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 Stretto bollente - Il tifone Rananim
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Roberto Mahlab
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Inserito - 15/08/2004 :  12:49:44  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Taipei, 11 agosto
La capitale della verde isola di Taiwan mi accoglie con uno splendido sole e una temperatura tropicale di 34 gradi, "secondo me piovera' presto", esclamo rivolto a Ann Hsue e Ah Mei, le mie fornitrici che sono venuto a visitare. "Tutta la stampa riporta che e' ritornato El Nino, la corrente che terrorizza tutta l'Asia orientale perche' e' causa di tempo secco e rovinoso per i raccolti, ma non lo vedi il colore del cielo?", mi risponde allegramente Ann.
Eppure al largo del mar della Cina si sta formando un tifone, denominato "Rananim", con moto vorticoso si rafforza e i suoi venti spirano a 140 chilometri all'ora, la direzione e' la costa continentale cinese, appena sopra Shanghai, il servizio meteorologico afferma che evitera' Taiwan, "invece a me e' parso un ciclone non cosi' potente da non deviare verso sud", mugugno io sottovoce.

Taipei sorge sulla punta nord dell'isola di Taiwan, gli ordinati blocchi di modernissime costruzioni attorniati da parchi sono una chiara indicazione dell'enorme ricchezza e potenza economica del paese, il tasso di crescita di quella che viene definita la "tigre dell'Asia" supera quest'anno il cinque percento, 14.000 dollari di reddito procapite e una inflazione di neppure l'uno percento.
Taiwan, ovvero la Repubblica di Cina, e' una vigorosa democrazia e nasce nel 1949 ad opera del generale Chiang Kai Shek, che vi ripara con i suoi fedeli dell'esercito del Kuomintang, dopo essere stato sconfitto dall'esercito comunista guidato da Mao Tse Tung.
Mentre la Cina continentale si trasforma in Repubblica popolare e piomba nella dittatura, anno dopo anno Taiwan si sviluppa fino a diventare una potenza commerciale grazie al duro lavoro dei suoi oggi ventisei milioni di abitanti.

Gia' nel 1926 il generale Chiang avvero' il progetto di Sun Yat Sen, unificando la Cina e promulgando la costituzione, ma l'invasione giapponese del 1931 sconvolse il paese. Chiang organizzo' la resistenza che duro' quasi 15 anni, fino al 1945, quando al fianco delle truppe alleate contribui' alla sconfitta e al ritiro dei giapponesi.

Dal 1949 la minuscola Taiwan e la gigantesca Cina comunista si fronteggiano ed i governi di entrambe coltivano il sogno di unificare di nuovo il territorio e per decenni il conflitto tra le due sponde dello stretto di Formosa non fu solo ideologico, la parola passo' spesso ai cannoni, fino alla parziale distensione degli ultimi anni, con l'apertura economica e gli investimenti degli imprenditori di Taiwan nella Cina popolare che ha intrepreso la strada delle riforme e, lo scorso novembre, ha spedito nel dimenticatoio il dogma marxista liberalizzando la proprieta' privata, atto finale del cammino del ritorno nell'arena internazionale, iniziato dopo la morte di Mao.
Il regime assolutista al potere e' cosi' sempre piu' stridente con un popolo che sta riassaggiando, a piccole dosi, la liberta' calpestata da una ideologia che ha percorso una strada di sangue, il massacro del Tibet, la spaventosa "rivoluzione culturale", la strage di Tien An Men e, in tempi recentissimi, il tentativo di nascondere le epidimie di aids e di sars.
Oggi la Cina continentale cresce ad un tasso dell'otto percento e si avvia a diventare una delle prime quattro potenze economiche del pianeta.
Degno di nota a questo proposito e' l'onesto parere di Peter Yu, che l'anno scorso a Shanghai mi ha detto : "E' interessante leggere che la vostra stampa occidentale magnifica la nostra crescita, ma non tenete mai conto che l'otto percento di crescita su una economia dal valore precedente ancora basso, puo' fare impressione in termini di percentuale, ma in termini di valore assoluto non e' paragonabile all'uno percento di crescita euoropea, perche' il vostro e' un uno percento su un prodotto immenso".

