Concerto di Sogni
Il primo Sito letterario italiano (google/alexa)
Tra i primi 100 Siti italiani (google/alexa)
Segnala concertodisogni ad un amico
Aiutiamo i ragazzi di Angelica
Remember Nassiriya : Appendete una bandiera ai vostri monitor

 Home   Elenco Autori   Forum:Elenco Argomenti   Eventi attuali e storici    Le prime pagine   Link  
Utente:
 
Password:
 
Salva password Dimenticata la password?
 
 tutti i Forum
 4 Favole e Racconti - Galleria artistica
 I turchi
 Versione per la stampa  
Autore Tema Precedente Tema Tema Successivo  
ophelja
Curatore


Italy
153 Inseriti
106 Gold
158 Punti Rep.
Inserito - set 21 2002 :  23:32:17  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a ophelja
La giornata di lavoro iniziava quando ancora i versi dell'allodola risuonavano squillanti nel silenzio.
Il piccolo drappello di persone, due uomini, una donna, un ragazzo , una bambina e un cane, avanzava in silenzio lungo il viottolo che costeggiava il muraglione di cinta della cittadina.
Solo il gorgoglio delle acque di scolo, il fruscio lieve delle canne, qualche pigolio sommesso….e la', lontano, il mare, che ogni tanto occhieggiava dal fitto della vegetazione .
La piccola, avrà avuto 5 - 6 anni, camminava trascinata dalla donna che la teneva per mano. Ogni tanto, cercando di ricreare la serena beatitudine del riposo,
chiudeva gli occhi, inciampando in qualche sasso, fra il riso sommesso del ragazzo e l'affettuosa condiscendenza degli uomini.
In uno di questi inciampi - un grosso sasso affiorante le aveva quasi strappato la piccola artigianale calzatura di pezza - la piccola fu riportata bruscamente alla realtà della sua vita di fatica.
Dolorante, si fermò, guardò il mare e le vide….
Rubina, questo era il nome della bimba, stette un momento in silenzio, poi - indicando con la manina verso il mare, sorrise.
Tutti guardarono in quella direzione, tutti si guardarono con terrore: erano le agili, veloci, terribili feluche dei turchi…
Erano tre, ferme nell'acqua, davanti alla costa dove il vento formava le dune piu' alte e le paludi scoraggiavano ogni coltura; dalla spiaggia, come una sottile processione di formiche, si snodava una lunga fila di uomini.
Che fare? Tutti si voltarono verso il Palazzo, che disteso sul costone piu' avanzato del paese, dominava, con la sua mole, le povere casupole dei contadini.
Il piano nobile del maestoso palazzo marchesale, a quell'ora, era ancora avvolto dal silenzio della notte.
L'andirivieni dei servi era come al solito osservante al perentorio comando di non svegliare la Signorina, la piccola figlia del marchese che una strana astenia relegava da tempo nella penombra delle cortine di damasco del grande letto.
La marchesina , erede di una delle più nobili famiglie del regno, aveva 9 anni, ma la mancanza di aria e l'abbondanza delle cure l'avevano resa fragile e minuta, tale da sembrare più piccola della sua età.
Quella notte, il sonno di Elisabetta Maria era stato agitato....il sonno, arrivato tardi fra le parole della lettura dei Salmi che ogni sera la Marchesa in persona le leggeva, aveva lasciato dei solchi sulla sua fronte delicata; anche i capelli erano bagnati di sudore .
La Marchesa era li', ancora vestita con il severo abito del giorno prima, quando la vecchia Nunziatina, entrando senza nessuna creanza, corse verso la grande finestra che guardava il mare:
"Vergine Santissima, aiutaci tu" andava ripetendo, con il terrore dipinto sul volto.
La Marchesa capì subito; segui' la donna che apriva la grande finestra , vide le barche lontane e il piccolo drappello di contadini che si affannava lungo la salita che portava al palazzo.
I turchi...Ci fosse stato il Marchese! Lui si' che avrebbe saputo come reagire... Ma quella infinita guerra al nord lo aveva strappato alla sua terra, alla sua famiglia, ed era passato ormai già un anno dalla sua morte.... La Marchesa calcolò mentalmente la distanza che separava gli aggressori dall'erta salita del palazzo, sbarrata dalla porta detta della Catena.
Forse un'ora, due , e sarebbero giunti al palazzo.
Cosa fare per proteggere Elisabetta Maria, la propria vita, quella dei suoi fedeli servitori?
Il cuore era in tumulto...Già udiva la pesante porta della cittadina chiudersi, le grida dei servi confondersi ai pianti dei bambini svegliati all'improvviso; ovunque era l'ansia per il pericolo incombente.
Elisabetta Maria a quell'insolito trambusto si era svegliata.
"Signora Madre, perchè siete così agitata?"
La Marchesa non la guardò mentre, abbracciandola, le diceva:
"Ricordatevi di essere una d'Avalos. Non piangete e obbedite senza discutere a quanto vi dirò".
Nel frattempo una piccola folla di persone si era radunata nel cortile del Palazzo e, fra queste, il drappello con la piccola Rubina.
"E' l'uomo nero con la spada ricurva quello che ci ammazzerà tutti?" chiedeva insistentemente Rubina.
Nessuno le rispondeva o pensava a rassicurarla e suoi occhi spaventati sembravano piu' grandi nel visetto pieno di sgomento. Solo i suoi capelli, rossi e ondulati, sembravano sfidare arrogantemente il pericolo.
