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 Un ponte tra ricerca medica e società
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Roberto Mahlab
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Inserito - 10/05/2020 :  23:51:31  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
La sera del 24 ottobre alcuni tra i maggiori ricercatori e medici israeliani, invitati dall'Associazione Italia-Israele di Milano, hanno affascinato il pubblico della bellissima sala gremita del Palazzo Reale della nostra città con il racconto dello stato dell'arte della ricerca medica e hanno gettato un ponte tra la scienza e la società.

"Cosa è l'allergia?", ha esordito la professoressa Francesca Levi Shaffer, immunologa e farmacologa all'Università di Gerusalemme, mentre sugli schermi apparivano termini che purtroppo sono noti al quindici percento della popolazione dei paesi sviluppati e che causano una spesa sanitaria di sette miliardi di dollari. "Sono nata a Milano e ho studiato qui e poi sono andata a Gerusalemme, il mio desiderio è sempre stato quello di fare del bene agli altri”. E in Israele dirige un laboratorio a cui collaborano, ci dice con soddisfazione, ricercatori delle varie etnie e religioni che compongono il variegato mosaico della società israeliana, ebrei, arabi musulmani, cristiani e drusi e anche due italiani. L'asma, la rinite, la congiuntivite, l'eczema, l'intolleranza a particolari cibi, fino allo shock anafilattico, in comune tutti questi disturbi hanno quanto il team della professoressa Shaffer ha rilevato : la collaborazione tra due gruppi di cellule, i mastociti e gli eosinofili che appena si accorgono di una sostanza esterna, rispondono con una difesa esagerata dell'organismo liberando istamina e provocando sintomi immediati. I fattori che provocano l'allergia possono essere genetici oppure ambientali, dai cosmetici al polline al cibo spazzatura e cure generali definitive non sono ancora state trovate. Il team israeliano, continua la professoressa, sta lavorando ad un metodo che blocchi la congiunzione tra mastociti e eosinofili inibendo così la risposta allergica. E subito dopo una importante notizia, l'intuizione che si possa provocare una risposta ai tumori con il processo contrario, attivando anziché inibendo la risposta di mastociti e eosinofili, un'arma immunofarmacologica, l'ha definita la ricercatrice.

E' stata subito dopo la volta del professor Joel Zlotogora dell'Ospedale Hadassah che ha continuato il discorso sulla genetica. In Israele infatti è in corso uno sforzo per prevenire le malattie genetiche che sono differenziate nelle varie componenti della società del paese, un vero laboratorio su cui intervenire. Lo screening genetico rivolto a tutta la popolazione è a carico del sistema sanitario nazionale e l'obiettivo è determinare i portatori delle malattie, quali ad esempio la talassemia. I test consentono di informare i genitori in caso di gravidanza a rischio di far nascere un bambino ammalato e di curare dalla nascita bambini nati con malattie genetiche. Nel solo 2014 sono stati curati 197 bambini appena nati e affetti da malattie genetiche gravi.

Proprio la cura dei bambini è lo scopo dell'attività del professor Isaiah Wexler, specialista di malattie metaboliche e di cure pediatriche all'Ospedale Hadassah. Il professor Wexler ha commosso il pubblico quando ha raccontato come il suo motto sia di ascoltare e osservare e di respingere sempre i pregiudizi sulle disabilità. Il problema, ci ha ricordato, non è l'aspetto di una persona, ma è come la vediamo noi. La dignità di ciascuno va sempre rispettata ed è necessaria l'umiltà per affrontare le sfide più grandi. Compresa quella, vinta, di collaborare con i medici palestinesi per l'apertura di un ospedale a Gaza.

E di sfida storica ha parlato il dottor Itzhak Avital, chirurgo e direttore del centro tumori dell'ospedale di Safed. La sfida è quella di terminare la costruzione a Ber Sheva, città del Negev nel sud del paese, del centro Soroqa, che sarà il più grande ospedale e centro di ricerca mondiale per i tumori. "Come la Nasa decise che avrebbe fatto di tutto per andare sulla Luna e si ritrovò al fianco l'intera America, noi siamo decisi ad arrivare al risultato e abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, gli investimenti saranno compensati dai risultati che vogliamo ottenere", ha esclamato con determinazione e convinzione il dottor Avital.

E' toccato al ricercatore italiano Simone Botti, direttore della Metabomed, rrferire di come gli investimenti per le start up di tecnologia biomedica scorrano in Israele grazie ad una geniale intuizione del governo già dagli anni attorno al 1960. Sono governativi i fondi versati all'ecosistema delle start up di ricerca e innovazione del paese, con la conseguente creazione di incubatori di impresa per creare piccole start up i cui ricercatori diventano imprenditori della catena di trasferimento dai primi passi della ricerca fino alla pratica clinica. Il dottor Botti, dopo la laurea alla Sapienza, ha avuto proprio in Israele le occasioni per creare e mettere in pratica le sue scoperte nel campo del biotech. In dieci anni le start up di tecnologia sono cresciute all'incredibile tasso del 296 percento e solo l'anno scorso ne sono state create 1500 con investimenti principalmente governativi di 880 milioni di dollari.

Una conferenza storica per Milano e non è stata casuale l'intuizione della Signora Mimi Navarro che ha organizzato con l'associazione Italia-Israele di Milano l'evento, perché i relatori hanno più volte descritto come il mondo di oggi possa progredire con la condivisione delle informazioni tra gli scienziati e la società e la partecipazione diffusa, perché comune a tutta l'umanità è lo sforzo che ci sta portando al mondo di cui tutti insieme condividiamo le sorti e la cura della vita è l'obiettivo evidentemente primario per il salto di civiltà che è all'orizzonte.
E Israele, perché questo è Israele, è parte delle nazioni che sono all'avanguardia.

Roberto Mahlab - Concerto News System

   
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