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 Ieri ha chiuso anche il fioraio
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Roberto Mahlab
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Inserito - 18/03/2013 :  14:27:14  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Ieri ha chiuso anche il fioraio.
Sul vialone hanno chiuso tre esercizi su dieci.
Se "vendesi" e "affittasi" fossero insegne di franchising, rappresenterebbero un successo ineguagliabile dell'imprenditoria.
Ma non hanno chiuso e non cercano di vendere o di affittare a causa della concorrenza interna o internazionale, ma a causa dello stato, l'Italia è l'unico paese al mondo in cui le imprese chiudono non a causa della concorrenza, ma a causa dello stato.
Sono andate in fallimento delle aziende di brave persone che conosco, lavoratori che alzavano la testa a malapena per mangiare. Sono andate in fallimento perché il loro cliente non li ha mai pagati, il loro cliente è lo stato. Lo stesso stato che manda in fallimento aziende e privati perché non riescono a pagare tasse e balzelli e deruba due volte aziende e privati nell'unico paese al mondo in cui fare impresa e dare occupazione è considerato disdicevole.
Alla domanda su come mai gli studi di settore non risparmiano chi mantiene i posti di lavoro,- dopo tutto si tratta di utili redistribuiti e tassati con il cuneo fiscale, che ragione razionale c'è a considerare le imprese che mantengono l'occupazione come in perdita?,- i commercialisti rispondono desolati :"sì, lo stato vuole che le imprese licenzino, per rientrare nei parametri". L'Italia è l'unico paese al mondo che incoraggia la disoccupazione.
E non solo lavorare, ma anche importare ed esportare è un percorso ad ostacoli, i balzelli e i regolamenti sono tanti e tali che si può sperare solo nella fortuna di non averne dimenticato nessuno e le merci saltano l'Italia, in entrata e in uscita.
In giro per il mondo le tasse sono proporzionali al reddito, in Italia superano qualsiasi utile, anche se non c'è e si portano via i risparmi. L'Italia è l'unico paese in cui le tasse non sono proporzionali al reddito.
Le imprese sono tutte fuori legge, messe apposta fuori legge, il numero di regole e di costosi adempimenti è talmente numeroso che se una azienda dovesse seguirli tutti, non avrebbe tempo per lavorare, ma dovrebbe semplicemente mettere a disposizione ogni avere del titolare e dei suoi discendenti per molte generazioni. L'Italia è l'unico paese in cui a lavorare si perde di più che a non lavorare.
E ogni adempimento comporta, se non seguito, anni di prigione per il titolare dell'azienda, la somma di questi adempimenti e degli anni di prigione supera gli adempimenti che deve seguire un ergastolano in carcere e il numero di anni di galera che rappresentano secondo il codice vigente il massimo della pena inflitta al peggiore dei peggiori criminali. L'Italia è l'unico paese che criminalizza il lavoro.
E oltre alla circolazione delle merci, anche la circolazione monetaria è limitata, l'Italia è l'unico paese in cui viene applicata una punizione di massa preventiva contro tutta la popolazione. Ed è l'unico paese in cui i governi, le amministrazioni e lo stato dichiarano ufficialmente guerra ai cittadini. Senza tregua, senza pietà, senza prigionieri.
Non occorrono particolari rivoluzioni, solo il ripristino del buon senso. Prima che chiuda anche il negozio di mobili vicino al fioraio.

Roberto Mahlab

   
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