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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 LA CHIESA DEI "FICHI"
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zanin roberto
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Italy
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Inserito - 05/10/2014 :  20:29:21  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a zanin roberto
Il pomeriggio d'inizio Luglio era lungo e luminoso, dal fondo della Puglia là dove gli ulivi si arrendono al salso del Mar Mediterraneo , l'automobile risaliva il Salento, ero assorto dalla strada, dai segnali che avrebbero dovuto orientare il nostro rientro in albergo a Porto Cesareo, quando inesorabilmente come una torre di controllo ai caccia in volo, mia moglie mi allertò con una delle sue insostituibili segnalazioni, rapida e precisa sulle guide del Touring Club, mi disse:
-" All'ingresso di Casarano c'è una chiesa del XI secolo con mosaici bizantini, unica nel suo genere in tutta la Puglia" - le risposi con gratitudine: - " OK ci andiamo ma dimmi da che parte devo prendere!" - già pronta alla mia domanda mi incalza: - " Vai dritto per Taurisano, all'ingresso del centro abitato di Casarano la trovi sulla sinistra" - Il caldo dell'estate era sopportabile, il sole adesso era meno intenso e il venticello che arrivava dallo Jonio mitigava il clima, quando mia moglie indicava un sito, di solito, c'entra una visita d'eccellenza culturale e in questo senso le sono riconoscente e sempre fiducioso, Santa Maria di Leuca si allontanava e il territorio ora era perfettamente rurale, scevro da ogni caratteristica estetica. Chiesi a Rosanna di bere dell'acqua e il rettilineo ora si incurvava in un ingresso stretto, le prime case chiudevano la vista a sinistra, di colpo mi ritrovo alla periferia di Casarano, in una rotonda delimitata da un arido spartitraffico ovale, ci siamo mi dico, guardo attorno ma non trovo nessuna costruzione che possa far pensare ad una chiesa. Rallento e mi rendo conto che procedendo dritto mi dirigo nel centro città, mi aspettavo la classica chiesa in mattoni faccia a vista con colonnine marmoree ma non c'è niente di simile. Giro in circolo, alzo lo sguardo ed ecco nel tetto di una grigia costruzione, vedo una croce al sommo e intuisco che quella è la chiesa: LA CHIESA DI CASARANELLO meglio nota come SANTA MARIA DELLA CROCE, mi fermo e parcheggio a lato, la giornata mi ha stancato ma adesso scendendo dall'automobile una curiosità, un interesse nuovo mi danno rinnovata carica. Certo non sono venuto dal Friuli per lasciarmi scappare queste occasioni. Apro la porta posteriore dell'auto e dal sedile prendo la macchina fotografica, Rosanna continua a tenere la guida rossa del Touring (eccezzionali!) e il suo smartphone per le informazioni più importanti. Fuori il traffico è moderato, la gente non ha frequenze alte e non c'è alcun affanno, si sente ancora l'odore della campagna e il ciottolato della strada non trasforma ancora il luogo in cittadella. Entriamo non accorgendoci che nella facciata semplice e quasi mimetica c'è una piccola rosa trecentesca scolpita sul marmo, dentro il clima è fresco, un signore anziano, dai capelli canuti e dagli occhi vispi ci saluta, subito vediamo lo splendido mosaico paleocristiano-bizantino nella cupola e nella volta del presbiterio, del V secolo dopo cristo, la reazione è immediata, presa la macchina fotografica mi posiziono sotto il tappeto alla rovescia di quello splendido mosaico e scatto alcune foto. Uscito da un andito laterale "il nonno" ci punta decisamente, ci parla con slancio, ci ha inquadrato, ci ha catalogati, ci ha scelti. - " No, no, signore, ecco venga quà, mi scusi, eh, ecco quì, faccia, faccia la foto, è questo il punto giusto mi creda!" - mi accompagna mettendomi una mano su una spalla e spingendomi all zenit del mosaico, capisco che siamo in presenza di un volontario pensionato che tiene aperta