I dubbi sulle schede contestate
Cento giudici per 70.000 voti
di BRUNO PERSANO
ROMA - Non si tratta di ricontare 72 milioni di voti ma verificare se sono fondate le contestazioni su meno di 70.000. Anzi: visto che al Senato il risultato è più netto, il lavoro dei giudici di Corte d'appello potrebbe limitarsi alle 43 mila schede contestate alla Camera. Sono quelle che potrebbero fare la differenza sul risicato scarto tra le due coalizioni di circa 25 mila voti.
Domani inizierà il lavoro di verifica. Le Corti d'appello di tutta Italia hanno mobilitato quasi un centinaio di giudici ed un piccolo esercito di cancellieri. Dovranno verificare se i dubbi sollevati dai presidenti di sezioni sono fondati. Se è giusto o no annullare quelle schede; se l'elettore non ha espresso chiaramente la sua volontà o se per errore, o volontariamente, ha aggiunto alla croce un segno che potrebbe essere di riconoscimento.
I testi legislativi che regolano il lavoro degli Uffici elettorali risalgono all'esordio della Repubblica; via via sono stati aggiornati fino alle norme più recenti approvate appena tre mesi fa. Una cosa è certa: con questa elezione, le preferenze sono scomparse e l'iscrizione del cognome di un candidato di lista accanto al simbolo del partito è motivo di nullità del voto.
Quello che è oscuro è se i giudici dichiareranno nulle le schede che riportano il nome del candidato che già compare sul simbolo elettorale. Berlusconi, Fini, Casini, Mussolini, Di Pietro, Mastella: molti sono i leader che hanno scelto di personalizzare il simbolo. Aggiungere il loro cognome sarà motivo di nullità del voto?
L'esito si inizierà a conoscere da domani ma il buon senso che ha ispirato il legislatore prima, e le commissioni elettorali dopo, sembra far propendere i giudici verso una scelta univoca: se il cognome scritto accanto al simbolo è quello riportato nel simbolo, il voto non sarà cancellato.
Alle Corti d'appello sono giunti i plichi con le schede contestate. L'esame sarà condotto da tre giudici togati alla presenza dei rappresentanti di lista. Inizieranno alle otto di domani e chiuderanno l'ufficio quando tutti i voti non assegnati saranno esaminati. Funzionerà una commissione elettorale circoscrizionale per ogni regione, e un Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione alle quale i partiti potranno fare ricorso se il verdetto dell'ufficio regionale non sarà convincente. Nelle politiche del 2001, alla Corte di Cassazione furono presentati solo 40 ricorsi.
Una cosa però è certa: l'esame non potrà riguardare i voti già assegnati. Quel conteggio è prerogativa del presidente del seggio e degli scrutatori: "Non è possibile ricontare i voti già scrutinati, la legge lo vieta espressamente", spiega Alberto Roccella, docente di diritto pubblico presso l'Università degli Studi di Milano. "L'unica possibilità di riesame - spiega lo studioso - riguarda i voti contestati e non assegnati".
da http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/politica/elezioni-2006-8/voti-contestati/voti-contestati.html