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 Programma di festa
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ophelja
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Inserito - 10/03/2012 :  19:41:48  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a ophelja


Programma di festa

“E se scegliessimo Caterina?” Chi aveva parlato era il ragazzo più alto, quello che dondolandosi sulla sedia, guardava il soffitto tenendo le mani dietro la testa.
“Ha le gambe lunghe e dei fianchi ...mi fa impazzire....”
“Si ma ha le tette piccole. Meglio Giulia, che ha almeno la terza misura ” intervenne ridendo sguaiatamente un ragazzo con l’apparecchio ai denti.
“Per me” disse il ragazzo seduto per terra senza smettere di mandare messaggi “va bene una qualsiasi, anzi se non la conosco troppo bene, mi va ancora meglio”
“Allora facciamo a sorteggio. Caterina, o Giulia o Beatrice. D’accordo?” propose il primo ragazzo, quello che sembrava avere le idee più chiare.
“D’accordo” risposero all’unisono gli altri due.
“Il piano è semplice: sabato sera c’è la festa del mio compleanno in discoteca, e non ci si può presentare prima delle ventitrè. Alle ventidue, andiamo a prendere la nostra unità di piacere con la macchina di mia madre e la portiamo qui. Le facciamo la festa, tanto non ci vorrà troppo tempo, e poi andiamo come stabilito al compleanno in discoteca. Avete obiezioni, suggerimenti, ...spinelli?”
“Che pacchia, io voglio essere il primo “ disse il ragazzo con l’apparecchio ai denti.
“Calma bimbo” lo fulminò il più alto che si era alzato per accendersi una sigaretta “ il primo sono io. E voi due la terrete ferma”

Beatrice non stava più nella pelle. Proprio lei, fra tutte le sue amiche di quinta ginnasio, era stata invitata alla festa del diciottesimo compleanno di Stefano Martelli nella mega discoteca ad una decina di chilometri dal paese.
E Stefano era il bello del liceo.
“Che ci vieni alla mia festa” le aveva chiesto senza guardarla, con le mani ostinatamente in tasca.
“Io?” aveva risposto arrossendo la ragazza.
“Si, tu. Ti veniamo a prendere con la macchina di mio madre io, Saverio e Luca. Fatti trovare sotto casa alla ventidue.“
Beatrice era confusa e col cuore in subbuglio. Cosa pensare di Stefano? Forse lei non gli era indifferente come voleva far credere e a lei piaceva così tanto.
Ma c’era un ma: bisognava strappare il consenso per quella festa ai suoi severi genitori; le avrebbero mai permesso di andare in discoteca?
Con tutti questi pensieri per la testa Beatrice non si era accorta del motorino che le si era accostato e che ora le impediva di proseguire sul piccolo marciapiede che costeggiava il giardino del caseggiato.
“Posso parlarti?” il ragazzo che si stava togliendo il casco era chiaramente imbarazzato mentre la fermava.
Era Malik, il ragazzo ivoriano adottato dai vicini della nonna, compagno di classe di Stefano Martelli.
“Non sono una spia, ma non voglio stare zitto..non posso.”
Beatrice era ammutolita, sempre più stupita.
“ So che devi andare a una festa stasera” continuò cercando una conferma nella manifestazione di rossore che si era dipinto sul bel viso di Beatrice.
“Guarda che la festa..” e qui si avvicinò all'orecchio della ragazza, schermandosi con una mano la bocca “...la festa vogliono farla a te. Hai capito?”
Beatrice da rossa era diventata pallida.
Di rabbia.
E contro Malik.

“Sei un invidioso, maldicente, e stupida me che ti sto a sentire” e fece per riavviarsi, superando il motorino.
Malik non rispose a quell'aggressione verbale. Si rimise il casco, salì sul motorino e, superando la ragazza, le gridò: “Io ti ho avvertito” e accelerando scomparve nel traffico cittadino.

Quando arrivò a casa Beatrice non aveva voglia di mangiare, né di fare o dire niente.
Chiusa nella sua camera rifletteva. E se Malik avesse voluto davvero metterla in guardia?
Tanti pensieri le venivano in mente e il desiderio forte di incontrare il suo idolo Stefano si scontrava con la paura di sbagliare, di venir considerata una specie di bambinetta a cui non era permesso niente.

Persa in questi dubbi non si accorse della nonna che era entrata nella sua camera.
“Bea, scusami, ho bisogno di te”
La nonna, la sua cara nonnina, l'unica che veramente riusciva a comprenderla e a suggerirle sempre la cosa giusta da fare.
“Dimmi nonna, cosa devo fare?” le chiese d'istinto Beatrice, dopo averle raccontato di Malik, della festa, delle sue paure.
“Malik è un bravo ragazzo” e quasi parlando a se stessa, “non direbbe mai una cosa del genere per invidia. Senti, “continuò decisa abbracciando la nipote “facciamo un tentativo .”

Alle ventuno, dopo aver cenato tutti insieme, la nonna si preparava a tornare a casa.
“Bea, verresti a dormire da me?” chiese alla nipote che era rimasta stranamente silenziosa durante la cena, “così potrebbe andare alla festa di compleanno di Stefano Martelli ..” continuò rivolgendosi al figlio e alla nuora.
Beatrice guardava i genitori con l'ansia di chi non avrebbe sopportato un rifiuto.

“Chi? Il figlio della Musatti?” chiese distrattamente la mamma che si apprestava a sparecchiare.
Poi, senza aspettare conferma “ E’ un tipo strano, troppo arrogante per i miei gusti. Tale madre, tale figlio...” concluse senza avvedersi che Beatrice era arrossita.
“Potrebbe andarci accompagnata da Malik Olivieri.” continuò la nonna “Sapete” e si rivolse alla nuora, “ il ragazzo adottato dai miei vicini. E' un ragazzo bravissimo, degno di fiducia.”
“Posso? Davvero?” disse Beatrice, finalmente con un sorriso radioso, baciando tutti, dopo aver avuto l'assenso sperato.
E già era in camera sua a cambiarsi i jeans e ad infilarsi una camicia bianca.

Stefano e i suoi amici non andarono a prendere Beatrice, quella sera.
Anzi, non ci fu neanche la festa, annullata in gran fretta dal rincorrersi di telefonate e sms degli invitati al compleanno di quella sera.

L'indomani – ed era su tutti i giornali – si seppe di tre ragazzi di un noto liceo della città che si erano resi complici di un odioso stupro di gruppo ai danni di una giovane compagna d'istituto.
E il suo nome, per il coraggio di Malik, non era quello di Beatrice.



Ophelja

   
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