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 La forza della voce/"I forzieri con le cambiali"
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Roberto Mahlab
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Inserito - 11/01/2014 :  17:10:10  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Pausa pranzo durante un viaggio di lavoro, incontro la direttrice di una filiale di una importante banca nazionale.

“Siete gli occhi, le orecchie, i sensi del paese. Cosa avvertite?”
“Delusione, dai due lati, creditizio e del cliente. Una delusione che crea molta tristezza. Ero arrabbiata, almeno la rabbia porta alla reazione. La delusione porta alla rassegnazione e mi fa paura”.

“C’è coscienza diffusa di quanto sta accadendo?”
“No, non si è presa coscienza nella gran parte della popolazione, molti sono ciechi o non vogliono vedere”.

“Come sta evolvendo la crisi?”
“Chi lavora nel mio comparto può raccontarvi come stiano arrivando gli addebiti di carte di credito e dei mutui, ebbene, la maggior parte dei debitori non li copriranno”.

“Perché?”
“Perché ci sono stati Natale e le feste con la gente ancora convinta di poter o dover fare i regali, di andare in vacanza, ormai una vita sul filo del rasoio, anziché fare il punto e capire cosa accade e perché”.

“Cosa devono capire?”
“La cosa importante : ’ti stanno affamando’.
Storicamente mi viene in mente la situazione sotto gli spagnoli ai tempi di Masaniello, c’erano le tre 'effe', ‘la festa che ti occupa la testa, la farina, poca, e la forca, se non fai cosa ti diciamo di fare’. Per come la vedo io non ci stiamo distanziando da quell'epoca. I politici ci abbagliano con luci natalizie per poi impiccarci”.

“Letteralmente? E non c’è consapevolezza?”
“C’è la piccola parte che ha aperto gli occhi e chiede : che si fa? La risposta è : bisogna agire”.

“Le banche?”
“Sul territorio la banca cerca di dare una mano, per la semplice ragione che le aziende sono il pane per la banca”.

“Trovate difficoltà esterne?”
“La banca è messa alle corde da un mostro creato dalla debolezza dei politici, mi riferisco alle regole della banca centrale europea, diktat tali sul rating delle imprese che ci sono quelle che se lo ritrovano basso anche per limitati ritardi di pagamento da parte dei loro clienti, si ritrovano 'la lettera scarlatta' che è il rating. Prima potevamo guardare alla qualità delle persone e delle società, adesso non si può più. Siamo soldatini omologati, questo porta allo schiacciamento dell’individualità, dobbiamo attenerci a freddi numeri. Non si può più credere, riporre fiducia, noi cerchiamo comunque di farlo per quanto possibile, per superare questo momento causato da altri”.

“Ci sono anche altri responsabili?”
“Sì, ci sono clienti importanti che hanno presentato richiesta e ottenuto prestiti e poi non li hanno restituiti, li hanno mandati altrove e hanno dichiarato fallimento e non direi proprio che tutto questo sia giustificato dalle tasse alte. La conseguenza è che così la banca non ha da prestare fondi a chi ha veramente bisogno”.

“Quali sono le prospettive?”
“Provo amarezza proprio perché non vedo futuro, vedo buio all'orizzonte, avere figli, nipoti, non si fanno figli perché non hanno futuro, che fine faranno? E per una donna poi, stare a casa..."

“Stare a casa, sta parlando di problemi particolari per le donne?”
“C’è un argomento a monte, la donna che comincia a pensare diventa un problema. La finanza è un ambiente maschilista, ci siamo prese spazi, conquistati con grandi difficoltà. La donna nasce per fare più cose contemporaneamente, lavoro, famiglia”.

“E l’uomo nasce per …?”
“L’uomo nasce. Punto.”

“Dunque i problemi sociali affrontati in altri paesi da noi sono ancora lontani dalla soluzione …”
“Certo, non tutte abbiamo una famiglia vicina che aiuta, il nostro paese non dà strutture per una donna che vuole gestire la propria vita”.

“Problemi vecchi che si aggiungono ai problemi nuovi …”
“Notiamo che si stanno creando correnti di razzismo, lo stato deve capire che in questo momento c'è bisogno di assistere gli italiani, lasciar perdere il falso buonismo, ci sono imprese in sofferenza perché altre usano il lavoro nero, è questo che bisogna regolamentare. Da noi invece le uniche regole sono le tasse e i massacri economici delle persone”.

“C’è ancora spazio per proposte?”
“I clienti non hanno più soldi. Devono pagare l’imu che cambia nome e ci sono persone che hanno cinque figli da sfamare”.

“E l’imu sui capannoni d’impresa?”
“Le imprese hanno luoghi di attività che creano occupazione che a sua volta crea reddito e lo tassano! Ammazzano l'azienda!”

“Da dove si possono prendere i soldi?”
“La tassa sulle plusvalenze? Può andare, ma con attenzione, sono soldi sudati e guadagnati. Insomma il mio è un grido d'allarme, il dramma io lo vedo, stiamo assistendo alla distruzione di un popolo”.

“In definitiva la nostra crisi attuale non è economica?”
“E’ un discorso che mi fa sorridere, amaramente, è stata una crisi a livello mondiale, sono crisi cicliche e c'è chi ci ha guadagnato, abbiamo affrontato Lehman, poi la bolla speculativa. Mentre gli americani credono nel loro paese, in Italia i nostri politici dicono al popolo : armiamoci e combattete voi!. Non viene data la possibilità di credere nel paese, centinaia sono in esodo perché hanno sbagliato a contare le persone!”.

