi
lanciò a te, al tuo centro, con lo slancio
propriamente potuto, in uno di quegli archi
di grande, divina costruzione di ponti:
solo allora saper prendere è forza-
non tua, di un mondo. E se tu
possedessi forza e coraggio per lanciare assai indietro,
no, più stupendo; se ti scordassi di forze e coraggio
e già avessi lanciato...come l'anno
lancia gli uccelli migranti,
che un calore più antico del giovane
catapulta attraverso i mari- solo
in un rischio tale hai valida parte nel gioco.
Non agevoli più il tuo lanciare; non più
te lo arresti. La meteora ti esce
di mano e infuria verso i suoi spazi..."

(Rilke, Ultime Poesie)

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Beppe Andrianò
Amministratore


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Inserito - 20/12/2003 :  11:08:11  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Beppe Andrianò  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Beppe Andrianò
Ultimanente ho riscoperto il piacere di leggere e farmi leggere poesie.
Voi lo fate? E' bello potersi rilassare dedicandosi ad una poesia, resa reale da una voce, in cui immergersi affidando all'altro (la voce) l'incarico di dipingere le atmosfere e gli istanti, le pause.
Adoro anche leggerle.. ma ultimamente e' proprio l'aspetto oratorio che mi piace. Ho scoperto questa cosa leggendo quasi per gioco una poesia al compleanno di Elena, una poesia scritta da una nostra giovane concertista.
Di seguito ho chiesto ad alcune persone di leggermi le proprie poesie.. o poesie di autori famosi e mi sono accorto di come ciascuno di noi "indossi" una poesia in modo diverso.
In qualche modo sentire una poesia letta e' come assistere ad una sfilata di splendidi abiti indossati da modelli capaci e affascinanti.

Presto organizzeremo altre sessioni di Slam Poetry (poesia recitata dagli autori) in luoghi diversi sia nella nostra isola del rispetto sia in una qualsiasi delle nostre ambasciate nel mondo reale.

Un sorriso a tutti,
beppe


Beppe AndrianòVai a Inizio Pagina

paolo francia
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Inserito - 22/12/2003 :  11:43:35  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a paolo francia
La poesia è sostanza,energia.Parole messe una accanto all'altra che si riempiono di significato, che danno emozione, che esprimono un punto di vista, una verita' assoluta per l'autore:La propria verità, la propria cultura. Cosi' come per qualsiasi forma d'arte. In questo senso, il verso libero, ha una propria vitalita'e si esprime istintivamente, senza regole precise. La poesia pero', come ogni forma d'arte, richiede tecnica, preparazione, padronanza della lingua.
Ha delle regole che apparentemente possono sembrare imbriglianti ma, riuscire ad emozionare, a far vedere il proprio punto di vista ponendosi il rispetto di regole ritmiche (metrica) di musicalita' e scorrevolezza, di personalita... vuol dire chiedere molto di piu' a chi scrive. Per questo i poeti sono tanti, ma, i grandi poeti, molto pochi..

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Admin
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Inserito - 03/01/2004 :  13:42:58  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Admin  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Admin
Ed ora che la Poesia su concertodisogni riassorbe la sua originale oralità.. dando la possibilità agli autori di scrivere e, se lo desiderano, declamare la propria poesia.. aggiungendo un ulteriore tocco personale alla propria opera?

Che ne pensate? cosa accade alla poesia scritta quando ridiventa udibile?

Io personalmente non riesco a godere della seconda versione senza poter comunque leggere.. a quel punto la voce diventa solo un sottofondo musicale .. ma la magia si genera davanti agli occhi..

ciao


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falug
admin


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Inserito - 10/01/2004 :  12:07:04  Mostra Profilo  Visita la Homepage di falug  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a falug
Una poesia non è un'unica poesia; è una, cento, mille poesie. E' quella che ha vissuto e poi scritto il poeta, sono quelle,una diversa dall'altra , che ogni lettore vive nel suo intimo, leggendola; sono quelle, sempre diverse, di chi le legge ad alta voce: la stessa poesia letta da me o da Gasmann, sono due diverse poesie.Per me , la differenza fra poesia e prosa è proprio la facoltà della poesia di essere vissuta ed espressa in tanti modi diversi.
Falug

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