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 Il mio tema sull'eutanasia
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fairy dust
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Italy
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Inserito - 06/11/2006 :  20:17:11  Mostra Profilo  Visita la Homepage di fairy dust  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a fairy dust
Ho deciso di farvi leggere il mio tema sull'eutanasia (ho preso 7+)..bè godetevelo e..se magari potesse servirvi..anche se dubito visto che è piuttosto personale...

Traccia: Un recente episodio di cronaca ha riacceso nel nostro paese il dibattito sull'eutanasia. Riferendoti eventualmente a casi concreti, dite in maniera argomentata qual è la vostra posizione su tale tema.

Con il termine eutanasia si fa riferimento all'atto mediante il quale "concludere la vita di una persona, dietro sua richiesta, allo scopo di diminuirne le sofferenze".
Nel nostro paese è da sempre in corso un grande dibattito, a proposito di questo tema, tra politica e religione, ma un recente fatto in particolare è stato causa di ulteriori "scontri". Il 22 settembre 2006 Piergiorgio Welby (copresidente dell'asociazione Luca Coscioni), affetto da distrofia muscolare, in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica ha richiesto il riconoscimento del diritto all'eutanasia.
Nel testo della lettera si può leggere di come egli si senta "sprofondato in un barato da dove non vi è via d'uscita" e confessa che il momento dell'addomentarsi è accompagnato dalla speranza di incontrare la morte durante il sonno. Aggiunse anche "Io amo la vita presidente [...] Morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita [...] Il mio corpo non è più mio...è lì, squdernato davanti a medici, assistenti, parenti..Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo, ma sono italiano e qui non c'è pietà."
Qui non c'è pietà! Ecco come viene vista l'Italia, uno stato privo di pietà, in cui non è permessa la sottrazione alla vita nemmeno a chi una vita non l'ha più.
Il papa Benedetto XVI, di è pronunciato sulla questione dicendo che "di fronte alla pretesa di eliminare la sofferenza, ricorrendo perfino all'eutanasia, occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale". E' proprio su quest'ultimo termine che vorrei porre l'attenzione: naturale. Proprio come Welby, io non ritengo appropriato l'aggettivo naturale per dei macchinari artificiali che sostituiscono le funzioni biologiche del corpo, allo scopo di allungare la vita e, in questo caso, anche la sofferenza di una persona. Andrebbe detto che nella suddetta situazione, l'atto del "tenere in vita" equivale ad andare contro le leggi di Dio, poichè senza l'ausilio di strumenti meccanici l'esistenza terrena cesserebbe.
Personalmente la mia presa di posizione non può essere definita nè favorevole nè contraria; ritengo che ci sia una netta differenza tra il parlare perchè si è documentati sull'argomento e affrontare il discorso a seguito di un'esperienza personale.
Fino a pochi mesi fa, di fronte alla questione, mi sarei dichiarata favorevole, ma a seguito della morte di mia nonna, mi sono resa conto che avrei fatto di tutto, forse anche egoisticamente, per tenerla in questa vita con noi, con me.
Quando entrò in coma, il fatto di non vederla non sembrava così insopportabile, e credevo che quella sensazione sarebbe perdurata anche dopo la sua, allora incerta, morte. Non fu così...quella sensazione di quasi tranquillità fu data dal solo fatto che la sapevo in vita; ora che mi rendo conto che non potrò mai più rivederla, capisco quanto sia difficile decidere di "lasciare andare" una persona a te cara.
Ecco perchè ho deciso di non prendere una posizione definitiva in proposito: dipende dalla fattispecie del caso da "analizzare" (confesso che quando ho scritto questa frase mi sono sentita molto avvocato..), dipende dai propri sentimenti...dipende da troppe cose, per quanto mi riguarda, per decidere di far parte dell'uno o dell'altro "schieramento".

ecco..ora..hem..che ne pensate..accetto anche le critiche..(dopo sarà peggio per voi..heheheh..sto diventando più cattiva di Roberto..no dai questo mai... ;) )


Cri_chan

   
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