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marcello ravasio
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Inserito - 19/07/2006 :  05:01:35  Mostra Profilo  Visita la Homepage di marcello ravasio  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a marcello ravasio
LE MANI DEL VIOLINISTA


Pablo era il piu’ piccolo della famiglia di musicisti da strada piu’ famosi di Barcellona;
il padre Arquìmedes suonava la chitarra, la mamma Yasmine aveva la voce piu bella e sensuale di tutta la Spagna, la sorellina Dafne, suonava una piccola fisarmonica con tale abilita’ da far sembrare di sentire un’orchestra intiera, lui con il violino invece , pur non essendo tecnicamente un virtuoso, riusciva a far vibrare le corde e la cassa armonica in tal modo, che gli uccellini dagli alberi, smettevano di cinguettare e gli si posavano sulla spalla ammutoliti; la gente di Barcellona comincio’ allora a soprannominarlo “ el nino, fabbricante di bellezza”.
Si fermavano volentieri ad ascoltarli, perche’ era bello, oltre che sentirli, anche osservarli suonare insieme, come un unico organismo vivente, pieno di energia e di amore, proveniente direttamente dal Creatore.
Erano felici, vivevano con quasi nulla, pero’ avevano tutto ma…
come in tutte le cose di questo mondo, il maligno in agguato, era pronto per mettere “malo animo” nel cuore degli uomini.
Comincio’ infatti la terribile guerra civile spagnola, che opponeva la parte della popolazione di sinistra, con l’altra parte della popolazione
di destra.
Ci furono orrori indescrivibili da entrambe le parti, e la famiglia di Pablo, venne distrutta, e si salvarono fuggendo ospitati da lontanissimi parenti in Francia, solo lui e la sorellina Dafne.
Continuarono gli anni bui della seconda guerra mondiale e, a causa degli stenti Dafne mori’ e, Pablo rimase da solo.
Quando fini’ la guerra, il curato del paese, che l’aveva preso a benvolere, anche a causa dei suoi “servizi” musicali in chiesa, riusci’ a
farlo impiegare come operaio presso una grande fabbrica di servizi igenici a Cessonaise, vicino a Parigi,ed il violino fini’ in un armadio.
I tempi ed i costumi, dopo la guerra, erano molto cambiati e Pablo si trovo’ a lavorare in mezzo a tantissime ragazze, per nulla imbarazzate
di trovarsi fianco a fianco a dei ragazzi.
Gli piacevano le ragazze , eccome, ma specialmente una, Francesca,
un tipino battagliero, sempre pronta a scontrarsi con la direzione , per ristabilire la diginita’ delle persone , obbligate a lavorare per sfamarsi e, a quei tempi, sfruttate senza ritegno.
Tra un water ed un bidet, i loro occhi si incrociarono e, l’aria di sfida che c’era in quelli di Francesca, di colpo svani’ e, come gli uccellini di Barcellona, alla pausa del pranzo, volo’ vicino a lui e, appoggiandosi alla sua spalla, sfioro’ la sua guancia con un bacio; a Pablo sembro’ un bacio lunghissimo, che lo fece rabbrividire di gioia, ma anche di imbarazzo, essendo un ragazzino troppo timido.
Si amarono quella notte, nel piccolo abbaino che Francesca divideva con le sue compagne del sindacato ma Pablo, rimase deluso da quell’unione perche’ per lui, la fusione di atomi di due innamorati, non era solo un intenso esercizio ginnico, ma aveva radici piu’ lontane,
nasceva dalla forza primordiale che ha creato il mondo, dalla frenesia
del nostro cervello di capire, di fondersi con il tutto e, di elevare l’anima al di sopra di quel mondo terribilmente squallido, ed in mano
ai maligni.
Francesca non si accorse di nulla per parecchio tempo , anche perche’ troppo presa con le lotte sindacali, e poi cominciava a stancarsi
di questo ragazzo strano, taciturno, con gli occhi che la scrutavano nell’anima, ogni volta che facevano l’amore.
All’improvviso le venne proposto di far carriera nel sindacato nazionale e, detto fatto, saluto’ Pablo e le sue amiche, e parti’ per Parigi, lasciandolo nuovamente solo.
Fu’ un periodo molto triste per Pablo, poiche’ non poteva capacitarsi di vivere senza un angelo accanto a lui.
Passarono gli anni e le poche storie, furono sempre piu’ deludenti, sino a quando la grande fabbrica, a causa della globalizzazione, chiuse i battenti per fare spazio ad una Ipercoop e Pablo, raccolta la piccola liquidazione e recuperato il violino dall’armadio, spinto dalla nostalgia, riprese la strada del ritorno per Barcellona.
Prese in affitto una minuscola, ma dignitosa stanzetta alla periferia della citta’, e riprese a fare quello che sapeva fare meglio:
il violinista di strada.
Con tutto quello che aveva patito e la malinconia piena del suo cuore,
Pablo suonava il violino in maniera struggente ma questa volta, non erano gli uccellini a fermarsi sulla sua spalla, ma le bellissime donne di Barcellona che si bloccavano ipnotizzate, di fronte ai suoi occhi.
Sembravano guardar lontano gli occhi di Pablo, in realta’ erano attentissimi a tutti quegli sguardi, sempre alla disperata ricerca del suo angelo.
Ed un bel giorno si paralizzo’ davanti a lui un angelo di nome Dominique e, con decisione gli blocco’ lo strumento e lo bacio’, come nessuna mai lo aveva baciato sino ad allora, con semplicita’, leggerezza passione ed amore.
Si rifugiarono nella sua stanzetta e Pablo si ritrovo’ ancora una volta bloccato, ma con il desiderio di non far fuggire l’angelo appena ritrovato, ed allora, guardando il violino, ebbe un’ispirazione;
comincio’ ad abbracciare ed accarezzare Dominique come se stesse suonando lo strumento, Dominique era uno stupendo strumento di mogano pregiato e morbide membra, e le mani di Pablo cominciarono ad esercitare la stessa pressione esercitata sulle corde, sentiva fluire da lui tutta la dolcezza della musica suonata e sentita in tutta la sua vita, fuori gli uccellini smisero di cinguettare e Dominique di respirare.
Ecco ora si sentiva pronto per amare per sempre il suo angelo, e una notte di tenera passione scivolo’ sopra Barcellona e sul mondo intero.


marcello


   
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