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 5 Poesie - Galleria artistica
 Il Poeta della Morte
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Matteo Bordiga
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Italy
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Inserito - set 27 2002 :  16:44:45  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Matteo Bordiga
Rosemary era il suo nome,
ma tutti
la chiamavano
“la Figlia della Luna”…
Rosemary era bionda
ed aveva gli occhi verdi,
ma di un verde un poco scuro
e spento,
come quello dei cocci
malinconici
delle bottiglie di birra,
sfiorati dalle onde
sulla tenera battigia.
Rosemary era alta
e aveva un viso
conturbante,
baciato
dal sole
di una bellezza
selvaggia
e ruggente,
ma insidiato
dalle linee
tenebrose
della sua sofferenza,
della sua
solitudine
eterna…

Rosemary
era sempre abbronzata,
e aveva delle gambe
lunghe
e ladre
di sguardi maschili.
I suoi piedi
erano piccoli
e aggraziati:
usava
sulle unghie
smalto rosso.

Rosemary
era stata
troppe volte
l’amante
e mai
era stata
la sposa.

Rosemary, d’estate,
quando la luna e le stelle
avevano voglia di cantare,
passeggiava da sola
lungo la spiaggia
in sottoveste
e a piedi nudi,
fermandosi
ogni tanto
a guardare il mare nero
abbracciato dalla luna:
così
faceva
anche
quella notte…

Tutti
la chiamavano
“la Figlia della Luna”.


Il Poeta della Morte
della morte aveva gli occhi,
occhi bianchi ed assassini
che la maschera scopriva.
Occhi bianchi ed assassini,
senza odio e senza amore
rilucevano nel buio
di quella notte amica.
Si stava avvicinando
Il Poeta della Morte,
con la veste color porpora
ed il vecchio mantello viola…


Portava anche un cappello,
un cappello nero a punta
e una maschera scarlatta
gli copriva tutto il volto,
ma forse un volto
lui
non aveva…
Solo due occhi
bianchi ed assassini,
due occhi
senza
vita.

Si stava avvicinando
il Poeta della Morte
e in mano teneva
una pergamena
sgualcita
ed ingiallita
(la bionda Rosemary
fu la sua prima poesia).
Non lo vide Rosemary
il Poeta della Morte,
non riuscì neppure a urlare,
trafitta
dal lungo pugnale;
la morte
l’aveva seguita
lì, lungo la spiaggia…
Ora dolce di sangue dormiva
il suo corpo abbronzato,
e la sabbia fu l’ultimo letto…


Chi trovò il cadavere
della bionda Rosemary
vi rinvenì accanto
una pergamena
arrotolata
dentro una bottiglia
vuota,
forse rimediata
in riva al mare:
“Il Poeta della Morte
uccide in un momento,
consuma in un sol grido,
in un unico lamento
l’agonia del prediletto
trapassato dalla spada:
solo un soffio di dolore
e una breve e amica strada
ti condurrà alla morte
come fosse una magia…
Tu la penna m’hai ispirata,
scriverò la tua poesia”.

“Rosemary,o musa impura,
quale Dio ti mise al mondo?
Così erotica e sensuale,
tu soffrivi nel profondo:
la bellezza non è tutto,
o suadente incantatrice.
Mai l’amore tu incontrasti,
fosti solo meretrice.
Passeggiavi nella notte,
tu che mai fosti la moglie:
stare in spiaggia in sottoveste
stuzzicava le tue voglie,
come questa luna piena
che risveglia il desiderio.
Sono io il tuo canzoniere,
o poetessa del piacere:
in questa notte senza vento
pongo fine al tuo tormento.
Ti guarda la tua madre
e ti guardan le sorelle:
sei la Figlia della Luna,
morirai fra le tue stelle…”

_______


C’era un vecchio ubriacone
che girava per Manhattan,
carico di vino,
di dolori
e di ricordi…
E i ricordi suoi più dolci
lui li urlava
a tutto il quartiere,
perché era triste
per un povero diavolo
camminare fra la gente
che di lui non sapeva niente
e lo guardava con disprezzo…
Che sarà una barba lunga,
che sarà un po’di sporcizia?
Anche lui aveva vissuto,
anche lui aveva amato
ed aveva avuto figli,
e quelle masse idiote
lo trattavano
come fosse
un appestato.
E urlava e urlava
il vecchio ubriacone,
fermava le persone
per strada
e a loro
si raccontava,
o si sistemava in piazza
e cantava storie antiche.
Ma non narrò a nessuno
che era stato un neonazista
sfuggito alla giustizia
e che aveva ucciso negri
per conto di un tedesco.
Non narrò mai a nessuno
che aveva ucciso anche un ebreo,
una volta in una rissa
nei quartieri malfamati.
Non narrò mai a nessuno
che picchiava i suoi due figli:
la sua rovina
era stata
sentenza
benedetta
di un qualche
Tribunale
Celeste…


…..


Quella notte di dicembre
la città stava in silenzio
e in silenzio passeggiava
il Poeta della Morte.
Attendeva con pazienza
di incrociare l’ubriacone
che faceva
tutte le notti
lo stesso giro
per Manhattan…
Ed il vecchio ubriacone,
dopo aver girato l’angolo,
vide forse un’ombra scura
e un mantello
percosso dal vento…

Lo trovarono trafitto
da un pugnale
lungo quasi
come una spada
e in tasca aveva
una pergamena
sgualcita
ed ingiallita:
“A sancire la tua fine
è il Poeta della Morte,
ed i buoni che ammazzasti
rideran della tua sorte.
Non bastò la tua miseria
a compensare i tuoi delitti,
non risparmia il Contrappasso
neanche i poveri e i derelitti!
Credevi forse che i panni stracci
fosser la pena, o disgraziato?
Credevi forse che il vino rosso
potesse strapparti al tuo passato?
Troppo tardi, o vecchia spugna,
si svegliò la tua coscienza,
troppo tardi il pentimento
ammazzò la tua violenza.
Non saranno le tue urla,
i tuoi racconti alla città
a salvarti dal Poeta
senza volto né pietà.
La vecchiaia da accattone
fu la prima punizione,
or non hai neppure il pane,
ma non morirai di fame…
La tua morte sarà truce,
come si usa a un assassino:
la mia arma è ormai sguainata,
la tua vita è ormai rubata…”


______


Molte volte ancora uccise
il Poeta della Morte,
in Europa, nelle Americhe
e nel Continente Nero…
Molte vite
ancora
spezzò
per renderle
nient’altro
che pura
poesia…

Poesia…


Nessuno sa chi sia
il Poeta della Morte,
nessuno mai lo ha visto
se non prima di morire…
PRESTO
TORNERO’
AD AMMAZZARE!…


Matteo Bordiga

   
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