Nei prossimi mesi sara' Taiwan ad essere di fronte ad una scelta storica, la proclamazione dell'indipendenza e dunque il definitivo distacco dalla Cina. Il regime di Pechino ha dichiarato prepotentemente che in tal caso scatenerebbe la guerra e proprio in questi giorni gli osservatori internazionali hanno contato ottocento missili cinesi puntati sull'isola di Taiwan.
Uno stridore di sciabole ad uso propagandistico e nazionalistico interno alla Cina, in sostituzione al cadente dogma del comunismo, o rischio effettivo di un apocalittico scontro che sconvolgerebbe il globo? Gli Stati Uniti, il Giappone e altri paesi del Pacifico, hanno informato la Cina che non accetterebbero l'aggressione e oggi lo stretto di Formosa che divide le due Cine e' uno dei punti piu' incandescenti della Storia contemporanea. Paradossalmente, dalla crisi potrebbero riprendere forza anche i riformisti in Cina, la spinta della democratizzazione, il sogno di Zhao Zyang, oggi al confino, non si e' spento a Tien An Men.

E' ora di cena e le elegantissime Ann Hsue e Ah Mei mi propongono i locali raffinati che vanno per la maggiore a Taipei, i loro visi si illuminano :"salmone oppure pizza dall'italiano?".
Faccio una faccia storta e loro si guardano sospirando :"ok, abbiamo capito, peggio per te, ti portiamo in un tipico ritrovo popolare taiwanese, poi pero' tu ci accompagni a fare spese".
Il tipico ritrovo taiwanese e' un immenso spazio di tavolini con attorno piccoli chioschi che presentano sui banconi la copia in plastica dei piatti che si possono scegliere, le copie sono coloratissime e appetitose, ogni tipo di pesce, di carne, di verdura e di pasta, in complessi miscugli che non avranno il plauso della guida Michelin.

"Adesso scegli", mi intimano le mie ospiti e io punto il dito sulla riproduzione tridimensionale di quello che appare essere un piatto di spaghetti ricoperti da gamberetti e asparagi.
Le due donne mi fissano un attimo, rinunciano a replicare, mi fanno sedere e si occupano delle ordinazioni e di portare al nostro tavolo le pietanze.
"Ma non ci sono le bacchette?", domando soppesando nelle mani la forchetta di plastica. "Ma usale tu le bacchette per gli spaghetti", mi fulminano.

"Come si dice 'buon appetito' in cinese?", chiedo con cortesia. "Non si dice, non qui", risponde Ah Mei, riconosco un drastico giudizio su quanto ho scelto, "e adesso mangia".
"Come si dice 'buono'?", insisto. "Si dice 'hao'. Ma perche' non assaggi, prima di dirlo?".
"Ok ragazze", riprendo con aria professorale, "i saggi cinesi affermano che un uomo puo' dirsi uomo solo dopo aver scalato la Grande Muraglia e io l'ho fatto, nel corso dell'ultimo viaggio a Pechino e, quando sono sceso, affamato, sono riuscito da solo ad entrare in un piccolo locale alle pendici delle montagne, a domandare in cinese del riso, 'fan', e dell'acqua, 'schwei', e poi ho detto grazie, 'sye sye'".
"E allora?", sorride dispettosa Ann Hsue.
"Allora ho mangiato ogni chicco di riso con le bacchette, esattamente come facevano i vostri antenati, poi sono tornato in citta' e i miei amici mi hanno offerto da mangiare i serpenti, i coccodrilli e gli spiedini di insetti, io dovevo scegliere queste leccornie, ancora vive, da una grande vetrata, ma ho avanzato la scusa di un mal di stomaco e sono riuscito a farmi portare solamente, ancora, del riso".

