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Roberto Mahlab
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Inserito - 29/10/2007 :  21:42:07  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
L'illegalità che si diffonde, ad opera di pochi, rende tormentati i momenti più banali della vita quotidiana della maggioranza dei cittadini di una metropoli, dediti alle loro occupazioni, ai loro spostamenti. Così capita sempre più sovente che sui mezzi pubblici salgano personaggi che compiono gesti riprovevoli e che costringono i cittadini a subire, se non addirittura a spostarsi, per lasciare spazio a chi usa violenza. Come nei film e, come nei film, tanti piccoli episodi compongono una storia che in futuro verrà analizzata da tanti studiosi alla ricerca dei segni di un'epoca. E sempre più spesso non accade solo agli altri, non si legge solo sui quotidiani come fosse un racconto di fantasia.

Non posso certo esimermi dall'iniziare confessando che anche noi supereroi della galassia abbiamo delle difficoltà in queste circostanze, non esiste la privacy necessaria per poterci cambiare e indossare il costume che ci rende famosi per le nostre imprese. E così, con la tuta nella sacca, salivo questa sera sul tram per recarmi al solito allenamento in palestra. Non c'erano posti a sedere, data l'ora di punta e anche due biondissime ragazze straniere rimasero in piedi in fondo al mezzo. Dove si appoggiarono anche i due personaggi che condiranno la nostra storia. Non occorre ricorrere a troppi giri di parole per indicarli come due teppisti, discorsi e sguardi evidentemente poco graditi e le due ragazze costrette ad allontanarsi verso l'altro capo del tram. Poi uno di essi estrae una sigaretta e l'accende, l'occhiata ai passeggeri come per dire :"il mondo è mio". Un giovane studente aggrappato alla macchinetta obliteratrice si rivolge a loro e chiede di spegnere la sigaretta e ottiene in cambio una selva di termini molto ma molto poco gentili e sprezzanti e minacciosi. Mi avvicino e mi rivolgo ai due teppisti avvisandoli che anche io non sono d'accordo sul loro comportamento. Io conosco sei lingue, ma devo ammettere che ero digiuno dei termini che da una lingua sola quei due sono riusciti a trarre.

Fu il loro errore.

Ho risalito la vettura e ho avvisato il conducente di quanto avveniva, quest'ultimo ha dato una frenata e mi ha seguito sul fondo dove i due teppisti avevano messo all'angolo il bravo cittadino che li aveva affrontati, li ha redarguiti e ha chiesto loro di scendere dal tram.
Soprendentemente i due si sono fatti sotto anche al conducente insultandolo, all'improvviso un uomo con un giubbotto bianco, sale sulla vettura, estrae dalla tasca la tessera di identificazione della polizia e ripete ai due di scendere dal tram. I due rispondono a male parole anche all'agente di polizia, che a questo punto richiede e ottiene i loro documenti, con i metodi che si usano proprio nei film. A causa della loro resistenza, è obbligato a chiamare rinforzi, il più violento dei due gli scivola via e scappa dalla porta centrale del mezzo, l'agente incarica il conducente di tenere d'occhio il secondo poco di buono e si precipita a rincorrere il primo, aiutato da un'auto della polizia, nel frattempo sopraggiunta, che taglia la strada al fuggitivo. Gli intimano di alzare le mani. Il secondo teppista continua intanto ad inveire contro il conducente minacciandolo, mi faccio vicino per dare una mano a bloccare la porta, :"guardi che siamo in due adesso", mi rivolgo al poco di buono, traendo spunto dal thriller visto la sera prima.

