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 Inaffidabilità del voto elettronico
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Lo scrutinio elettronico? Inaffidabile

ROMA. Lo scrutinio elettronico introdotto per queste elezioni politiche, solo in alcune regioni, dal Viminale, è stato un fallimento, perchè «non dà alcuna garanzia di verifica» ed è «facilmente manipolabile». A lanciare l’allarme è stato Emmanuele Somma, esperto informatico e fondatore di Linux Magazine, oltre che uno scrutatore della Rosa nel Pugno, la lista della formazione politica guidata dai radicali.


«Dal punto di vista informatico e organizzativo la rilevazione elettronica dello scrutinio, nel seggio da me direttamente presidiato (a Roma), può considerarsi un esperimento banale, progettato con pressapochismo istituzionale e assoluta incompetenza tecnologica, realizzato per mimare le procedure manuali senza alcun approfondimento specifico tecnologico» denuncia Somma.


Una sperimentazione che ha significato «un aggravio rilevante» della procedura manuale, e che, «sotto un accurato presidio professionale, rappresenta un totale e sostanziale fallimento dei propri obiettivi». Se questo è una parte, piccola, del prossimo voto elettronico, allora va profondamente ripensato, per evitare la perdita della facoltà di verifica del voto democratico.


«La prima cosa grave di questo sistema - dichiara Somma - è che non esiste nessun decreto o nessuna altra legge che autorizzi la presenza di operatori informatici dentro i seggi indicandone la qualifica e il livello di preparazione. L'unica cosa cioè che questi cosiddetti «esperti informatici» possono mostrare è la fotocopia del loro contratto di lavoro interinale con una società informatica. Possono essere cioè - aggiunge - persone qualsiasi, con un qualsiasi titolo di studio, senza alcuna competenza specifica. In più - prosegue Somma - nessuno, in questi due mesi, da quando cioè è stata annunciata l'adozione dello scrutinio elettronico, ha potuto studiare il programma informatico che sarebbe stato utilizzato».


Poi «ci era stato assicurato - denuncia ancora l'informatico della Rnp - che si trattava di un sistema cosiddetto "a bloccaggio"». Una volta inserito il voto, cioè, non si sarebbe più potuti tornare indietro per intervenire sull'operazione. E invece, quando è stato commesso un errore da parte di questo esperto informatico alla sezione 244 di via Martini a Roma, che ha attribuito per sbaglio 7 voti ai Socialdemocratici, invece che ai socialisti di Bobo Craxi, l'operazione di inserimento dei voti è stata repentinamente corretta. E il presidente di seggio infatti aveva minacciato che, se non fosse stato possibile correggere lo sbaglio, lui non avrebbe concesso il visto di conformità necessario ai fini della validità dello scrutinio».


«Vista la possibilità che potesse venir negato questo via libera - dice Somma - l'esperto informatico ha nel giro di pochi minuti modificato i dati inseriti. E a questo punto è scattata la protesta di tutti gli scrutatori e rappresentanti di lista. E quindi il presidente di seggio ha deciso di negare comunque il visto di conformità per lo scrutinio del Senato».


Per Somma, inoltre, tutto questo ritardo che c'è nelle operazioni di spoglio «è dovuto proprio allo scrutinio elettronico che oltre tutto ha un altro inconveniente: mentre il voto cartaceo può essere controllato in un qualsiasi momento da presidenti di seggio e scrutatori, quello informatico, invece, chi lo rivede, visto che è tutto un sistema criptato?».


Ma anche un altro rappresentante di lista della Rosa nel pugno, Dario Centofanti, lancia le stesse accuse osservando, come fa anche Marco Cappato, che si tratta di un sistema «che non dà nessuna garanzia di verifica».


«Nella sezione dove sono rappresentante di lista - racconta Centofanti - la numero 1930 di via Francesco Cilea a Roma, è successo un episodio piuttosto grave. C'è stato un errore di digitazione nell'inserimento del voto. E noi abbiamo chiesto all'esperta informatica, una ragazza ventenne, come si sarebbe potuto fare per correggere l'errore. Lei, davanti a noi, ha fatto una telefonata, non sappiamo a chi, e ci ha riferito che le era stato detto di lasciare tutto così come era "perchè così va bene"...». (ann.mas.)


tratto da: http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=30&ID_articolo=414&tp=C

   
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