L'arte nasce da gioie e dolori, e' la descrizione dei sensi, dell'animo, della vita. Ci sono dei momenti in cui ad esempio un sorriso ci dona la capacita' di creare una poesia, una musica, ci sono dei momenti in cui ad esempio una vicenda triste ci porta a dipingere un mare in tempesta, ci sono dei momenti in cui ad esempio dipingiamo tutto interiormente, non escono parole, colori, musica, si alternano nel nostro animo solo senso di vuoto, di silenzio, di distacco, anche tutto questo sarebbe arte, se si riuscisse ad esteriorizzarlo.
"L'urlo" di Munch e' giustamente famoso.Ma non c'e' solo il malessere interiore, talvolta accompagna la nostra vita anche qualche periodo di malessere fisico ed e' un alternarsi di voglia improvvisa di dipingere tele fantasiose e colorate nei momenti in cui si sta meglio e di non avere parole ne' colori in cui si sta un poco peggio.
Tre giorni fa, dopo una necessaria medicazione che non ha fatto uscire dalla mia bocca neppure un gemito, come d'uso tra noi duri marines, il solo pensiero delle medicazioni successive che si protrarranno per diverse settimane, mi ha fatto sentire il mondo lontano ed estraneo, quell'umana protesta.
Cosi' ieri mi sono chiesto come avrebbe fatto a descrivere il momento il noto pittore Van Rob, le cui opere sono nascoste nelle mail box di esosi collezionisti di Concerto City, e mi e' venuto in mente il testo di un poema esaustivamente eppur semplicemente descrittivo, il titolo e' :
"L'urlo" di Van Rob
Ahiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Dalla pagina artistica del New York Times - settembre dell'anno 2453
Sensazione ha destato negli ambienti artistici intergalattici la stratosferica quotazione raggiunta da "L'urlo" di Van Rob, considerato assieme a "L'urlo" di Munch, tra le opere degli artisti del ventesimo secolo che piu' hanno saputo trasmettere il disagio del dolore.