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 la casa ed il cuore dei gatti
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marco vedrietti.
Villeggiante


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Inserito - 23/09/2004 :  00:27:29  Mostra Profilo  Visita la Homepage di marco vedrietti. Invia un Messaggio Privato a marco vedrietti.
chi scrive è nato in ospedale, ma è cresciuto ed ancora vive in una grande vecchia casa, acquistata dal suo bisnonno materno, ed in questa casa...
Il romanzo dei gatti sarebbe immenso, con questo, chi scrive non vuole dire che i gatti siano esseri superiori, a meno che non si voglia considerare indice di superiorità il distacco dalle cose terrene, poichè i gatti sono maestri nel mostrarlo, fermo restando che non si sa quanto questo distacco sia consapevole, a noi esseri umani basta che ci sia. per apprezzarlo: lo apprezziamo nelle montagne, nelle tradizioni, negli alberi, nelle costellazioni, nelle ragioni, e non ci pare vero poterlo notare anche in un mammifero, ossia in un essere umano in tono minore, incompleto per certi versi, perfetto per altri.
E' nobile e decoroso interessarsi di politica estera ed economia e storia, ma (proporzionalmente) i conflitti domestici valgono quanto quelli internazionali.
Il gatto, felino domestico, ci porta un eco di selvaticità: quando caccia assomiglia ai suoi cugini primi, i leoni, le leonesse, i puma, le pantere, e titilla il predatore che in noi homini sapiens sapiens dorme, si manifesta in vari modi, ma raramente nella purezza dei movimenti del micio che punta il topo, il passero, il gomitolo, un'idea di movimento.
Nel microcosmo domestico, chi scrive ricorda una stirpe matriarcale di gatti, articolata su due individui: duchessa (nobile soriana), e gea (sua figlia e partecipe di pelo e nobiltà).
I due indivudui in questione erano la quintessenza della femminilità: per la spudorata libetà dei costumi sessuali, per l'amore col quale curavano la prole di gatti sconosciuti, accompagnandoli nel giardino in fila indiana, a mostrare le insidie ed i vantaggi del luogo, per la diperazione con la quale chiamavano i cuccioli spariti (sentiti quei miagolii diperati, la madre dello scrivente, e lo scrivente sottolinea madre, come la gatta, non ha più toccato i nuovi nati), per l'attenzione nella cura della propria persona, per la dignità mostrata nel permanere e nell'uscire di scena, per vecchiaia, non per disarmo.
Di questa nobile schiatta è restata solo una, figlia di gea, si chiama criseide, ha 20 anni, é cieca, ha utilizzato almeno cinque delle sette vite, e lo scrivente si batte strenuamente per far sì che esca di scena autonomamente, non tramite una siringa di veleno.

La casa è vecchia e grande: senza gatti proliferano i topi, e criseide oramai non spaventa più nessuno. Sono quindi stati introdotti due nuovi individui: menelao e porfirio, maschi e non consanguinei, hanno il muso ben diverso da quello della stirpe di casa, e sono maschi. Tramite loro i topi sono tornati nei loro pertugi, ma, mentre, serenamente, criseide si spegne (ogni tanto manda miagolii disperati, di ricerca, che cessano in cambio di due carezze), tramite loro in casa è anche rientrato uno spirito.
Lo spirito si è manifestato quando menelao era solo e cucciolo, portato via troppo presto dalla madre.
Beh, il piccolo menelao giocava, doveva farlo, era nella sua natura, e giocava con pieno gusto con gli insetti, con le foglie, coi calzini, con le scarpe, coi nipotini (di chi scrive, non suoi), con tutto quello che vedeva e sentiva, con la propria ombra, con la cosa, con le zampre, con l'immagine nello specchio, e saltava dappertutto, agile ed entusiasta. Chi scrive lo guardava, e pensava che questo spirito, gatto a parte, aveva dell'immortale, e che, sparito, menelao, sarebbe rimasto ad aleggiare dispettoso, come il trickster delle leggende anglosassoni, a non lasciare in pace le cose, a farle muovere per il proprio puro piacere. La via gatta all'immotalità ;)


   
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