Non era solo la temperatura intorno ai 12° , che arrivava in picchiata, in pochi minuti da 25°, insieme al buio e agli oggetti volanti, ma era qualche cosa che non avevo ancora visto sulla costa adriatica, celebre per gli improvvisi tornadi.
Erano le auto che si sollevavano, un pilastrino di cemento di un ombrellone voltato alto in cielo, circa cinquecento metri di volo in verticale per ricadere in piedi, infilandosi nella sabbia, bello dritto, i lettini che si chiudevano automaticamente su se stessi, come regolati da una mente superiore, un grande albero ( a Rimini gli alberi sono altissimi) sradicato e piombato sul tetto di una casa, bellissimi infissi nuovi e sicuri usciti dai gangheri...ho visto le trombe d'aria venire dal mare, tre in due giorni, piombare su di noi, come furie vendicatrici, mentre nel cielo si poteva osservare lo squarcio azzurro circondato da nubi nere e cattive, messe in cerchio...Le notti erano da tregenda con lampi, tuoni e scrosci violenti d'acqua...
Rimini, al porto canale
Al Porto Canale di Rimini, dopo i momenti più drammatici , si potevano osservare le auto della guardia costiera, della polizia e gli elicotteri a presidiare il mare e le coste...

Che cosa accadde veramente? Eravamo davanti ad un improvviso cambio di clima? Qualcuno prima o poi enterà di darci una risposta.

Il giorno dopo
L'albergo che mi ospitava era molto pulito, la cucina ottima,c'era sorveglianza con telecamere e portiere di notte,dato l'enorme afflusso di persone che arrivano da ogni angolo della terra, le camerette erano poco più grandi di un camper, adatte per una vita di sole, spiaggia, mare.

Non c'era molto spazio per soggiornare. Non restava che andare a visitare le numerose bellezze che tutta l'Italia ci offre.
Sant'Arcangelo era già stata vista, pur tralasciando le celebri grotte, una rapida gita a Ravenna per ammirare una volta di più i mosaici di San Vitale, non desideravo rivedere San Leo, per via della strada piena di tornanti, era arrivata la volta di Pesaro, sfuggendo così ai temporali e alle trombe d'aria della Romagna. Infatti scartai anche San Marino, dove avevo contato di andare a cercare alcuni dvd che non avevo trovato al mediWord di Milano.
Al rientro a Rimini il termometro dell'auto indicava una temperatura esterna di 12 gradi, cielo sereno , aria frizzante. Sembrava di essere in montagna in alta quota. Bastava aggiungere felpe e giacche a vento. Ero di buon umore e pensavo che non restava altro che cercare un pasticceria , dove bere una cioccolata calda e mangiare un strudel... già, ma non ero a Vigo di Fassa, né Sanct Moritz, bensì a Rimini.
La pasticceria c'era, ma mentre chiudevo lo sportello dell'auto una violenta pignolata colpì la mia testa e l'auto.
Di colpo il cielo fu nero, la temperatura scese ulteriormnete, colpi di vento furiosi crearono dei mulinelli di sabbia , aghi di pino e sporcizia varia , sollevata dai cestini. Salii immediatamente in auto, andando in direzione " cielo chiaro" . Dopo un'ora in auto, con la tormenta, in mezzo ad traffico spaventoso, peggio di Milano nei giorni di fiera, raggiunsi l'albergo, dove gli albergatori costernati contavano i danni. Chiesi il conto: alle dieci di sera ero finalmente a Milano.