Il fuorilegge ha almeno due possibilità : scoppiare in una fragorosa risata e impedirmi di vedere l'alba di un nuovo giorno oppure prendermi sul serio e minacciarmi, con i pugni alzati, di non permettermi di vedere l'alba del nuovo giorno. Per fortuna mia sceglie la seconda strada e scivola via tra i suoi due improvvisati controllori, salta giù dalla vettura e, evidentemente l'emozione non gli permette di ragionare con chiarezza, sale su un autobus appena arrivato e che si è fermato dietro al tram. Ora pretendere di fuggire salendo su un autobus al centro della metropoli all'ora di punta è paragonabile alla pretesa dei generali del patto di Varsavia quando pianificavano l'invasione dell'occidente, sarebbero ancora fermi tra il semaforo della via del tribunale e la piazza centrale della nostra città. Ha fatto prima a cadere il comunismo.

I passeggeri che scendevano dall'autobus hanno travolto il teppista che cercava di salirci e la polizia non ha fatto che raccoglierlo a braccia aperte, le forze dell'ordine giustamente sospettose per la stranezza di una fuga per una sigaretta accesa su un tram, :"c'è del marcio lungo le rotaie", avrebbe commentato un personaggio di Shakespeare, avevano ben altro da nascondere, evidentemente.

Due a zero per i buoni contro i cattivi.

Eppure gli sguardi che ci riservavano i pochi rimanenti passeggeri del tram, non indicavano contentezza per il risultato positivo, ci lanciavano occhiate roventi, arrabbiati per il tempo che avevamo fatto loro perdere. Sono scesi uno per uno, furibondi e hanno proseguito a piedi. Per cercare di comprendere il loro stato d'animo, ho lanciato uno sguardo attorno, il centro della metropoli era paralizzato da mezz'ora, se non avessi chiesto l'intervento dell'autista, non sarebbe successo. Dunque ero riuscito a compiere quello che i brutti ceffi dell'ultimo film con Bruce Willis, "Die hard", erano riusciti a compiere solo con la più avanzata delle tecnologie criminali.

Dalle sei e un quarto alle sette meno un quarto, ho dunque bloccato una città.

E, come avviene, molte voci di passanti si levarono, invocando maniere forti contro i fuorilegge e ricordando, a torto come positivi, tempi in cui era un dittatore a far finta di mantenere l'ordine. "No, siamo noi cittadini a dover dare una mano alle forze dell'ordine rimanendo in democrazia, solo noi, e l'esempio costringerà chi ha brutte intenzioni a pensarci due volte, la prossima volta", la mia voce contestava.

"Dovevo essere in palestra mezz'ora fa", ho spiegato al gentilissimo agente che aveva inseguito ed arrestato il primo poco di buono e che adesso raccoglieva la mia testimonianza. "E io avevo appena finito il mio turno di lavoro", mi ha risposto con spiritosissima ironia. "Però che fortuna che lei fosse proprio alla fermata quando serviva il suo intervento", gli ho riconosciuto. "Dipende da cosa intendi per fortuna", ha ribattuto con un sospiro, il pensiero lontano su una giornata che probabilmente lo aveva visto fino dall'alba in azione per proteggere i cittadini.

"Dove dovevi scendere?", mi si avvicinò il conducente del tram. "Alla prossima fermata", risposi, rendendomi conto di quanto fosse buffo dirlo. "Monta su, ripartiamo, ti porto io", mi rispose.

E mentre io venivo portato in tram alla mia fermata, sorpassavamo i passeggeri che erano scesi dal tram e che arrancavano a piedi, imprecando contro i cittadini che non si facevano i fatti propri. Io ero in carrozza però.

Sono entrato in ritardo in palestra, i miei amici stavano già uscendo, mi sono scusato, raccontando quanto avvenuto e il sorriso della mia istruttrice mi ha ripagato delle fitte che avvertivo in svariate parti dei miei organi interni, la psiche che non si era allineata agli sforzi del corpo.

La nostra storia ha una morale riservata ai poco di buono, ci sono almeno due errori che essi possono compiere : aggredire una vecchietta apparentemente indifesa che poi si scopre essere campionessa di judo e infastidire uno scrittore, perchè la sua curiosità vorrà sempre sapere come andrà a finire.

Roberto Mahlab

   
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