Nella concitazione del momento Rubina si attardo' a raccogliere da terra una bellissima fibbia d'argento che qualcuno, nella fretta, aveva perso, e si ritrovò sola fra persone sconosciute che non la vedevano.
Dov'era la sua mamma, dov'erano i suoi parenti? Che confusione, quanti pianti...
Seguendo il vociare concitato di due donne si infilò in uno dei portoni che si affacciavano sul cortile e nessuno le badò mentre, una dopo l'altra, attraversava le stanze degli appartamenti della Marchesa.
Rubina si guardava intorno stupita e ammirata.
Ecco allora dove abitava la signora Marchesa!
La bellezza degli arredi, la varietà dei colori dei tappeti, i grandi quadri che ornavano le pareti, le sembravano appartenere ad un mondo incantato che le fecero dimenticare il dispiacere del suo smarrimento.
"Che fai?" l'apostrofo' spaventata e trafelata Nunziatina. "Come sei arrivata qua?" e già, prendendola per un braccio la stava trascinando via dalla stanza, quando la Marchesa , la chiamo':
"Nunziatina, portala qui"
"Sai chi sono?" chiese alla piccola "Dov'è la tua mamma?"
Rubina non aveva mai visto la Marchesa. La sua mamma diceva che era terribile e che faceva paura per via del vaiolo che le aveva lasciato dei buchi sul viso.
Al nome della mamma due lacrimoni inumidirono gli occhi della bambina, ma non ebbe paura della signora che le faceva quelle domande.
Era strana, ma aveva uno sguardo che non le incuteva paura; anzi sembrava che la stesse aspettando...
Anche Elisabetta Maria era scesa dal letto e guardava la nuova arrivata.
Sebbene fossero di età diverse, a vederle vicine, si sarebbero dette sorelle, con gli occhi grandi e innocenti. Solo i capelli erano diversi. Castani quelli della Marchesina, rossi quelli di Rubina.
"E' il Cielo che la manda" pensava intanto la Marchesa.
"Presto, Nunziatina, portami una coperta"
Già tremava al pensiero di dove nascondere la sua amata bambina nel nascondiglio segreto che, avi previdenti, avevano scavato nel muro della sua camera da letto...Era una piccola, stretta rientranza che nessuno, neanche la fedele Nunziatina, conosceva e che mai era stata utilizzata.
Ora, questa bambina, comparsa così stranamente nella stanza di Elisabetta Maria, sembrava alla Marchesa un dono di Dio. La sua adorata figlia non sarebbe stata sola nel buio del nascondiglio, avrebbe avuto una compagna con cui dividere l'angoscia dell'assalto dei turchi.
Fu così che Rubina e Elisabetta Maria, nella concitazione di un'ora di grande pericolo, furono chiuse nello stretto nascondiglio dalla Marchesa in persona.
Nessuno assistette al dolore del distacco, nessuno vide la disperazione della Marchesa, nessuno sentì il pianto sommesso e rassegnato delle bimbe mentre l'oscurità del rifugio inventava per loro mille incubi di terrore....
L'attacco dei turchi avvenne nella tarda mattinata quando già una parvenza di difesa era stata organizzata dalla stessa Marchesa che, stretta nell'abito scuro vedovile, con il piglio di un vero comandante, aveva organizzato i servi e i contadini che si erano riversati nel palazzo.
Le mura della cittadina, da una parte, la disperazione dei difensori e la fortuna di un provvidenziale quanto improvviso temporale dall'altra, ebbero ragione dell'assalto dei turchi che, accontentandosi di razziare due casolari piu' a valle ,
ripiegarono verso la riva del mare e poi scomparire, così, come erano venuti.
"Marchesa, che avete? Siamo salvi" gridava Nunziatina...
"presto, la Marchesa muore..."
Strana beffa del destino...Il cuore della Marchesa, il forte cuore che aveva saputo infondere coraggio a tutti, stava smettendo di battere.
A nulla servirono l'aceto, gli schiaffi affettuosi che Nunziatina dava sulle mani e sul viso della sua padrona che ora la guardava...la implorava con gli occhi come se volesse dire....ma cosa?
Era morta e il segreto del nascondiglio era morto con lei.
Nessuno pensò al momento alla piccola marchesina che viveva come se non ci fosse, ma alla sera, Nunziatina cominciò a stranirsi. Il panico di non vedere la sua padroncina le chiudeva la gola.
"Signore Benedetto, la Signorina...dove sarà mai?"
Alla luce delle torce si cominciò a battere i muri della stanza, si cercarono segni nel pavimento, vennero i servi con picconi, guardarono in ogni angolo...niente.
Bisognava trovarla... prima che l'aria.... era tanto giovane...

I lavori di ristrutturazione del palazzo andavano per le lunghe e fu solo per un caso che quella bella finestra che guardava il mare un giorno mostrasse un piccolo, ben celato, meccanismo sotto il marmo della soglia.
Li trovarono così, i due piccoli scheletri, abbracciati.
Uno dei due aveva ancora, incredibilmente intatti , lunghi capelli rossi e la', dove dovevano esserci state le mani, s'intravvedeva una piccola fibbia d'argento.


ophelja

   
Clicca qui per la scheda generale dell'autore
Altri testi dello stesso autore
 
 Nessun Tema...
 
-----------------------------------------
Vai a:

Imposta come tua pagina di avvio aggiungi ai favoriti Privacy Segnala Errori © 2002-2005 Concerto di Sogni - B.A. & R.M MaxWebPortal Snitz Forums Go To Top Of Page