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 "Magdalene" di P.Mullan
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ophelja
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Inserito - ott 05 2002 :  16:57:02  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja

Una donna pallida e delicata, di età indefinibile, accarezza una bimba fradicia di pioggia e le asciuga il viso con una dolcezza che
riscalda il cuore anche dopo tanti anni... Suor Delfina.

Una folla di bambini della scuola materna che giocano a nascondino tra le pieghe della gonna nera di Suor Amelia che ha negli occhi azzurri una gioia indefinibile...

Queste sono le suore che hanno accomapagnato la mia vita.

Il film , contrariamente a questa premessa, mi è piaciuto molto.

Ho apprezzato la sottolineatura della musica ossessiva del matrimonio ed l'inquadratura della direttrice che si riflette nell'occhio della
ragazza punita.

E' un film scarno, duro, e mi ha fatto riflettere; l'ingiustizia, la cattiveria, generano odio e risentimento.
E' possibile che una madre, un padre siano così lontani dai loro figli?
Ho condiviso la denuncia coraggiosa del regista per eccessi che certamente ci sono stati ma mi è spiaciuto non trovare un solo accenno ai tanti eroismi di religiosi che silenziosamente e quotidianamente sublimano il messaggio cristiano.

ophelja

rege
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Inserito - ott 25 2002 :  23:15:29  Mostra Profilo  Visita la Homepage di rege  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a rege
Innanzitutto ciao Ophelja.
Mah, ho idea che se in questo film non v'è accenno ai (sicuramente molti) religiosi che hanno fatto dell'abnegazione il proprio stile di vita, è perché la storia stessa non lo richiedeva. Personalmente, non ho interpretato il bellissimo Magdalene come un processo alle personalità cattoliche e al loro operato. Qua è stata raccontata una situazione per denunciare quella che - purtroppo e incredibilmente - continua ad essere la condizione femminile in moltissimi parti del mondo, e all'interno di molte tradizioni religiose, con modalità diverse, ma con la medesima finalità (cioè di annichilire qualsiasi tendenza al pensiero individuale o alla diversità spirituale). Questo è l'unico dato di fatto, e tenendone conto non si può che biasimare, e aborrire chiunque tenti di farne punto cardine di qualsiasi pensiero religioso - laddove si predicano l'amore e l'integrità e si rifiuta la violenza - sia esso cattolico, o appartenente a qualsiasi altra cultura.
Non c'è traccia, in questo film, dei "veri" cristiani, perché non ce n'era nella storia di queste ragazze. A meno che non si intenda "sublimare il messaggio cristiano" aiutare una donna che ha passato la propria vita alienandosi, ad accettare la morte come dono divino - e aiutarla senza darsi la possibilità che tale intenzione venga riconosciuta, ma anzi "mascherandola" con la durezza per donarle maggiore efficacia. Ci hai fatto caso? E' proprio quella Bernadette che si solleva le gonne per corrompere un ragazzotto, e che priva la compagna dell'unica cosa in grado di darle sicurezza. E ci sarebbero altri esempi. Sono gli unici momenti di luce in un racconto così duro e scarno come giustamente l'hai definito, e disperante.
Chi non ha amato il film parla di un'esposizione dei fatti decisamente esagerata, quindi ingiusta. Questa è l'unica cosa che non possiamo giudicare, non essendo vissuti allora in quei luoghi. Certo è che è un film che fa riflettere, in mezzo alle tante scene anche proprio esteticamente magnifiche. Assolutamente da brivido quella in cui Crispina grida il suo affrancarsi, ripetendo ad oltranza la stessa - un'unica - frase.

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ophelja
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Inserito - ott 27 2002 :  22:27:00  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a ophelja
La rete ci ha abituato ad un amichevole "tu" che mi scopro ad usare con un certo imbarazzo.
Eppure le tue riflessioni mi danno l'impressione di una antica consuetudine al confronto.

Dici bene quando sottolinei che nel film non ci sono "cristiani veri": aggiungerei che non ci sono "persone vere", persone che possono dirsi tali solo quando la propria capacità di pensare non è disgiunta dalla capacità di usare pietà, comprensione, solidarietà verso i propri simili.
Chi annulla la speranza ha una responsabilità enorme, si macchia di un peccato terribile, a mio parere, e le didascalie finali del film, sembrano sottolinearlo quando, dietro l'infelicità dell'esperienza "rieducativa", fanno immaginare un'altrettanta infelicità di vita.

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rege
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Inserito - ott 27 2002 :  22:50:27  Mostra Profilo  Visita la Homepage di rege  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a rege
A dire il vero, non so mai bene nemmeno io come comportarmi in rete - disagio che è sintomo dei pochi "numeri" di cui dispongo anche nella socializzazione reale!
Allora mi scuso se ho "creato" imbarazzo.
Il punto, comunque, era una serie di riflessioni (per me irrinunciabili, e a questo punto direi felicemente viste la sollecitudine e la profondità della risposta) indotte da un'opera estremamente profonda. E trovo molto acuta e molto bella l'osservazione a proposito di "chi annulla la speranza.
Grazie, e un saluto


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