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 Viaggio in Istria - tra passato e presente
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Elena Fiorentini
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Inserito - 11/02/2005 :  11:45:51  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
10 febbraio
parte prima - vacanze a Sistiana

Anni '70
Durante le vacanze a Sistiana venne dedicato tempo per esplorare i dintorni di Trieste, osservando sia la natura che le testimonianze storiche. Mio padre, che per organizzazione e competenza poteva essere considerato una vera guida turistica, diede particolatre rilevanza alla visita del Santuario di Monte Grisa, avveniristica costruzione del XX sec. con un panorama fantastico sul mare.
Fu, il nostro, un vero pellegrinaggio di pietà e di meditazione.

Ci parlò delle foibe, stretti e profondissimi cunicoli nella terra, era la prima volta che ne sentivo parlare.
Le foibe che visitai erano ricoperte con delle lapidi, vere tombe che recavano la descrizione di ciò che contenevano.
***
**
*
Una storia angosciante.
I dépliants descrivevano i modi brutali con cui le popolazioni venivano fatte scomparire. Uomini e donne venivano legati, uccisi a colpi di mitragliarice finché cadevano nel precipizio, alcuni solo feriti o non colpiti, morivano soffocati dai corpi.


parte seconda: vacanza in Istria nel 1983

Chissà quanti anni ci vorranno ancora, perchè venga fatta piena luce su questi terribili episodi. .

10 febbraio 2005
Questa mattina, 10 febbraio 2005, tra le ore nove e le dieci, Radio 1 ha trasmesso uno speciale sul ricordo delle foibe e degli infoibati.
Ho sentito dire tutto e il contrario di tutto da politici, Istriani delle associazioni culturali per la difesa delle minoranze, radioascoltatori, tra questi la voce di due donne che hanno portato il loro contributo altamente drammatico sulle loro vicende familiari.
***
in vacanza nel 1983
Vrsar - Orsero
Mi vennero in mente i particolari di quella infelice vacanza, prenotata con una agenzia di Milano nel 1983 in un paesino sulla costa dell'Istria a circa metà strada tra Trieste e Fiume, Vrsar, mi sembra , Orsero in italiano.
Ci furono alcuni episodi riconducibili a questa giornata.
Venni avvicinata da una anziana signora.
Ci raccomandò di parlare sottovoce, non voleva far sentire che parlava in italiano. Ci disse che molti Italiani incontrati negli anni l'avevano rimproverata di essere rimasta là e di essere una sopravvissuta, le accuse erano : fascista oppure comunista...è quello che è accaduto negli anni verso i profughi.
Sentiva il desiderio di parlare in italiano e ci disse che non se la era sentita di abbandonare i suoi morti al cimitero. Ci aveva avvicinato ammirata da un paio di calze elastiche speciali che indossava Giorgio. Ci disse che doveva andare fino a Trieste a procurarsele, infatti aveva le gambe violacee per difetto di circolazione, ma anche a Trieste trovava il tipo bianco, con poca compressione.Le nostre invece venivano dalla Germania ed erano molto costose.
Le case di orsero avevano la caratteristica dei palazzi di Trieste con il Leoni di Venezia scolpiti sulle facciate. I nomi delle vie erano in italiano incise sulle case. Si era cercato di rimuoverle, graffiandole, ma il risultato era parziale.
Eravano a dormire presso una famiglia di pescatori che provenivano dalla zona più a sud della costa dalmata. Una casetta di pescatori antichissima, tenuta molto bene, con grande pulizia e ordine.
Erano brave persone. Scherzavano volentieri con Livio che aveva otto anni. Un giorno vedemmo allestire una grande festa, migliaia di lumini gialli erano stati accesi nella baia per la regata notturna. Livio era eccitato, voleva sapere tutto della festa come fare per parteciparvi. La nostra ospite finse di non capire, io cercai di sviare il discorso, per buona educazione, ma non ne sapevo nulla nemmeno io.
Livio insistette, allora vidi la vecchia donna chinare il capo, poi fece un sospiro e sussurrò:
"E' la festa di Tito."
Livio non riusciva a capire la reticenza e nemmeno io a dire il vero. Subimmo numerose angherie, non da questa famiglia, anzi quando partimmo lasciammo al nipotino di due anni in regalo la piccola canoa indiana gonfiabile.
***
La guerra
Mi sono chiesta perchè mio padre, milanese, era a conoscenza di questi fatti. La risposta va letta nelle date. So che per breve tempo era di stanza a Trieste come ufficiale di complemento. Proveniva dal Brennero. In casa ci dovrebbe essere ancora una lettera inviata a mia mamma scritta in questo modo. Ci raccontò in seguito che aveva scritto che stava assistendo all'invasione dell'Italia da parte di truppe tedesche armate di tutto punto, con carri da guerra ecc.:
la lettera era così composta
Cara G:
poi quattro pagine cancellate con il timbro della censura,impenetrabili, per finire con i saluti leggibili.

***
Poi dal Brennero giunse a Trieste, poi di nuovo in Veneto, a Padova fino al "Tutti a casa", giorno memorabile in cui, lascio la parola amio padre:"...entrarono i tedeschi a decine in caserma con le braccia alzate in segno di resa...telefonai gli ufficiali superiori per sapere che fare, mi risposero di tornarmene a casa.."

Deve avere visto o sentito già da quell'epoca la vicenda delle foibe. . Non è entrato in ulteriori particolari...
...
ai giorni nostri - considerazioni
Chi sapeva avrebbe dovuto lasciare le proprie testimonianze personali ai figli e agli amici, come ha parzialmente fatto mio padre. La tradizione orale è sempre importante. Una amica a cui ieri raccontavo questa storia esclamò.
" Guarda che io le conosco queste cose" "Ahhh, come mai?" "Le ho sentite raccontare da tuo padre"

---continua---


Edited by - Elena Fiorentini on 11/02/2005 23:36:09

   
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