Concerto di Sogni
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 Concertodisogni: un sogno che diventa realtà
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Veronica Pappolla
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Italy
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Inserito - 20/07/2005 :  15:32:36  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Veronica Pappolla
Che rabbia,sono arrivata troppo tardi, cmq qst era un racconto che mi sono inventata per il concorso di giugno, ma essednomi scordata della data di scadenza, sono arrivata troppo tardi!! Fa niente sarà per la prossima volta. Cmq ho deciso di regalarvi lo stesso il mio racconto, mi sono impegnata molto, e ogni sforzo deve essere premiato

Concertodisogni: un sogno che diventa realtà
Un giorno feci uno strano sogno, mi trovavo in casa, ma tutto intorno a me era in bianco e nero e io chiamavo qualcuno disperatamente, chiedevo aiuto e porgevo in avanti un oggetto che avevo in mano, sembrava un quaderno, ma nessuno si girava, nessuno mi sentiva, tutti erano troppo impegnati ad eseguire quello che stavano facendo. Quando mi svegliai aprii gli occhi lentamente e girai la testa verso la finestra. Da fuori il calore di un nuovo giorno irradiava la stanza attraverso i sottili vetri della finestra. Mi alzai lentamente e spalancai la finestra, l’aria mattutina entrò nella stanza sostituendosi all’aria consumate presente nella stanza. Dopo aver osservato per qualche istante il panorama buttai lo sguardo sulla scrivania in disordine. La notte precedente ero rimasta sveglia fino a tardi per scrivere e la scrivania era rimasta come l’avevo lasciata, quaderno aperto, penna stilografica affianco e tutto intorno bicchieri vuoti, fogli accartocciati e buttati distrattamente e alcune fotografie. Riflettei un attimo e subito dopo mi risedetti sulla mia comoda sedia e ricominciai a scrivere. Ad un tratto un rumore mi fece perdere la concentrazione e mi fece osservare l’orologio, avevo scritto per tre ore di seguito, ero stanca, però il mio sforzo era servito, avevo appena finito la mia prima opera. Dopo aver sudato tanto avevo completato un racconto, ma adesso…..cosa dovevo fare? Ero felice, infatti dopo aver chiuso il quaderno incominciai a saltare sul letto sbattendo di qua e di là un cuscino, proprio come una bambina, poi un dubbio mi assalì e mi accasciai sul letto. Abbracciai il cuscino e mi sdraiai, il mio racconto sembrava di qualità, ma cosa avrei dovuto fare adesso? Avevo tanto il desiderio di farlo leggere a qualcuno, di pubblicarlo (ero davvero ambiziosa su quel progetto), di farlo apprezzare a tante persone, ma io non ero nessuno. Mi abbandonai a quei pensieri per un po’, pensai e, dopo aver preso il mio quaderno, scesi correndo le scale e mi diressi dai miei genitori e gli mostrai il mio racconto:
- Mamma….Papà…..guardate cosa ho fatto -
Senza nemmeno dare un occhiata al quaderno la mamma mi rispose:
- Brava…..ma se non ti dispiace adesso noi siamo impegnati, dobbiamo fere dei servizi, stasera o quando lo avrai finito lo leggeremo -
A quel punto mi fece un sorriso
- Ma mamma, io l’ho già finito… -
- Dai, abbiamo detto che lo vediamo stasera -
disse papà in tono seccato
Non un segno di felicità, non un segno di gioia sui loro volti, offesa me ne andai correndo, uscii di casa sbattendo il portone e mi diressi al parco, non so perché lo feci. Arrivata al parco mi sedetti su una panchina nascosta e incominciai a piangere con il quaderno tra le mani. Piansi talmente tanto che le lacrime arrivarono a cadere sul quaderno. Avevo capito il significato del sogno, non avrei mai trovato qualcuno che si fosse interessato alla mia storia, e, cullata dalle frustrazioni, incominciai a piangere ancora di più a testa bassa fino a quando tutto d’un tratto una voce famigliare mi chiamò:
- Sibilla?!?!? Che sorpresa!!! -
Quando alzai la testa mi ritrovai davanti ad una faccia molto conosciuta, ero la persona che mi aveva ispirato, la persona a cui avevo dedicato la mia storia, la persona a cui avevo regalato il mio cuore…..che purtroppo non era ricambiato
- ………Dimitri………… -
- Ma Sibilla cosa stai facendo……perché piangi? -
A quel punto mi asciugai il viso con la manica della maglia, alzai lo sguardo e lo guardai in faccia, ero diventata tutta rossa
- Dimitri……..bè io -
Non riuscii a finire la frase perché Dimitri prese il quaderno che avevo tra le mani e lo lesse:
- Tra le nebbie del mio passato…. Bè il titolo è suggestivo, che cosa è? -
- No, non lo leggere, ti prego –
E’ vero che volevo farlo leggere a qualcuno ma no a lui, quindi mi alzai di scatto per cercare di prendere il quaderno, ma lui teneva il libro più in alto possibile per non farmelo prendere, e ci riusciva benissimo visto che era più alto di me
- Ridammi il mio libro, e subito -
- Ah, allora è un tuo libro, l’hai scritto tu? -
- Sì, ma adesso ridammelo - mentre allungavo le mani per prendere il quaderno presi una storta e caddi addosso a Dimitri facendolo precipitare di sedere a terra. Quando mi accorsi cosa fosse successo mi ritrovai seduta sulla gambe di Dimitri e lo stavo abbracciando mentre lui era seduto per terra mezzo scioccato, con entrambe le mani appoggiate sul terreno. Dopo il primo momento di imbarazzo per entrambi lui mi guardò mi sorrise:
- Lo so che ti piace, ma potresti alzarti, mi stai facendo male, e poi vorrei alzarmi -
Non gli risposi e divenni tutta rossa, aveva indovinato, mi piaceva quella posizione, ma gli ubbidii e mi alzai delicatamente e lo aiutai ad alzarsi.
- Allora Sibilla, cosa è successo? - mi chiese mentre si spolverava i vestiti.
- Bè - gli risposi ancora tutta rossa - Stamattina ho concluso quel libro di cui hai letto il titolo e nessuno sembrò minimamente interessato, o nemmeno felice per me. Lo so, adesso che lo dico a voce alta mi sembra una stupidaggine, ma ci sono rimasta male, ci tenevo che i miei genitori gioissero con me per la conclusione, ma niente indifferenza totale, non hanno capito che questo è il mio sogno e credo di avere le capacità, c’è soltanto un problema: la loro indifferenza non gli aiuterà a capire il mio talento, e se non capiscono il mio talento non possono aiutarmi…..io non posso da sola - Io non sapevo nemmeno più casa dire
Dimitri mi guardò con una faccia strana faccia di cui non capii il significato, però mi fece un sorriso e mi accarezzo la testa.
- Su vieni con me, ho un idea -
Dimitri mi fece segno di seguirlo e mi accompagnò a casa sua.
- Ma Dimitri questa è…. -
- Sì, è casa mia, i miei genitori non ci sono purtroppo ed è per questo che ero andato a fare una passeggiata, ma per il momento accomodati e chiama i tuoi genitori, dì che sei a casa mia e tranquillizzali, staranno sicuramente in pensiero -
Perché mi aveva accompagnato a casa sua? Per di più quando i suoi genitori sono fuori? Mi stavano venendo strane idee in mente quando riflettei, lui sapeva che ero uscita senza avvisare i miei genitori
- Come fai a sapere che non ho avvisato i miei genitori? -
- Conosco troppo bene il mio cucciolo….. -
Dicendo questo mi diede un leggero pizzico sul naso. A quel punto mi indicò un telefono e sparì dalla mia vista. Chiamai a casa e avvisai i miei genitori che mi trovavo a casa di Dimitri, poi chiusi bruscamente il telefono, ancora arrabbiata, e incominciai a guardarmi intorno. Prima che Dimitri interruppe i miei pensieri, osservai attentamente la sua casa, lo specchio del “portafogli” della sua famiglia. Dimitri era il figlio unico di una famiglia benestante; io e lui eravamo compagni di classe dall’asilo.