la chiesa e che fa da "cicerone" ai turisti. Subito mi coglie il sospetto che non sia un abusivo e poi che voglia qualche compenso e decido un atteggiamento prudente, scatto la foto ma lui non è più lì vicino, è andato verso mia moglie. - " Oh, signora, siete nella chiesa di Casaranello, fino al dopoguerra chiamata di Santa Maria della Croce, è l'unica chiesa di Puglia a vantare mosaici bizantini, venite signori, venite che vi mostro, ecco voi ben sapete che in Oriente si fa grande uso dei tappeti, ora se guardate attentamente la volta, questo mosaico raffigura proprio un tappeto rovesciato, di tradizione bizantina, con queste cornici a simboli astronomici e richiamando le stelle del firmamento" - continuava a darci una dotta spiegazione di quello che vedevamo rappresentato e più continuava a spiegare più mi rendevo conto della sua passione, dovevo comunicarli che stava parlando a persone sensibili e preparate. Lo interrompo e gli chiedo retoricamente: - " Dunque siamo in ambito bizantino, VII VIII secolo immagino e in un territorio che fu dei Messapi... " gli dico, facendolo trasalire, il messaggio era arrivato forte e chiaro. - " I mosaici sono del V sec. d.c. e la chiesa ha subito il primo rimaneggiamento nel XI sec. d.c. ma signora abbia la pazienza di seguirmi, chiedo scusa, ecco di quà, ammirate signori questo affresco dedicato a Santa Sofia di chiara impronta bizantina nella parete laterale della navata centrale, guardate, guardate che meraviglia!" - noi seguivamo con accondiscendenza la sua straordinaria spiegazione, attenti e abituati a ricavare il massimo delle informazioni possibili che appagava la sua sete di attenzione, di protagonismo, molte volte disattesa da visitatori poco interessati o meglio irritati dal suo approcio invasivo. La figura alta e slanciata a misura umana, era ben conservata e si evidenziava per caratteristiche iconografiche tipiche di Bisanzio e del periodo a cui si faceva riferimento, gli occhi ovaloidi classici della maniera orientale, il vestito, la posizione delle mani, rimanemmo finalmente in silenzio per un pò di secondi e ci chiedevamo il perchè di quella sua pausa, che sicuramente era voluta e preannunciava un prossimo intervento deciso e chiarificatore. Guardai mia moglie e mentre mi distraevo a scattare un paio di foto, ecco che si rianimava la nostra guida, mai così determinata a commentare i particolari più salienti. - " Signora, ha notato il decoro in rilievo sulla veste? " - - " Mah, veramente , non saranno mica queste ... " - disse Rosanna in una sorta di risposta mai definita. - " Tocchi, tocchi pure questi bottoncini bianchi, pensi che sono in pasta di madreperla impastata con lattice di fico e che danno un effetto di reale decoro della veste, vedete? vedete! ... un incredibile raffinatezza dell'artista" - Toccai, sfiorando la superficie dell'intonaco, subito colto dal senso di colpa di aver disatteso una regola universale che non si deve mai toccare un dipinto per non aumentare il rischio di aggressioni acide e chimiche. Il nonno era in uno stato di euforica autoconsiderazione, dominava la scena e ora era sicuro della nostra fiducia, conquistata con collaudata tecnica di ammiccamento ma sicuramente sostenuta da una preparazione storica buona e da una memoria ancora efficente. - " Ma signori, ora se permettete vorrei farvi notare una particolarità straordinaria, ecco, mettiamoci qui di fianco al dipinto, nella parte sinistra, sul fianco ci sono delle scritte in tre lingue diverse, in messapico la lingua degli antichi abitatori del Salento, in arabo frequenti incursioni nei secoli, e in greco ortodosso o bizantino, una sorta di vocabolario che riassume tutti gli influssi che questa splendida terra ha avuto" - La sua invadenza, il suo incessante marcamento, la sua continua e martellante proposta, era in queste occasioni ben tollerata e anzi quasi assecondata, per la esauriente capacità di spiegare l'iconografia di quella