Non ero sicuro che le mie orientali amiche comprendessero la profondita' della mia filosofia pseudoconfuciana e la prova la ebbi subito :"se ci hai portate qui stasera, tu sei capace di mangiare di tutto", e mi guardarono con sempre piu' scarsa fiducia.
Le mie quotazioni erano ormai precipitate, come potevo convincerle che in verita' io sono cosi' schizzinoso da cambiare posate ad ogni piatto e che quello che avevamo in tavola non era cosi' terribile?
Con fare perfido Annie e Ah iniziarono a scambiarsi un lirico ricordo dell'ultimo salmone divorato la sera precedente, suppongo che tentassero di farmi sentire in colpa.

Intanto io sposto gli asparagi e i gameberi e scopro gli spaghetti e comincio a far ruotare la forchetta e infine porto alla bocca il primo assaggio.
Le amiche guardano affascinate come gli spaghetti si arrotolano sulla posata, loro li raccolgono a cucchiaiate, tentano di imitarmi, ma il movimento e' troppo lento e la pasta scivola via.
"Come fai?", si abbassano a chiedermi, mettendo da parte l'orgoglio.
E cosi' fu che ho insegnato loro l'antica arte italiana.
"Hao", dicono, leccandosi le labbra, "hao", faccio eco.

La citta' di Taipei fu fondata quattrocento anni orsono da pionieri appartenenti alla dinastia Han, nel corso di una migrazione di massa attraverso lo stretto che divide la Cina dall'isola di Taiwan. I coloni bonificarono le paludi e le trasformarono in fertili terreni agricoli.
Alla fine dell'ottocento il nord dell'isola gia' fioriva di ricchezza e di commerci, basati sull'esportazione di te' e di canfora.
Nel 1884 Taipei divenne il centro amministrativo di Taiwan.
La scoperta di depositi di carbone accrebbe l'importanza dell'isola sia agli occhi della corte imperiale della dinastia Ching a Pechino, sia a quelli dei bellicosi vicini giapponesi. L'elettricita' e una moderna ferrovia arrivarono nel 1889, fu la prima provincia cinese a godere del progresso. Nel 1895 la Cina cedette Taiwan al Giappone, in uno sforzo di saziare l'appetito espansionista dell'impero del Sol Levante.
La potenza occupante decise di impressionare favorevolmente il mondo con le proprie capacita' di governo coloniale e ricopri' Taiwan di straordinari edifici pubblici, di scuole e ospedali, dando una svolta al modo di vivere degli abitanti. Taiwan divenne un laboratorio culturale e architettonico e lo spirito industrioso si e' mantenuto nei decenni e oggi i prodotti 'made in Taiwan' sono nelle vetrine di tutto l'occidente e cosi' anche le grandi firme della moda occidentale hanno aperto, a ricambiare, i loro lussuosi negozi all'interno dei grattacieli di Taipei.

E proprio li' siamo diretti, devo mantenere la promessa di accompagnare Ann Hsue e Ah Mei tra le ultime novita' di Armani, Prada, Chanel, Versace e altri stellari nomi delle marche adorate dalle donne di ogni latitudine.
La prima difficolta' e' entrare, sulla porta di cristallo non c'e' scritto ne' 'spingere' ne' 'tirare', neppure in cinese, le mie due amiche si scoraggiano, temendo che sia troppo tardi e l'ala dei negozi sia chiusa. Io spingo e la porta di apre. Dal loro slancio mi rendo conto che il mio punteggio sale ai loro occhi, mi osservano quasi come se fossi un saggio. E pensare che di solito io spingo anche quando c'e' scritto 'tirare' e viceversa.

