Concerto di Sogni
Main sponsor: Ideal Gomma Sport Sas
Think and Make It!

Remember Nassiriya : Appendete una bandiera ai vostri monitor Concert of the World: English Version



 Home   Elenco Autori   Forum:Elenco Argomenti   Eventi attuali e storici    Le prime pagine   Link  
Utente:
 
Password:
 
Salva password Dimenticata la password?
 
 tutti i Forum
 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 Era il tempo
 Versione per la stampa  
Autore Tema Precedente Tema Tema Successivo  
ophelja
Curatore


Italy
2095 Inseriti
153 Gold
2110 Punti Rep.
Inserito - 01/07/2003 :  12:55:17  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a ophelja
Era il tempo in cui gli alberi della grande vallata si riempivano dei dolci frutti che offrivamo alle divinità del bosco e il fiume, gonfio delle acque dei monti, risuonava possente nel silenzio della mia terra.
All’improvviso, uomini dai capelli del colore del grano maturo irruppero gridando nel nostro villaggio, e squarciarono nel sangue la quiete di quel giorno luminoso.
Gli dei, a cui fedeli innalzavamo i nostri sacrifici, non ascoltarono le nostre suppliche e permisero che i fanciulli fossero strappati dalle braccia delle madri urlanti di disperazione, che le donne anziane implorassero una pietà inascoltata e derisa.
Rimase solo il pianto sommesso e rassegnato delle donne piu’ giovani, risparmiate per un destino sconosciuto.
Il mio nome era Loriste e appartenevo al popolo dei Pentri ; Roma, per la quale sopportavamo onerosamente le conseguenza della nostra fedeltà, era lontana e il suo esercito, dopo il successo ottenuto sul barbaro cartaginese presso Gerione, era accampato ad un giorno di galoppo da noi.
Lasciai la mia terra con dolore e odio nel cuore: Oh! se Mamerte avesse esaudito la mia supplica! Sarei morta combattendo, portando nel tenebroso antro di Mefite almeno uno di quegli uomini che ora incendiavano le nostre capanne, distruggendo, per capriccio, quanto avevamo faticosamente raccolto.
Ma le mie mani erano legate con robuste strisce di cuoio a quelle di tante sfortunate sorelle e sapevo che nessuno avrebbe potuto salvarmi: nemmeno Silezio, il mio sposo partito per combattere al fianco di Roma.
Arrivammo all’accampamento quando il sole scompariva dietro la montagna, incendiando di rosso il suo profilo maestoso; gli ultimi uccelli tornavano frettolosi ai loro nidi e la notte si apprestava a ricoprire ogni cosa con il suo scuro mantello.
Le tende del nemico, piantate nel punto piu’ alto di una piccola rocca , si innalzavano fra i fuochi che punteggiavano in gran numero quella infinita distesa di uomini e bestie.
Ovunque rumore di armi, parole in idiomi sconosciuti, ovunque il forte odore di umanità mischiato al tanfo degli animali.
Lontano, qualcuno cantava .
Il nostro arrivo fu salutato da alte grida di giubilo; come noi, gli animali razziati tremavano di paura al passaggio fra quella folla eccitata.
Ci diedero da bere del latte di capra e aspettammo che il sonno, pietoso, ci consegnasse
ai fantasmi della notte.
Quale sarebbe stata la mia sorte? Sarei divenuta la schiava di un nemico malvagio ?
Invocai la temuta Mefite, affinchè con il suo abbraccio mortale, mi trascinasse nelle profondità tenebrose della terra, ma solo un gufo, incurante di tutto, ripeteva il suo lugubre lamento.
E venne l’alba che, ignara del tumulto del mio cuore, come ogni giorno cominciò a riscaldare la terra.
I cani abbaiavano e i cavalli scalciavano nervosi ; gli alberi tremavano lievi mostrando l’argento delle loro foglie. Era in arrivo il vento di fuoco, così chiamato dalla mia gente per il suo spirare continuo e infuocato che impedisce il respiro.
Viene da lontano e – dicono - sia un mare di sabbia la sua culla. Per tre giorni soffia violento, e costringe uomini e bestie a fuggire l’afa riparandosi nelle grotte.
Circondato da uomini dalla pelle scura venne un uomo che ordino’ di slegarci.
I suoi gesti erano autorevoli e la sua voce decisa; ci parlò in una lingua straniera che le nostre guardiane si affrettarono a tradurci; “lui”, era il terribile Annibale, colui che aveva piegato la potenza di Roma, il nemico della mia gente.
“Digli il tuo nome” mi apostrofò un soldato del suo seguito che parlava la mia lingua.
Non risposi. Mi colpi con una frusta, promettendomi con uno sguardo di disprezzo e minaccia: “Domani, dopo la battaglia, risponderai”.