“Si vedono i politici in giro tra la gente?”
“Oggi no, un tempo erano più legati al territorio, andavano ad ascoltare e parlare tra la gente. Oggi i comizi li fanno con il microfono seduti nelle loro auto blu.
E i 150 euro che volevano indietro dagli insegnanti, i diritti acquisiti ci sono quando fa comodo, 98.000 euro di pensione ai politici sono diritti acquisiti che invece vanno bene? Io ho un nonno in carrozzina, con badante, 600 euro di pensione che se ne va in affitto.
Sono come i Borboni, si arricchivano mentre la gente finiva sulla forca, loro hanno la villa e la barca al mare.
All'estero la politica ha dato i mezzi per superare la crisi.
I politici mangiano ovunque, ma all’estero danno anche da mangiare perché sanno che se si sviluppa il paese, stanno meglio pur loro. Da noi, la parola d’ordine è : affamiamo il paese e arricchiamoci.”

“L’Europa?”
“Ad esempio Monti non si poneva nemmeno il problema di rappresentarci sul serio in Europa. Manca il senso dell'Europa, se abbiamo fatto l’euro, allora è necessaria una unione vera, non popoli di serie B.
Io voglio la Ue, la libera circolazione, voglio l’euro, ma in una comunità reale e i miei politici non sono all'altezza.
Prendiamo gli agricoltori e gli allevatori, ci sono le quote e quindi non la libera concorrenza, il resto delle produzioni viene buttato via! Una volta ho chiesto ad un produttore :’Perché non lo spedisce a chi ha bisogno?’. Mi ha risposto :’Sa cosa mi costerebbe? La Ue non ha regole in proposito, dovrei farlo a mie spese’”.

“In questo momento dunque la crisi è più politica?”
“E’ un abisso, tengono buono il popolino con i media di partito e cancellano la classe media”.

“Parlano della mancanza di coperture che non permette di abbassare le tasse …”
“Coperture? Hanno mangiato tutto, i forzieri però non sono vuoti, perché hanno le cambiali dentro.
Hanno provato con i tecnici, buona idea, peccato che erano quelli sbagliati che seguivano le paginette dei manuali, non rapportati alla realtà”.

“Gli investitori esteri non vengono in Italia …”
“Esteri? E perché non quelli interni? Invece i gioielli se ne sono andati, dai gianduiotti ai turchi alle case di moda ai francesi, il Made in Italy è stato distrutto dall’ interno, non dalla concorrenza estera”.

“Allora da dove si possono prendere i soldi?”
“Le sovvenzioni pubbliche ai partiti vanno tolte, ci sono conti correnti con grosse cifre intestate a partiti o deputati. Si devono autosovvenzionare, sono tasse di fatto di tipo fascista.
Uno stato non colluso avrebbe tagliato questo abuso e avrebbe dato respiro alle aziende che avrebbero assorbito gli esodati. La circolazione monetaria fa ripartire tutto quanto, le aziende che chiudono sono causa di crisi sociale”.

“Ma i politici sono ladri o sono solo stupidi?”
“Sono analfabeti che pensano alla ricchezza loro e poi sono anche ladri e collusi, la ‘poltrona’ serve per questo”.

“L’informazione?”
“E' usata dai politici, a metà del telegiornale ti mandano la notizia del cagnolino che abbaia”.

“Ci sono nostre colpe in quanto cittadini?”
“Sì, non ci si deve girare dall'altra parte altrimenti si è collusi, C’è la sindrome del carcerato : 'non parlo perché non parla nessuno'. Bisogna prendere coscienza, non sta succedendo ad altri!
I personaggi al potere non si sono autonominati, la casta non è solo politica, ci sono anche i signorotti a cui va bene non sentire il puzzo del popolo”.

“Cosa pensa del progetto della Forza della Voce?”
“Penso che dia unione, da cui nasce forza, la forza di reagire, di rendersi conto che siamo individui con diritti e non solo doveri, e poi i doveri li avremmo verso chi? Dobbiamo smettere di sentirci isolati e nella nostra Storia abbiamo tante volte subito come popolo e abbiamo sempre reagito. Risvegliamoci, basta! Per i nostri figli che devono poter vivere nella luce e non nel buio oscuro”.

“In un tale momento storico, c’è il rischio che ne approfittino personaggi negativi?”
“C’è un crescendo del malcontento, la rabbia va canalizzata, se non è costruttiva, affinché possa portare delle soluzioni”.

“C’è qualche politico che si salva?”
“Qualcuno, ma alle scorse elezioni l’unica voce di cambiamento era Fermare il Declino che si è fatta male da sola”.

“Sta parlando di una rivoluzione?”
“Non ci sono più le condizioni per una trattativa, non parlo ovviamente di violenza fisica ma di espressione totale di pensiero, prendere coscienza della situazione è il punto di partenza per ogni cambiamento”.

“Se le chiedessi di descrivere con un simbolo il momento che stiamo attraversando?”
“Un cerchio al cui interno c'è il mare in tempesta con il cielo nero che va piano piano a schiarirsi verso un mare tranquillo e un sole caldo. Il mare è infinito spazio, il dramma in cui è il paese, e si schiarisce, il mare è libertà”.

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(La forza della voce. Che ciascuno, anziché essere portavoce di se stesso, racconti quello che avviene agli altri che ha attorno, che conosce, di cui ha saputo, con cui parla, di chi ha vicino, racconti gli episodi che opprimono chi lavora, chi non lo può fare, chi vuole fuggire, chi viene schiacciato, che ciascuno sia la voce di dieci voci ciascuna delle quali probabilmente si sente isolata e non sa che le stesse vicende accadono a moltissimi altri, di modo da immedesimarsi e da coinvolgere).

   
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