Ah Mei prova un paio di scarpe di un nome famoso, le stanno male, ma non dico niente, lei le rimette sullo scaffale, per fortuna.
Mentre ci allontaniamo chiedo :"Come si dice 'non va bene' in cinese?". "Si dice 'bu hao'", risponde Ah grata, non ho emesso giudizi diretti che non mi sono stati richiesti, la mia amica ha compreso che la mia domanda ha un significato di approvazione al suo mancato acquisto?
La ragazza e' attratta da un costosissimo paio di occhiali di Gucci, li prova, le stanno d'incanto, io non faccio una piega, lei cede e mi chiede se le stanno bene.
"Hao", rispondo. Mi guarda finalmente con approvazione, ma io non mi sento particolarmente brillante, davvero pensava che potessi rispondere che un paio di occhiali di Gucci da duecento dollari erano brutti?

Qian Mi fu uno dei maggiori luminari moderni del mondo culturale cinese, risiedette sia in Cina che a Taiwan e persegui' fimo alla recente scomparsa la 'ricerca delle verita' nell'universo cinese'.
Insegno' fin dall'inizio del novecento nelle scuole cinesi e i suoi testi erano ammirati dall'elite intellettuale di Pechino per la profondita' dello stile letterario e l'acume storico. Amava considerarsi uno studioso di Confucio, il suo idolo era Zhu Xi, il grande discepolo confuciano che visse alla corte della dinastia Song nel dodicesimo secolo.
Qian Mi sottolineava che lo studio del neoconfucianesimo doveva insistere sulla coltivazione del se' e sulla pratica nella vita reale, egli era noto per non separare lo studio dei principi dagli eventi concreti. Le sue opere trattavano della 'ricerca dell'essere ideale', secondo la tradizione risalente a Confucio.

Piu' modestamente io avevo avuto solo il problema di riabilitarmi agli occhi di Ann Hsue e di Ah Mei per la scelta del ristorante : l'abilita' con la forchetta, una porta da tirare e il silenzio apparentemente giudizioso quando una affascinante amica indossa degli occhiali di Gucci fino a che non mi chiese lei il mio parere, furono la contorta strada che intrapresi.


Terminiamo la serata nel Tempio Taoista di Tali, le raffigurazioni delle divinita' sono ricoperte d'oro massiccio, le due ragazze accendono dei piccoli ceri e si raccolgono lungamente per i riti di ringraziamento e di preghiera per il benessere dei loro cari.
Dalla terrazza del Tempio la vista sull'oceano e' mozzafiato, il cielo diventa nero, scrosci di pioggia impetuosi, le folate di vento piegano gli alberi, le onde si alzano come muri, almeno un metro, e si abbattono sulla strada che dovremo percorrere.
"Mi pareva che non la scampassimo", mormoro, "ma non preoccupatevi, qui arriveranno solo le propaggini del tifone, causate dal suo movimento rotatorio, per Taiwan sara' un piccolo tifone, ma non vorrei essere in Cina quando arrivera' laggiu'.

Le mie parole di rassicurazione furono una scarsa consolazione per Ann Hsue e Ah Mei, erano fradice dai capelli alle scarpe, nonostante gli occhiali da sole di Gucci.
"Te ne vai presto dalla nostra isola, vero?", mi chiede beffarda Ah Mei.

Mentre il mio volo si alza puntando verso il sud, sto cercando di interpretare se la mia amica intendesse rimproverarmi perche', nonostante le previsioni ufficiali avessero detto il contrario, il tifone aveva seguito le mie e quindi ero un menagramo, oppure se fosse un sottile neoconfuciano dolce modo di dirmi che le dispiaceva che dovessi gia' ripartire.

Nei giorni successivi il tifone Rananim ha sconvolto il traffico marittimo della flotta commerciale di Taiwan e poi ha raggiunto la Cina continentale, scatendando rovina, morte e distruzione, si e' sviluppato tanto da diventare il maggior tifone registrato da sette anni a questa parte.

Rananim non ha rispettato il confine del ribollente stretto di Taiwan e la devastazione della natura ha affratellato le coste delle due Cine divise.

Bob Porter - 'A view from Asia" - Concerto News System @2004

   
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