7 novembre

L'illusione di un prolungamento dell'estate se n'è andata con un colpo di vento.
Per alcune ore il sole andava e veniva nascosto da enormi cumuli bianchi.
Una domenica tranquilla e insolitamente silenziosa. Anche le tre sorelline del piano di sotto non fanto sentire le loro vocine squillanti mentre corrono su e giù rincorrendosi per i corridoi.Forse anche il treno sta schiacciando un sonnellino.
Sto finalmente rilassandomi, quando un boato mi fa sobbalzare. I vetri della mia camera tremano, le porte all'interno dell'appartamento sbattono con violenza. Un urlo di mio figlio:...vieni...
Mio figlio è sul balcone e sta tendando di mettere al riparo alcuni vasi di fiori, mentre la pioggia, forse mista a grandine, gli sferza il viso. Mi racconterà poi che il vento é stato così forte che ha spostato il suo corpo.
Il cielo ha un colore particolare e impressionante.
Verso le montagne sopra Lecco si vedono ampi squarci di sereno, mentre dalla parte opposta , sull'Appennino, una enorme nuvola sfrangiata ha un impressionante color rosso sangue e si congiunge ad una altrettanto impressionante nuvola, scura questa, che copre la pianura padana verso Ovest.
Ci siamo trovati in mezzo ad una tromba d'aria, durata alcuni minuti,è evidente,e, ora che tutto è passato, mi viene in mente Doroty trasportata dal tornado!!!
C'è nuovamente silenzio e ha pure smesso di piovere.Chiudo le tapparelle, il variare dei colori del cielo finisce con il crearmi grande nervosismo e decido di non riaprirle fino all'indomani.

8 novembre

Ed eccoci arrivati alla stagione fredda.
Finchè non piove i grandi accompagnano i bambini ai giardinetti dopo la scuola.
Largo Murani è sempre stato affollatissimo quando il tempo regge, anche se fa freddo. Al mattino le persone sostano un momento a rilassarsi seduti su una panchina sotto i bellissimi tigli, altri accompagnano il cane, nelle ore più calde molti bambini piccoli accompagnati dalla baby sitter e anziani con le badanti. A mezzogiorno operai, studenti delle vicine Università, malati dell'hospital day dell'Istituto dei Tumori che hanno il prelievo del sangue periodico in attesa dell'esito che viene dato in mattinata si avvicendano sulle dieci panchine e spesso nemmeno guardano il giornale.
Ora tutto questo brulichio di vita va scomparendo.
Le grandi scavatrici hanno aperto delle voragini immense, per il momento è rimasto solo un fazzoletto di terra, che verrà recintato l'anno venturo. A lavoro ultimato, tigli, aceri, bagolari, olmi verranno ridotti a truciolare e al loro posto verranno create deliziose e calde aiuole con petumie, salvie spledenti e violette.Dovremo rassegnarci a non avere più le ampie chiome ombrose, non potendo gli alberi di alto fusto avere terra a suffucinza per le radici e non sentiremo più cantare le foglie quando soffia un po' d'aria.
Ora sono rimaste quattro panchine che guardano sulla palizzata del cantiere che ha diviso il parco.

I miei amici hanno deciso di cercare soluzioni alternative e hanno provato ad andare ai Giardini di via Guastalla con il nipotino. I giardinetti d'emergenza di viale Argonne sono schiacciati tra due colonne di auto. Orail traffico è pesante e si forma un camera a gas per nulla raccomandabile.

I giardini Guastalla fanno angolo con via Francesco Sforza, che non è che una parte della famosa cerchia interna dei Navigli milanesi, ora ricoperti.

All’angolo con via Guastalla , di fronte al Pronto Soccorso del Policlinico, l’antica istituzione ospedaliera, ci si può soffermare a contemplare l’originale vasca barocca dei giardini e fare così una sosta piacevole: di fronte, l’elegante facciata di palazzo Sormani, gli edifici comunali e sulla destra le antiche piante d’alto fusto.

La fontana dall'alto bordo in pietra è subito sotto di noi, in un avvallamento del terreno, in una foppa, si dice da noi.
I bambini scorrazzano per i vialetti senza pericolo e le baby sitter chiacchierano tra di loro sedute sulle panchine.

Una mattina come tante altre:

Durante la passeggiata quotidiana del signor Anselmo e di sua moglie Maria con il nipotino, cercano di attraversare la strada.
In via Francesco Sforza il traffico è sempre più convulso.
Ferme, in attesa di poter proseguire, le auto della scorta e l'auto dei Regali Principi del Regno Lontano ai confini dello spazio, il Principe Nenè e la Principessa Ninì, successori al trono. La Principessa, annoiata, si guarda attorno, vede i miei amici e, inaspettatamente, sorride loro, come fosse una vecchia amica.

Un sorriso dolcissimo, simile a quello che veniva pubblicato sui giornali più famosi e diffusi su tutto il Pianeta Terra.
Questa volta il sorriso era ancora più bello, perchè donato con spontaneità al di là delle etichette in un momento di autentico relax.
Questa che vi ho raccontato è la mia storia d'autunno e, vi posso assicurare, è quasi una storia vera.
E. F.

Il racconto "Incontri" fu da me scritto tempo fa . Rimase tuttavia nascosto in un angolino a decantare.
Mi sembra venuto il momento di riproporlo come "racconto d'autunno".

E' ispirato ad un episodio realmente avvenuto a Milano e raccolto dalla viva voce dei protagonisti milanesi.
Chi era la principessa triste, che riuscì a donare un sorriso gentile? Era Diana Spencer, moglie del principe Carlo, pretendente al trono d'Inghilterra. I protagonisti del raccontino ne parlavano sovente, soprattutto quando giunse la notizie della terribile tragica morte della " Principessa Triste".