"Ah sì ? E quali sarebbero invece le cose da uomini?", ha ribattuto lei esasperata.

"Per esempio ieri in palestra, con l'istruttore e gli altri soci, eravamo spaparanzati sulle panche e poi abbiamo parlato degli europei di calcio e poi abbiamo commentato con sarcasmo la possibilità che una donna diventi presidente degli Stati Uniti e poi ce ne siamo tornati a casa, quattro cose in questo ordine, una alla volta perché noi uomini più di una cosa alla volta non riusciamo a fare", le ho spiegato con pazienza.

"E' tuo questo volume di Asterix sulla scrivania?", mi ha domandato lei prendendolo in mano pericolosamente e mi è si è gelato il respiro in gola.

"Ok, ne possiamo parlare, va bene, ci vado al corso del makerspace per imparare il software Valentina per creare cartamodelli, però metti giù il mio Asterix", ho sussurrato con voce tremante e desolata.

"D'accordo, ci vai e impari, ci serve utilizzare quel software per i nostri prodotti" e mentre diceva quelle parole mi porgeva nello stesso istante il foglio di iscrizione. Due cose alla volta è capace di fare la mia segretaria, non so come facciano le donne a fare cose così fuori dall'umano.

Sono arrivato al laboratorio e mi sono seduto al tavolo del corso e ho acceso il mio portatile, "ecco, lo sapevo che non dovevo venire, lo schermo si vede a malapena, non c'è abbastanza luce in questo posto", mi sono rivolto alla ragazza che teneva la lezione. Lei non ha risposto, segno che teneva nella dovuta considerazione una precisa osservazione da parte di un uomo che sapeva il fatto suo. Si è avvicinata e ha spinto la spina del computer nella presa e lo schermo si è illuminato, "non avevi inserito bene la spina", ha sibilato. Non un granché come inizio, ho ammesso sportivamente tra me e me.

Sono arrivate le altre persone iscritte al corso, tutte donne. Mi sono allontanato dal tavolo insieme alla mia sedia, come a dire a tutte loro :"io sono qui per caso, non ci volevo venire, non sono una donna, non capisco perché sono ad un corso per creare cartamodelli". Non hanno reagito e non mi hanno degnato di uno sguardo, segno che avevo colpito nel segno e che rispettavano la mia angoscia.

All'improvviso la stampante 3D che funzionava in un angolo del laboratorio ha emesso un suono inusuale, siamo tutti accorsi a vedere che accadeva e con orrore abbiamo osservato il filamento, uscito dalla bobina, che si avvitava nell'aria. "Come è possibile, non c'era nessuno attorno" ha esclamato l'insegnante con tono stupito e tutti insieme siamo riusciti a fermare il moto irrazionale del filamento e l'abbiamo riavvolto. Il volto dell'insegnante però era divenuto pallido.

La lezione è andata avanti e, nell'istante in cui compariva l'ultima slide, dietro lo schermo a parete si udiva un forte botto di qualcosa che era caduto sul pavimento, ci siamo alzati per andare a vedere ed era caduta sul pavimento una piccola struttura metallica. E il volto dell'insegnante si è fatto ancora più pallido e io le ho detto per scherzo :"allora c'è un fantasma in questo laboratorio!". E lei mi ha risposto seriamente :"prima che diventasse un makerspace, era una copisteria, forse è il fantasma di un libro, forse aspetta che qualcuno scriva di lui e lo riporti in vita". E poi secondo la mia segretaria sarebbero solo gli uomini ad inventarsi storie di fantascienza!, ho pensato stupefatto.
L'insegnante era così brava che poco a poco ha fatto scomparire quello che era solamente un mio terrore e sono arrivato alla fine come le altre allieve.

Ero così entusiasta che la mattina dopo, prima che arrivasse in ufficio la mia segretaria, ho stampato il cartamodello creato al computer e i suoi bordi si sono miracolosamente allineati alla perfezione. "Che strano, non credevo di riuscire, è come se non l'avessi fatto io", le ho detto confuso mentre anche lei mi guardava perplessa :"bravo, sono sorpresa, non mi aspettavo che combinassi qualcosa di buono, ora possiamo usare questo software e anche quelli simili per i nostri progetti". Mi guardava e parlava nello stesso istante, questa sua abilità di fare due cose insieme mi rende sempre nervoso, ma come fanno le donne !

E così quel pomeriggio sono andato ancora in palestra a scaricarmi e mi sono messo sulla panca e ho iniziato a tirar su un paio di manubri dal peso non irrilevante. Ho sentito su di me lo sguardo incredulo degli altri soci e dell'istruttore e i mormorii che si scambiavano :"ma guarda, Roberto sta tirando su pesi invece di chiacchierare come facciamo di solito e ne sta tirando su due insieme, sta muovendo due braccia insieme, sta facendo due cose insieme, come una donna?!?!?!".

Ho sospirato, non potevano capire, non potevano neppure vedere il mio amico fantasma che spingeva uno dei due manubri, mentre io spingevo l'altro. In fondo era un fantasma uomo anche lui.

Roberto Mahlab - I racconti dell'ufficio