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fravola
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Inserito - 24/02/2003 :  07:20:46  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a fravola
Il corso on-line ad uso e consumo dei maruecos e di chiunque voglia restare lessicalmente giovane ,perdonate le parole un poì forti ma
in questa strana citta'. ahime'. cosi' si usa. Mi sono violentata riportanto la reale veridicitaì del lessico e questo vale anche per le traduzioni . Scusate
bagaglio (anche "zavaglio"):
sostantivo che può indicare indifferentemente qualsiasi oggetto (o persona) con accezione negativa. Definisce sinteticamente la condizione di attrezzo inutile il cui unico attributo è quello di possedere un peso senza, nonostante tutto, svolgere correttamente la propria funzione. "Cos'è quel bagaglio lì?" domanderà con aria di superiorità il giovine felsineo additando il vecchio cellulare dell'amico dalle dimensioni di un cabina telefonica.

batedo:
letteralmente equivalente alla locuzione "una gran quantità di". Il termine, pur nella sua sinteticità estrema, esprime con disarmante successo l'immagine onomatopeica del tamburellare incessante di qualcosa che si abbatte senza concedere tregua alcuna. "Ho preso un batedo d'acqua!" esclamerà correttamente l'ignaro cicloturista appena rincasato fradicio dopo l'ennesima bizza metereologica di queste mezze stagioni ritornate prepotentemente di moda.

bazza:
intrallazzo, conoscenza tattica volta all'ingresso in disco senza sottostare a code di ore o allo sconto all'atto dell'acquisto del settimo aperitivo consecutivo al Rosarosae.

bona lè:
basta. Locuzione sintetica ma esaustiva per sancire il termine di qualsiasi attività o discussione. "bona lè, riga! non ne voglio mezza!" affermerà perentoria la fanciulla-bene all'incipiente quarantasettesimo tentativo di "intomellamento" ad opera del maldestro maraglio di turno. Vedi anche: "riga".

bulbo:
capelli. Il bolognese veramente giovane affermerà al suo amico scapigliato dalla corrente: "con questo vento hai un bulbo che non si affronta!"

càrtola:
tipo giusto, molto fico, di un'altra (vedi). Se si "ha la càrtola" significa che si possiedono tutte le caratteristiche necessarie per fare colpo sull'universo femminile. Come comprensibile tale attributo non è collegabile in alcun modo al PEx.

cassa:
o meglio "essere in cassa". Definisce lo stato comatoso conseguente ad abuso di sostanze alcooliche e depone a grande sfavore del soggetto in quanto assolutamente incapace di intendere e di volere. Es.: "mi sono preso una cassa assurda!" esclamerà il morigerato fanciullo la giornata susseguente ad una bravata con gli amici.

ciocàta:
rimprovero, cazziatone. Più correttamente "cioccàta", in cui la doppia "c" viene immolata senza troppi rimorsi sull'altare della corretta pronuncia felsinea. "Ho preso una ciocàta pazzesca" asserirà correttamente lo studente ripreso e ridicolizzato di fronte alla platea di compagni di corso dal prof che lo ha "sgamato" mentre copiava la soluzione del problema di Analisi 2 dalla fotocopia ridotta e filigranata del "Matricioni - Forti"

dare la molla:
mollare, scaricare. Utilizzato principalmente nel senso di liberarsi della persona con cui si era soliti accompagnarsi. Alla domanda "dove l'hai messa la morosa?" il giovane bolognese che vorrà distinguersi per eleganza e modernità risponderà convenientemente "cioé, le ho dato la molla, mi aveva troppo zagnato i maroni!" (vedi "zagnare")

della serie...:
incipit per eccellenza che prelude ad una categoria di cui l'evento che viene commentato si ritiene faccia parte. Fondamentale la "s" sibilante e la "e" molto aperta affinché la locuzione sia effettivamente giovane ed efficace.

essere di un'altra (o di prima, o di primissima):
sottointeso "categoria". Locuzione utilizzata per esprimere entusiasmo e felicità per qualcosa. L'oggetto dell'espressione viene immediatamente posto al di sopra di ogni confronto con oggetti simili ma banalmente e tristemente più scadenti (di ultima).





   
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