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 TUSCIA: IL RESPIRO DI ROMA
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zanin roberto
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Inserito - 22/09/2011 :  22:35:53  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a zanin roberto
LAGO DI BRACCIANO LUGLIO 2011

L'acqua limpida, appena increspata da un leggero venticello, si allargava nella caldera vulcanica, il cerchio si perdeva lontano disegnando quasi una circonferenza regolare. I pioppi bassi abbassavano i rami a sfiorare la superficie del lago e proiettavano un'ombra innaturale per le profonde spiagge sabbiose del nord mentre li in quei pochi metri di spiaggetta sconnessa e pendente, sembravano degli ombrelloni artificiali, benedetti e serafici, discreti e davano un'estetica bucolica alla scena. Roma, a non più di venti chilometri, si faceva sentire nell'atmosfera di una periferia che si identificava nel dialetto, nelle tradizioni,nei ritmi, nell'orgoglio di una popolazione fiera e mai doma, consapevole del ruolo di centralità che i millenni gli avevano assegnato e che si era conquistata. Il paese di Bracciano era arroccato su uno spuntone che dominava il lago e là in alto la chiesa troneggiava un silenzio a volte mistico, a volte pagano e
profano ma pur sempre affascinante e invitante, la storia si era imposta fin dai primordi in queste terre e anche se i restauri e le ispirate riqualificazioni urbanistiche erano scarse e mai sufficenti, il fascino era intatto, il respiro del tempo incantevole.
Sceso in acqua, la profondità arrivava dopo pochi metri ma il lento frangere delle acque, l'ombra allungata dei pioppi, l'azzurro del cielo che si confondeva nel lago, il silenzio rotto dal vociare dei bagnanti, rendeva quell'angolo di mondo, ameno e riposante. Vicino al nostro asciugamano prendeva il sole un signore di mezza età che cercammo di coinvolgere nella conversazione.
- " Ah, signò che sta a scherzà! ... questo è er serbatoio de acqua potabile de Romaaaa ... quà nun se pò correr coi motori ner lago " - affermava con orgoglio il cittadino di Bracciano, sottolineando il fatto della purezza delle acque, mentre vigili cigni candidi si apprestavano a doppiare la spiaggetta, inseguiti da papere irriverenti e per niente sottomesse.
Si certo, Roma, la grande madre di tutte le storie, era lì, onnipresente e condizionava ogni pensiero, ogni sentimento, ogni illusione, non è una città, non è un simbolo, non è un luogo, non è un concetto, è tutto questo e molto di più, è la genesi stessa di noi italiani. Il caldo secco, di inizio luglio, si era fatto importante e allora verso mezzogiorno, spinti anche da un appetito rinnovato ci siamo trovati in riva al lago di Bracciano, seduti ad un ristorantino spartano ma accogliente. Gli spaghetti, quelli grossi, non gli spaghettini che siamo abituati a cucinare noi, erano arrossati con il pomodoro e un paio di foglie di basilico che spandevano l'aroma intenso lontano a confondersi con le note meno insistenti del pesce fritto, e deliziavano il palato con un sapore mediterraneo antico e ineguagliabile, fatto di coloni greci e di navigatori fenici, di spezie orientali e di colori arabizzanti, mentre nel lago si rifletteva un sole baldanzoso e troneggiante, signore indiscusso dello spazio.
- " Come sono sti spaghetti, dottò ! " mi chiese sicuro il cameriere.
- " Sono grossi, noi siamo abituati con il numero tre! " - rispose Rosanna educatamente.
- " No, no, ...ah, signò ma quelli mica son spaghetti, assaggi, assaggi ..." - replicca senza indugio l'allegro cameriere.
- " Buoni, davvero buoni! " - il palato mi aveva strappato una affermazione sincera e schietta.
- " Ch'è iò detto ! ... quà se mangia come en Paradiso! " -
Sentire il romanesco è un'iniezione di cordialità, di sfrontatezza, di gogliardia senza inibizioni, l'appetito è stimolato come il buon umore. Con l'automobile, nel pomeriggio, percorso il periplo del lago di Bracciano arrivo a Vigna, in uno spiazzo che declinava verso la riva lacustre, punteggiata di olivi. L'aeronautica militare ha istituito un vero gioiello, un museo dell'aeronautica che è davvero imperdibile, un centro di raccolta di tutta la storia del volo umano, mancavano solo le ali di cera del mitologico Icaro, ma dal primo pallone aerostatico, alle mongolfiere, all'aereo dei fratelli Wraigh, fino agli assi dei caccia della prima guerra mondiale, Baracca e il Barone Rosso e avanti con tutti gli aerei della Pattuglia Acrobatica Nazionale e tanti velivoli. Un salto di due secoli, raccolti in grandi hangar, dalla suggestione potente, con l'orizzonte azzurro dello specchio del lago che rendeva piacevole quella visita. Alla sera, rientrando ci facciamo cogliere impreparati dal trafico caotico del rientro dal lavoro, i clacson schiamazzano come mai mi è capitato di sentire, se ti fermi, clacson, se non ti fermi, clacson, se dai precedenza, clacson, se non la dai, clacson, sorrido perchè non siamo ancora "vaccinati" ma non è male, basta non drammatizzare.
Alla cena, all'hotel, in sala ristorante, il proprietario ci saluta, sorride compiacente, ci fa accomodare, ci squadra e poi dice, alla Verdone:
- " Che iè porto da bere, signò ! " -
- " Acqua minerale, grazie " - risponde inconsapevole mia moglie.
- " No ... ho detto da bere ... ma che scherziamo! ... iè faccio assaggiare er vino de Frascati, un goccetto eh, non può di de no ! " - incantati dalla naturale teatralità di questi romani ci lasciamo cullare dalla atmosfera, mentre il proprietario sparisce oltre la sala, dove i tendoni bianchi ricamati chiudono l'ingresso alla cucina, guardo mia moglie e rido divertito, e vedo che lei mi fa segno di si, con la testa, è cosi che vanno le cose, sul lago di Bracciano, a pochi chilometri da Roma, la grande madre !

zanin roberto

   
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