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 Bice e la bici
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ophelja
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Inserito - 31/03/2003 :  14:20:39  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a ophelja

Bice e la bici


In classe prima media, sezione B femminile, erano in 24.
Qualcuna era alta e già donna, alcune piccole , ancora con l’ingenuità dei bambini.
Le accomunava la parlantina, lo stare mai ferme e la voglia di ridere.
Tutte, tranne Bice.

Bice era la figlia unica di un anziano impiegato del Comune e di una maestra.
Era bionda e timida, e aveva una sconosciuta malattia che le attirava le attenzioni continue ed esasperanti della sua famiglia: la madre l’accompagnava a scuola, il padre la portava al catechismo, la nonna le preparava il pranzo.
E le compagne la prendevano in giro: soprattutto d’inverno.

Al primo spirare di un qualsiasi vento, cioè da ottobre a settembre di qualsiasi anno, veniva bardata con una sciarpa color lilla, lunghissima, che la obbligava all’operazione di svestitura con dei giri su se stessa come se fosse un baco da seta.
Figurarsi gli sghignazzi delle compagne…A nulla valevano i rimbrotti dei professori, le sgridate delle rispettive mamme; era solo su Bice che si appuntavano tutti gli scherzi di quella scolaresca.
Bice taceva, arrossiva leggermente e i suoi occhi azzurri si riempivano di tristezza. Sempre docile e accomodante, sembrava rassegnata a quel rituale giornaliero e mai se ne lamentava con i suoi genitori o con le insegnanti.
Anzi, era pronta ad aiutare tutte le sue compagne, senza troppe parole, con l’evidenza di un gesto gentile, passando un libro dimenticato da altre a casa, dividendo la sua merenda, suggerendo la risoluzione di un problema.
Durante la ricreazione anche la bidella aveva avuto il compito di “badare” a Bice.
In altre parole la teneva vicino per impedirle di sudare .
Povera piccola!

Una mattina , era già primavera inoltrata, Bice non andò a scuola.
Sulle prime, nessuna delle sue compagne ci fece gran caso.
Tutte erano elettrizzate dalla notizia che ci sarebbero stati i “Giochi di Primavera”, altisonante nome per una manifestazione promossa da un negozio di articoli sportivi della zona .

I “Giochi” consistevano in prove di abilità sportiva: salto in alto, corsa veloce, salto in lungo … ma la vera attrattiva della manifestazione, motivo dell’adesione in massa a quelle gare, era il premio messo in palio dallo sponsor: una bicicletta da sorteggiare fra le vincitrici di ciascuna specialità.

La bicicletta era bellissima, azzurra e argento e aveva i raggi delle ruote coperti da una specie di ventaglio fatto di piccoli elastici colorati. Sul manubrio, c’era la scritta “Ambrosio”.
Il giorno della competizione di avvicinava e, ogni bambina, in cuor suo, era certa di vincere l’ambito premio.
Tutte, tranne - naturalmente - Bice, che continuava ad essere assente.
Patrizia arrivò a saltare un metro e venti nel salto in alto, Carla battè il record di 60 metri in 25 secondi, Gianna saltò due metri e cinque nel lungo… insomma una festa.
Quando misero i nomi delle tre bambine nella scatola delle caramelle per acclamare la sola vincitrice della bici ci fu una strana animazione.
Avvolta nella sua sciarpa color lilla era arrivata Bice.
Sorrideva la piccola, e volle baciare le sue compagne, protagoniste di quei successi., mentre il suo bel viso sembrava più bianco del solito.
I genitori erano silenziosi, stranamente accomodanti con quel desiderio di normalità della loro bambina che si era anche iberata della sciarpa lilla.
Ma cosa era successo?

Le bambine non si accorsero subito del parlottio sussurato dei professori, degli sguardi sfuggenti degli altri genitori, erano tutte prese dalla speranza di essere le sole fortunate… Bice, taceva ma i suoi occhi azzurri parlavano per lei.
“Una vera bici!
Una corsa spensierata in quella strada di campagna dove gli anemoni crescono spontanei tra l’erba rigogliosa dei suoi cigli, con il vento profumato dai risvegli della primavera che ti accarezza la pelle, con il chiassoso scampanellio che si sente ad ogni sobbalzo della bicicletta sui sassi della strada….”
Durò solo un attimo la visione di Bice; qualcuno doveva scegliere il nome della vincitrice.

“Bice, vuoi fare la dea bendata?” disse un professore, con un tono di timidezza nella voce normalmente sicura.
Fu allora che Patrizia, Carla e Gianna si guardarono e capirono….
Bice sarebbe presto partita per un viaggio lungo… molto lungo…
“Siamo felici di annunciare che la nostra amica Bice è l’unica vincitrice della bici “.
Fu Gianna a parlare, mentre Carla e Patrizia invitavano Bice a salire sulla bici e a fare il giro d’onore.

Qualcuno si chiede ancora se è possibile “vedere” la felicità? Peccato non aver visto Bice in bici………

ophelja

   
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