luisa camponesco
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Italy
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Inserito - 22/12/2009 : 11:47:04
Stamattina, affacciandomi alla finestra nel primo mattino, mi apparve uno spettacolo che non vedevo da anni. Tutto bianco, di quel candore luminescente che solo la neve può dare. I lampioni ancora accesi, uno spazzaneve, un passante intabarrato che scuoteva i piedi. - Buon giorno gli dissi! - Buon giorno - rispose con una inflessione straniera. – è tutto bloccato sa! Così ad un tratto mi ritrovai a ricordare un lontano inverno, credo fosse il gennaio 1985 o forse l’anno prima . Quella mattina avevo lezione alla prima ora e come il solito scesi correndo le scale ma non appena tentai di attraversare il cortile, mi trovai letteralmente “affondata” nella neve. Impossibile prendere la macchina, l’autobus l’unica soluzione. Raggiungere la fermata una vera impresa, attenderlo una angoscia. Finalmente, con molto ritardo arrivò arrancando e si fermò con una lieve slittata. I miei compagni di viaggio con il naso incollato ai finestrini tenevano le dita incrociate, solo alcuni studenti parevano allegri come andassero ad una festa, beati loro pensai. Scendemmo tutti davanti all’istituto, lì la situazione era anche peggiore. Un cane, accompagnato dal padrone, nuotava nella neve, il vialetto che conduce all’ingresso della scuola, pareva allontanarsi ad ogni passo. Pensai ad Amunsen alla conquista del Polo Nord, alla tenda rossa, mi sentivo un pioniere. Conquistato l’atrio un bidello premuroso mi venne incontro. - C’è la fatta professoressa! - Si con un po’ di fortuna, ma sono sola? - No, il preside è in ufficio, e due sue colleghe sono in sala insegnanti. Mi diressi subito verso la sala insegnanti scrollandomi la neve di dosso e lasciando piccoli laghi al seguito. Poco dopo ci raggiunse il preside. - Prevedo una mattinata difficile. Sono sommerso da telefonate di gente che non può venire. Ho bisogno della vostra collaborazione. Tutti gli studenti che riusciranno a raggiungere l’Istituto portateli in Aula Magna e teneteli lì! Più facile a dirsi che a farsi. Alla fine della terza ora ci contammo, tre insegnanti e venti studenti.. ci raccontammo storie ed aneddoti fino a quando il bidello annunciò: IL BAR E’ APERTO Impossibile resistere, tra cioccolate calde, caffè e brioche, finì la mattinata più strana della mia carriera. In città, all’epoca, ci furono parecchi danni, tra grondaie divelte e tetti spostati ed infine le scuole rimasero chiuse per una settimana, per la gioia degli studenti e lo dico sottovoce, un po’ anche per la mia. Qualcun altro ha ricordi da aggiungere? Lo faccia pure, completeremmo il quadro. Luisa Camponesco
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