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 La forza della voce/Odissea nel lavoro
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Roberto Mahlab
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Inserito - 24/11/2013 :  20:47:52  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Giovane professionista, mamma single, mi riceve di fronte ad un buon té e racconta il pianeta lavoro in italia.

"Lavoro : che succede?"
"Con la scusa della crisi, tutti pretendono che i professionisti lavorino gratis!"

"Quali sono le sue qualifiche?"
"Ho una laurea in psicologia e un master in cooperazione internazionale".

"E con tali referenze è difficile trovare lavoro?"
"Sì, gli interlocutori paradossalmente squalificano i professionisti troppo qualificati, li vedono invece come persone facili da sfruttare con un lavoro a termine : sei un professionista? allora sei bravo, se riesci, dopo ti pago".

"E quel dopo?"
"Non esiste mai".

"In che ambito?
"Negli ambiti commerciali, per esempio nelle grosse aziende che si occupano di energia e innovazione, ti vogliono automunito, ti attribuiscono dieci contatti regionali, devi andare in giro e solo al momento in cui si firmano i contratti si viene pagati, in genere si parla di un anno con tutte le spese a carico".

"E allora si cerca di trovare altro ..."
"Sì,. il campo della formazione, una società cercava una figura ben definita nel campo delle lingue non diffuse, dunque altamente qualificata, mi hanno proposto un contratto con 10 clausole a favore della società, tipo che se una lezione non veniva effettuata per malattia, la raccomandata dell'avviso doveva arrivare otto ore prima della lazione, altrimenti scattava una sanzione di 250 euro!".

"Si paga per lavorare?"
"Se avessi finito il corso, sarei stata remunerata dopo 160 giorni dalla fine del contratto".

"Si tratta di una impresa privata?"
"No, di una compartecipata statale".

"E i sindacati?"
"L'accordo è stato firmato dai sindacati".

"La tutela del lavoratore ..."
"Non ho accettato, malgrado il lungo periodo di disoccupazione".

"Perchè c'è questa disoccupazione?"
"Il mercato del lavoro è fermo".

"Altri esempi?"
"Le società private chiedono le consulenze senza pagarle, si paga a conclusione, improbabile, mentre nel frattempo il consulente lavora per l'introduzione di realtà estere".

"Perché non si riesce a introdurle?"
"Perché nessuna realtà estera si fida della realtà italiana, dati i vincoli burocratici".

"Gli enti pubblici e statali?"
"Hanno tagliato i professionisti per poter mantenere la loro macchina burocratica spendacciona".

"Ha provato in piccole realtà private?"
"Le risorse non le hanno a causa delle tasse e non assumono".

"In queste condizioni, si accetta tutto, no?"
"Ho iniziato a lavorare in un bar, esperienza negativa, una maleducazione diffusa da parte dei clienti addirittura contro la figura della cameriera che ero e i titolari non mi tutelavano. Non c'è rispetto per la persona in quanto donna, tanto se non va bene, ne trovano un'altra".

"Lo sfruttamento del lavoratore sembra una ricaduta della crisi ..."
"Manca il rispetto per il proprio stesso lavoro, chi rispetta il proprio lavoro rispetta anche il lavoratore, è uno scambio.
Direi che è una peculiarità italiana, nata dall'aspetto lavorativo in ambito statale, tanto lo stato paga sempre, no? Il privato così è talmente convinto che un lavoratore non statale ha bisogno di lavorare, che si permette tutto".

"Parlava di differenza di trattamento tra donna e uomo?"
"Si dà per scontato che una donna debba subire qualunque mancanza di rispetto alla sua professionalità in quanto donna, la donna viene vista come una spesa sociale, anziché come un contributo".

"Radici culturali?"
"Retaggio".

"Il futuro?"
"Chi crede nella propria professione potrebbe osare la strada imprenditoriale, però non ci sono banche che diano credito ai professionisti".

"Se avesse una sua azienda professionale, saprebbe come fare e cosa fare?"
"Sì, qui parlano di microcredito e di incentivi, ma è quasi impossibile ottenerli".

"Il futuro di suo figlio?"
"Non vedo un futuro per mio figlio in questo paese, qui non si investe nella cultura dei ragazzi e non c'è istruzione".

"Istruzione?"
"Siamo in Europa e si studia solo la Storia italiana e non quella di cittadini dell'Europa attuale.
La popolazione non ha compreso perché l'Italia faccia parte dell'Europa, non come continente, ma come struttura istituzionale.
Cosa è l'Europa? chi sa rispondere? magari rimpiangono la lira e tutto questo non succede solo dall'inizio della crisi, succede da oltre 10 anni, la colpa è dei governi, non di una valuta di scambio comune, visto che ci sono paesi in cui va bene".

"Colpa dei governi, perché?"
"Perché non informano ad esempio a cosa servono le tasse, se il cittadino è consapevole dell'utilità di quello che paga, contribuisce a costruire una società mgliore".

"I politici vengono ad ascoltare quello che stiamo dicendo?"
"No, hanno le tasche piene e non devono giustificare il loro stipendio".

"Oltre a quanto le accade, cosa vede attorno?"
"Tanta fame, ma nel senso brutto, ho fame e sono disponibile a tutto e non cerco di condividere un pasto, non è fame di stomaco, ma di soldi, una perdita di valori per bisogno ed è diffuso, è così da almeno tre anni".

"Dunque le colpe non sono solo politiche?"
"Se il paese va male è anche colpa degli italiani, si nasce con l'idea di un lavoro statale fisso per raggiungere la pensione, non credono in loro stessi".

"Cosa fa lo stato per alleviare la condizione di disoccupazione?"
"Cosa fa? Ho ricevuto una cartella da equitalia per 760 euro, non potevo pagare e l'hanno aumentata a 1400 euro, ho fatto presente il mio stato di disoccupazione e che lo stato mi deve 5400 euro, ho chiesto almeno di poter scalare e di darmi la differenza, invece no, pretendono l'anticipo mio e rifiutano di saldare il loro debito verso di me.
E la tassa per i rifiuti? ho chiarito che sono disoccupata, la risposta del comune è stata che al massimo possono rateizzarmela con gli interessi.
E' come parlare con una macchina".

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(La forza della voce. Che ciascuno, anziché essere portavoce di se stesso, racconti quello che avviene agli altri che ha attorno, che conosce, di cui ha saputo, con cui parla, di chi ha vicino, racconti gli episodi che opprimono chi lavora, chi non lo può fare, chi vuole fuggire, chi viene schiacciato, che ciascuno sia la voce di dieci voci ciascuna delle quali probabilmente si sente isolata e non sa che le stesse vicende accadono a moltissimi altri, di modo da immedesimarsi e da coinvolgere).


   
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