chiesa, così rara e così diversa in Puglia, lo seguivamo con interesse e avevamo instaurato un buon feeling. Il tempo passava, il sole iniziava la sua parabola finale, ma la luce era ancora forte e il riflesso dorato, entrò una coppia di turisti e ci sentimmo sollevati, tra poco si sarebbe staccato da noi e ci avrebbe concesso una visita in autonomia. Infatti salutò i nuovi visitatori, ci lasciò un pò di minuti in solitariacontemplazione e quando ci inoltrammo verso il fondo della chiesa, ci seguì prima lentamente poi più veloce, fino a che pimbò alle nostre spalle mentre noi a naso all'insù stavamo guardando degli affreschi alti. - " Sulla vostra destra, in alto, potete ammirare una Ultima Cena, soggetto molto rappresentato nelle chiese ma .... attenzione, signori ... cosa notate di strano ? " - pregustava la sua spiegazione e attendeva il nostro responso per valutare il grado di sensibilità e di cultura storico-artistica, lui che ogni giorno soppesava tante persone, quasi un novello Caronte che in continuo traghettava l'ignoranza comune con le sue dotte spiegazioni. Mi rendevo perfettamente conto della situazione e in qualche maniera dovevo uscirne con dignità, esaminai il dipinto e capii che c'era qualch'cosa di diverso ... ma si, ecco!!! Mah, il tavolo è rotondo e il Signore non è al centro della scena, ma è il primo a sinistra ... " - dissi, sicuro che avrei fatto bella figura. Rosanna confermò l'affermazione e ora aspettavamo la reazione dell'anziano, che sorrideva divertito, ma anche appagato dal fatto che aveva persone che lo avrebbero seguito con consapevolezza. - " Amici miei, questa è l'unica chiesa al mondo che può vantare una "Ultima Cena" con tavolo rotondo, ma perchè rotondo? " - rilanciò subito una nuova sfida e al momento non avevo la prontezza di dedurre la risposta. Il vecchio non aspettava altro, la nostra resa incondizionata era il suo trionfo a lungo inseguito. - " Rotonda sul modello della tavola di Re Artù, i cavalieri della tavola rotonda, ecco si ... ma signora mi dica, che cosa vede sulla tavola, guardate attentamente!" - Rosanna rispose sicura e prontamente :-" Un pesce, pane e ... " - " Quello cara signora è un pesce che si pesca nelle nostre acque dello Jonio, ma quell'ortaggio, vedete questo qui, che cos'è ? " - Rosanna esplose rapida: - " Rape, sono rape " - - "Brava, signora evidentemente il pittore era locale e in questa terra la rapa ha sempre fatto parte della dieta, interessante, non trovate ? " - In quella piccola chiesa stavamo facendo un magnifico viaggio nella storia di quella terra, affondando lo sguardo nella radice del Salento, ma anche conoscendo un uomo appassionato e orgoglioso, un volontario che teneva vivo un sito di straordinario interesse storico.Ci lasciò liberi di fotografare i particolari e si dedicò con molto meno successo alla coppia che non lo seguiva più di tanto, cercò qualche affondo di spiegazione cronologica ma dopo pochi minuti i turisti se ne andarono indifferenti. Ci avvicinammo a lui e gli spiegammo che si faceva tardi, eravamo lontani da Porto Cesareo e dovevamo congedarci, gli strinsi la mano e lui mi baciò, così pure con Rosanna, si capiva che gli eravamo simpatici, sorrise compiaciuto, uscimmo, salimmo in automobile e stavo partendo quando lo vidi uscire dalla chiesa e raggiungere il finestrino di mia moglie. - " Aspetti signora, aspetti, guardi, guardi tenga, tenga questo sacchetto di fichi, sono buoni, dolci come il iele, tenga, tenga" - si allontanò come un padre prima della partenza e svanì - " Grazie, grazie ... davvero gentile ... arrivederci " - disse Rosanna mentre l'automobile prendeva corsa, lascinadoci alle spalle la Chiesa di Casaranello, la chiesa dei fichi e immergendoci nella calda campagna pugliese, terra rossa, olivi verdi, cielo azzurro e il profumo dei fichi che si confondeva con l'odore della storia.

zanin roberto

   
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