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 La forza della voce/Neppure le briciole
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Roberto Mahlab
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Inserito - 21/10/2013 :  18:14:59  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
"Non molliamo ancora, ma siamo sulla buona strada", esclama con sarcasmo la titolare del panificio della nostra zona.

"Da quanti anni siete qui?"
"Considerando che si tratta di una azienda di famiglia e che noi ne siamo la terza generazione, da settant'anni".

"Siete stati testimoni dei cambiamenti del mondo, si pronuncia spesso ultimamente la parola 'crisi'..."
"Già dall'anno 2000 per le attività come la nostra sono iniziate alcune difficoltà, a causa della concorrenza dei supermercati, non perché avessero prezzi più bassi o migliore qualità, ma per l'effetto comodità dei clienti che trovavano tutto il necessario, da allora il lavoro non è più fruttuoso come una volta, ma comunque la situazione non era grave come adesso".

"Che cosa è accaduto?"
"Innanzitutto noi piccoli veniamo controllati nei minimi dettagli, a differenza di quanto accade ai supermercati, ma soprattutto per la tassazione".

"A seguito della crisi economica in corso, il consumo del pane è calato?"
"Dimezzato, non perchè lo comprano al supermercato, ma perché la gente non ha i soldi e non lo compra o addirittura lo fa in casa, una tendenza cominciata con l'esplosione della crisi nel 2008".

"I clienti non entrano o comprano meno?"
"Non entrano neppure, oppure vengono una volta alla settimana invece che tutti i giorni, la gente spende il minimo indispensabile".

"Lo stato e l'amministrazione pubblica come stanno aiutando in questa situazione?"
"Aiutando? stanno moltiplicando i danni, aumentano le tasse, diffondono la falsità che siamo evasori, mentre gli evasori veri stanno in alto e non pagano mai.
E poi i controlli disonesti con gli studi di settore, calcolati sugli acquisti e sulle vendite e sugli scarti, cioé quello che rimane invenduto o inutilizzato e che poi regaliamo.
Lo sconto considerato è irrisorio, abbiamo contestato e ci hanno risposto :"è così".

"Esempi?"
"Un chilo di farina dà risultati differenti a seconda di come viene lavorato, come fanno a generallizzare con superficialità?
Una focaccia, la vendiamo a 9 euro, gli studi considerano abusivamente che il prezzo di vendita sia di 13 euro, di modo da far artificiosamente lievitare gli incassi e quindi la supposta evasione. Poi i calcoli approsimativi sull'olio, se uso prodotti più di qualità per offrire un prodotto migliore, vendo sempre allo stesso prezzo, non è che la focaccia sia più cara. Ma lo studio di settore è lo stesso per la focaccia buona e per la focaccia immangiabile".

(Il marito della signora ci mostra un sacco di farina sulla bilancia)
"Ci consentono il 4 percento di scarto, ecco, oggi lo scarto è già di cinque chili che rappresentano il 10 percento della giornata, altro che 4 percento, e a fine anno si arriva a cifre enormi di differenza".

"Vi rimane qualcosa?"
"Lavoriamo dodici ore e alla fine non abbiamo in tasca l'equivalente dello stipendio di chi pulisce i bagni pubblici, con tutto il rispetto.
Ci hanno contestato, con il metodo degli studi di settore, una evasione di 160.000 euro! Abbiamo ottenuto una riduzione a 64.000 su cui dovevamo pagare la differenza e siamo finiti a pagarne 62.000 per sanzioni, multe, interessi, come è possibile che su un importo di differenza tassabile di 64.000 euro, si paghino 62.000 euro?"

"Alternative sensate?"
"Basterebbe far scaricare tutto e l'evasione non ci sarebbe, altro che studi di settore. E poi allora a che serve il registratore di cassa? Abbiamo avuto i controlli della finanza e hanno riscontrato tutto in regola e allora che senso hanno gli studi di settore?
'Venite a sportello amico se avete dei problemi' ci hanno detto, siamo andati per chiedere almeno una dilazione e la risposta è stata no.
Diciamola tutta, si tratta di una tangente e non di una verifica fiscale! Gli studi di settore sono fuori dalla logica e slegati dalla vita reale, ci vorrebbero persone competenti per stabilirli con sensatezza.
E invece lavoriamo dalle tre e mezza di mattina alle otto di sera e solo per poter pagare debiti e multe allo stato.
Senza parlare della vergogna dell'impossibilità di scaricare le quote della società che abbiamo rilevato dagli altri soci".

"E' così per tutti?"
"I negozi nuovi, per intenderci aperti da stranieri, hanno tassazione agevolata per i primi due o tre anni, a noi ci fanno chiudere e ci mandano in rovina ed è sempre peggio. E non possiamo permetterci dipendenti ovviamente. Perchè non ci trattano come le attività nuove? Tanti panifici hanno ceduto a stranieri o hanno chiuso. La nostra associazione di categoria c'è solo per il nome".

"Qualche autorità si è interessata?"
"Nessuno, a nessuno importa nulla, portano via le ultime risorse rimaste all'Italia. Chi è rimasto a lavorare? chi lavora per lo stato, che è una spesa, mentre gli unici che producono reddito sono le piccole aziende.
Siamo demotivati, demoralizzati, non sappiamo più a che santo votarci. Se crolliamo anche noi, viene giù tutto e non possiamo resistere ancora per molto in queste condizioni.
E le minacce : puoi fare ricorso, però se perdi, paghi tre volte tanto. E se perde lo stato non deve nulla? Non c'è il diritto alla difesa, se si fa ricorso, le spese legali diventano anche superiori e costa meno pagare!
Siamo defraudati e violentati, ci fanno sentire evasori! Se chiudo, finisco sotto ai ponti!"

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(La forza della voce. Che ciascuno, anziché essere portavoce di se stesso, racconti quello che avviene agli altri che ha attorno, che conosce, di cui ha saputo, con cui parla, di chi ha vicino, racconti gli episodi che opprimono chi lavora, chi non lo può fare, chi vuole fuggire, chi viene schiacciato, che ciascuno sia la voce di dieci voci ciascuna delle quali probabilmente si sente isolata e non sa che le stesse vicende accadono a moltissimi altri, di modo da immedesimarsi e da coinvolgere).

   
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