La battaglia… Ovunque si avvertiva il timore di quello scontro; si sentiva nel rumore incessante delle pietre sfregate sulle punte delle frecce e delle corte spade, si vedeva nello sguardo spavaldo dei soldati, si riconosceva nella compostezza dei comandanti.
E già la morte si aggirava nel campo per segnare i prescelti con il suo sigillo nero.
La piana che costeggiava il nostro impetuoso fiume, laddove le canne crescevano alte fra le paludi, non era grande abbastanza per contenere quella immensa moltitudine di combattenti; eppure era quello il luogo che gli dei avevano scelto per umiliare Roma e i suoi alleati, venuti fin li’ per aver ragione del più infido dei loro nemici: Annibale, il cartaginese, colui che, con solenne giuramento , aveva fatto dell’odio per Roma l’unico motivo della sua vita.
E venne il temuto e atteso momento della battaglia.
La notte era ancora indecisa a lasciare il posto alla luce, quando Interminabili fila di uomini cominciarono ad oltrepassare il fiume al suono terrificante dei tamburi.
Erano di razze diverse e diversamente vestiti; alcuni a petto nudo, altri con corte tuniche bianche orlate di rosso, altri con vesti romane, trofei esibiti di passate vittorie.
Anche i cavalieri erano innumerevoli e sembravano un tutt’uno con i magnifici cavalli che montavano.
Quanti sarebbero tornati? Chi, fra di loro, avrebbe combattuto contro Silezio?
Portati dal vento, si udivano, lontano, gli echi dello scontro che durò fino al tramonto.
Grida spaventose, ingigantite dal soffio carico di sabbia di quel vento accecante, arrivavano a ondate all’accampamento dove, in silenzio, aspettavamo l’esito della battaglia e, con essa, della nostra sorte.
La prima cosa che vedemmo dell’uomo lanciato al galoppo sfrenato fu un’insegna romana; allora capii e piansi.
Il giorno seguente ci affidarono un compito terribile: mentre le alte cataste di corpi bruciavano con sinistri crepitii nell’aria satura dell’odore di morte, dovevamo lavare le tuniche e i mantelli strappati ai cadaveri dei giovani caduti in quella battaglia sanguinosa .
Quanti erano? Tanti… e giacevano per terra a mucchi, come un raccolto di erbe secche, recise dal capriccio di un pazzo.
Fra le mie mani ormai rese insensibili dalle gelide acque del fiume Aufidus, il sangue di Roma e dei suoi alleati si scioglieva in mille bolle rossastre.
Quell’acqua, un tempo dispensatrice di sollievo alla calura estiva, ora era fetida e l’erba che costeggiava i suoi argini tratteneva una schiuma scura che imputridiva al sole.
Eppure, essa mi attirava, sembrava la sola fuga dall’orrore in cui mi trovavo.
Lavavo quei panni induriti dal sangue rappreso e pensavo agli uomini che li avevano indossati, a come essi erano morti; ricordavo nei miei, i gesti della filatura che forse una sposa, una madre, aveva compiuto per preparare quelle tuniche, quei mantelli…
Silezio…Riconobbi la corta tunica di lana che avevo cucito all’ombra delle querce e colorato con le noci raccolte nella notte del passaggio dei soli, e non volli più vivere.
Celando la mia disperazione , senza un lamento, nell’acqua già rossa del fiume, mi recisi i polsi con una selce.
Vidi il mio sangue unirsi a quello dei tanti caduti valorosi e sfortunati e , solo allora, con la veste di Silezio sul cuore, mi sentii in pace.
Il mio nome era Loriste e appartenevo al popolo dei Pentri: ora sono soltanto nel gorgogliare continuo del fiume, nel sussurro leggero del vento fra le canne rigogliose di una palude nutrita di sangue…
(Battaglia di Canne, 2 agosto 216 A.C.)


Ophelja

   
Clicca qui per la scheda generale dell'autore
Altri testi dello stesso autore
Tema Godsend
Tema Il clown Miluod
Tema Incorniciato L'opera buona
Tema Omaggio ad una stagione: l'Autunno in poesia
Tema Incorniciato La luna nel piatto 
Tema logout non richiesto!
Tema E' già il grande giorno? 
Tema Frutta di stagione: il melograno
Tema salve
Tema Incorniciato Sotto la luna
Tema Incorniciato Mela racconta
Tema Consiglio stilistico
Tema dedicato a tutti i Carlo e Carla
Tema presentazione
Tema buon compleanno, marcello!
Tema Siamo così noi donne???
Tema ^^^Il mio micio^^^
Tema Fotografie speciali
Tema Incorniciato Tutto fumo e niente arrosto
Tema AVVISO IMPORTANTE 
-----------------------------------------
Vai a:

Pagina Caricata in :1,90
Imposta come tua pagina di avvio aggiungi ai favoriti Privacy Segnala Errori © 2001-2021 Concerto di Sogni - B.A. & R.M MaxWebPortal Snitz Forums Go To Top Of Page