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 Another day in Paradise - Phil Collins
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colibrì
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Inserito - 03/04/2003 :  19:16:49  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a colibrì
Nel gennaio del ‘90 uscì un singolo che stazionò per diversi mesi in testa alle classifiche, fino a diventare un classico. Una musica dolcissima, ritmata, la voce delicata di Phil Collins. Il titolo faceva pensare ad una canzone d’amore: “un altro giorno in Paradiso per me e per te”.
La musica è, come si dice, “easy-listening”, e non si fa caso alle parole... ma traducendo si rimane meravigliati. Il tema non è una storia romantica, ma l’improvviso risveglio della mente di fronte ad una sofferenza.
Una donna che chiede l’elemosina purtroppo è un fatto comune nelle strade cittadine. Ma un giorno può accadere che una voce confusa fra i tanti rumori della metropoli suoni intensa come una preghiera. E può accadere che un volto fra tanti, di solito evitato per l’imbarazzo, diventi un viso con delle tracce da decifrare, una storia da raccontare e ascoltare. È il giorno in cui si decide di fermarsi a riflettere ("think twice"), e che Phil racconta come un’occasione per cogliere il paradiso.

Una donna richiama un passante:
“signore, mi può aiutare?
Fa freddo e non ho dove dormire.
Non sa di un posto dove posso andare?”
L’uomo prosegue senza nemmeno voltarsi,
fa finta di non aver sentito,
e attraversa la strada fischiettando
per nascondere l’imbarazzo.

Ti prego, pensaci,
questo potrebbe significare un giorno in paradiso per me e per te

La donna prova a chiamare di nuovo il passante
Stavolta lui si volta, si accorge che lei sta piangendo,
e deve anche avere i piedi doloranti
perché non cammina, ma si trascina.

Oh, pensaci due volte
Perché oggi potrebbe essere un giorno per me e per te in paradiso

O Dio, non c’è nessuno che potrebbe fare qualcosa di più?
O Dio, deve esserci qualcosa che puoi dire...

Lo si capisce dalle linee tracciate sul suo volto:
intuisci che è stata ovunque,
e forse non si è mai fermata
perché non si trovava bene da nessuna parte.

Oh, pensaci due volte
Perché è un altro giorno per me e per te in paradiso
Pensaci... è un giorno in paradiso

-------------

La canzone è stata ispirata a Phil da un’esperienza vera. Un giorno appena uscito da uno studio di Londra gli si avvicinò una donna senza casa per chiedergli l’elemosina. Una situazione praticamente ordinaria. Solo che quella volta Phil provò uno strano senso di inadeguatezza mentre passava oltre la donna: “non ho ignorato quello che diceva, però nemmeno mi sono fermato... ho semplicemente fatto finta che non stesse succedendo. La cosa mi è rimasta impressa. Ho sentito il bisogno di trasformarla in musica...”
Un argomento estremamente complesso, una canzone rischia di trasformarlo in facile demagogia.
Invece Phil è riuscito a fotografare con delicatezza le sensazioni di una persona comune che si scopre a riflettere, ha assegnato una musica a un’esperienza che tutti hanno provato. Non ha scritto una canzone di protesta, in quel momento voleva semplicemente descrivere uno stato d’animo.
La stessa sfumatura malinconica delle note sottolinea che si tratta di un canto introspettivo, una riflessione fra sé e sé, tanto che a un certo punto l’uomo della canzone, cioè Phil stesso, sembra rivolgersi a Dio: “non c’è nulla che si può fare?”... come chiunque si sente piccolo di fronte a un problema grande. Ma l’inizio di una riflessione è sempre l’inizio di un cambiamento dentro di sé...

Forse, ripensandoci, è vero: era proprio una canzone d’amore


She calls out to the man on the street
"Sir, can you help me?
It's cold and I've nowhere to sleep,
Is there somewhere you can tell me?"

He walks on, doesn't look back
He pretends he can't hear her
Starts to whistle as he crosses the street
Seems embarrassed to be there

Oh think twice, it's another day for
You and me in paradise
Oh think twice, it's just another day for you,
You and me in paradise

She calls out to the man on the street
He can see she's been crying
She's got blisters on the soles of her feet
Can't walk but she's trying

Oh think twice...

Oh lord, is there nothing more anybody can do
Oh lord, there must be something you can say

You can tell from the lines on her face
You can see that she's been there
Probably been moved on from every place
'Cos she didn't fit in there

Oh think twice...


colibrì

   
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