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 La Luna di fragola
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Roberto Mahlab
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Inserito - 19/08/2021 :  23:56:46  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Ieri sera per cena un piattone di succulente fragole appena comprate e poi ho letto che la Luna piena era denominata "Luna di fragola" secondo il mito degli indiani d'America, e allora per logica e razionale conseguenza mi sono messo lo zaino in spalla con dentro la Canon 750D, l'obiettivo Canon 18-200 e il cavalletto e sono andato in centro per fotografarla vicino ai monumenti. E' così che prendiamo le decisioni noi imprenditori palestrati del ventunesimo secolo ed è per questo che la mia segretaria fa svuotare a me i cestini in ufficio e l'azienda se la gestisce da sola.

Ero contento di rivedere Lu, quanti bei ricordi del passato, secondo l'orario ferroviario universale avrebbe dovuto sorgere alle 21 e 11 e io ero sotto il Duomo con largo anticipo, mai fare aspettare le signore è il motto di noi gentiluomini. Le 22 e nel cielo Lu non si vede e così entro nell'enorme spaccio dolciario di fronte alla libreria per passare un poco di tempo come facciamo noi intellettuali convinti che culturismo abbia la stessa radice di cultura. Alle 23 ancora nessuna traccia di Lu e mentre scorgo le coppiette tenersi teneramente per mano e fare fotografie con il cellulare al Duomo, mi sento abbandonato e tradito e decido di tornarmene a casa, esiste un limite di ritardo che un vero uomo non deve accettare venga superato, tipo le due ore, per non perdere la faccia, ecco. Noto un signore emaciato con gli abiti stracciati e la barba lunga e il volto segnato dalla sofferenza che vaga senza meta nella grande piazza e comprendo che è ancora lì in attesa della sua amata da molto più di due ore, non voglio finire così anche io.

All'improvviso grida di bambini e dita puntate verso il cielo dell'est ed è Lu, nel pieno delle sue affascinanti forme, una visione da rimanere senza fiato, ma io ho una dignità e le dico solo :"Due ore di ritardo? Va bene che sei una donna e che devi fare aspettare gli uomini, ma vuoi che finisca anche io come quel signore?". "Ma dai, smettila con quel broncio", sussurra, "ci ho impiegato un poco per arrivare qui dal momento del mio sorgere perché ho seguito la via dello shopping, sai per noi donne la tua città capitale della moda è una attrazione irresistibile" e io mi sciolgo.

Il signore emaciato si ferma in mezzo alla piazza e mi lancia uno sguardo disperato e io lo ricambio con un incoraggiamento :"la tua amata sarà in ritardo per via dello shopping, resisti ancora una ventina di anni e vedrai che arriva". Tra uomini ci si deve scambiare saggi consigli sulla comprensione delle donne.

E inizio a scattare, come ad ogni magico incontro con Lu, inquadro nello schermo digitale solo lei con apertura, tempi e iso che ne facciano risaltare i particolari, i monumenti attorno saranno bui nelle foto, ma comunque registrati e basterà schiarirli nella fase di elaborazione.

Una coppia si ferma e mi chiede di poter guardare nello schermo, lei è curiosissima ed entusiasta, lui freddo e evidentemente geloso, io cambio i settaggi per permetterle di osservare i crateri a pieno colore e lei inizia a fare domande con tono gioioso, fino a che il fidanzato le ricorda che hanno un appuntamento e la trascina via. Io alzo gli occhi verso Lu per giustificarmi :"Me lo ha chiesto la ragazza, non è come pensi". "Io non penso, io ho visto", sibila Lu di rimando.

"A proposito", riprende, "dici di adorare riprendermi con il contorno dei monumenti e in passato sei venuto a trovarmi dovunque, a Parigi, Londra, New York, Los Angeles, Pechino, Singapore, Tokio, Hong Kong, ma poi hai smesso e mi hai aspettato solo qui, perché? Mi sei mancato", la sua voce dolcissima mi scava nell'animo. "Non succederà più Lu, ti seguirò ovunque, prometto".

Si avvicina una bella signora in bicicletta, mi chiede di guardare sullo schermo e l'accontento, se ne va dopo diversi minuti, con sguardo sognante, "Lu, non è come pensi!", ripeto una seconda volta e noto un raggio di fuoco nei suoi occhi. E un'altra voce si avvicina :"possiamo vedere?". Sto per rispondere :"no, basta, sono qui per Lu che poi pensa male" e invece Lu mi precede e dice ai due addetti alla nettezza urbana davanti al camion dei quali avevo inavvertitamente posizionato il cavalletto :"Ma certo, è a vostra disposizione" e riflette tutto il suo splendore mentre strizza l'occhio a quello che ritiene essere il più avvenente dei due. "Non è come penso, vero?", sibilo a Lu. E per cinque per me interminabili minuti la ammirano sullo schermo digitale.

"Grazie, adesso noi torniamo al lavoro, sa, stavamo per metterla sotto con il camion perché dovevamo uscire dal parcheggio e lei ci bloccava e l'abbiamo risparmiata solo perché ci ha permesso di vedere l'adorabile Luna". "Oh, nessun problema, quando volete Roberto è a vostra disposizione e tornate presto a vedermi!", ribatte loro Lu. Mi mordo le labbra mentre i due addetti e Lu si scambiano saluti e numeri di telefono.

E poi dimentichiamo gli scherzi da ragazzini e ci inseguiamo tra le guglie e i palazzi storici.

Mi si chiudono gli occhi, è quasi mezzanotte e Lu mi accarezza e mi dice che deve proseguire e mi ricorda la promessa di non lasciarla più.

E mi balza dentro una voce che mi dice :"Robbi, è giunto il tempo di prendere l'ultima metropolitana prima dell'alba" come il versetto della Haggadà di Pesach, il racconto della discussione dei rabbini che si protraeva fino a tardi e degli allievi che li avvisavano che era giunta l'ora di sospendere per la preghiera del mattino.
Arrivato a casa non vado a dormire fino a quando finisco di elaborare le fotografie di Lu e poi i sogni sono dolci come le fragole.

Roberto Mahlab


   
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