- Allora devi salire? -
Dimitri mi chiamò da sopra alle scale e io seguii la sua voce che mi portò sulla porta della sua camera. A quel punto pensai “Oh my god, cosa vuole fare questo pazzo”. Prima di entrare ci riflettei per un po’, ma mi abbandonai al caso:
- Allora cosa hai in mente? -
Quando entrai nelle stanza Dimitri si trovava davanti al computer
- Vieni qua e ti spiego, prima di tutto dobbiamo portare in formato digitale la tua storia e poi…..è una sorpresa, comunque io sono veloce a scrivere quindi tu leggi e io scrivo -
Appena mi disse che dovevo leggergli la mia storia divenni tutta rossa e tesa, quello era il libro che avevo scritto con tutto il mio cuori, quel cuore che avevo dedicato a lui da quando ci siamo visti la prima volta, in parole povere quel libro parlava mio amore per lui
- Dai, su, non farò commenti cretini e non riderò……..-
A qul punto il mio cuore mi disse di fidarmi e, nonostante tutta imbarazzata, mi sedetti accanto a lui e incominciai a dettargli la mia storia. Dopo qualche ora finimmo e il suo unico commento fu:
- WOW -
- Ecco, non fare il deficiente - gli dissi
- No, non sto scherzando, quando dicevi di avere talento credevo che ti stessi un po’ sopravalutando, ma avevi ragione, sei sicura di averlo fatto da sola? E’ stupendo -
Dopo un attimo di imbarazzo salvò il documento ed entrò in internet
- Un giorno mentre navigavo in internet ho trovato casualmente un sito che si chiama concerto di sogni. Questo sito è riservato per poeti e scrittori in erba e non che vogliono esporre le loro opere, anche quelle più banali, a tutte le persone che circolano su internet. Devi sapere che io sono un “poeta”, mi piace scrivere poesie, e questo sito mi sembrò una cosa fantastica, allora mi iscrissi e inviai tutte le mie poesie a concerto di sogni e dopo poco qualcuno mi rispose facendomi i complimenti e dicendomi che ero abbastanza bravo per avere la mia età….-
- Allora vuoi dire che vuoi inviare il mio racconto? -
- Esatto, lo faccio con il mio nick, ma sottolineo che è una tua creazione -
- Grazie, grazie tante -
Dopo aver inviato la mia storia Dimitri mi fece conoscere meglio il mondo di concerto dei sogni e vidi che era bellissimo, non solo era un archivio di poesie e di racconti, ma anche di fiabe, favole, e poi c’erano gli spazi per le discussioni, da quelle più semplici e sciocche a quelle più complicate a livello etico……ero file, finalmente avevo trovato un posto dove parlare con delle persone con la mia stessa lunghezza d’onda. Però arrivò il momento di andarmene, salutai Dimitri e mi incamminai verso casa quando Dimitri mi chiamò, mi abbraccio e mi disse sotto voce:
- Sei sempre la benvenuta a casa mia, vieni di nuovo così potremmo discutere su quello che hai scritto ……- A quel punto mi diede un bacio sul collo e corse dritto verso casa. Durante il viaggio di ritorno non feci altro che pensare a quella scena e a toccarmi il collo, non ci credevo, non poteva essere vero. Dopo mangiato mi sdraiai sul letto e controllai il cellulare, non lo facevo mai, ma quella volta ci trovai una sorpresa, Dimitri mi aveva inviato un sms, lo lessi e diedi un di gioia, qualcuno aveva risposto al messaggio che aveva lasciato sul sito di concerto di sogni. Il messaggio era dell’amministratore Beppe che si complimentava con me per la tecnica e per la trama del racconto, e aveva scritto anche che se mi fossi impegnata un po’ di più avrei potuto diventare qualcuno, ma per il momento andava bene così perché già per la mia età ero stata brava. Quella notte non riuscii a dormi tanta era la felicità,, nella mia mente risuonavano quelle parole dette da Beppe: un giorno potresti diventare qualcuno. Dopo un po’ chiusi gli occhi, stanca della giornata passata e mi feci cullare dalla felicità e dalla spensieratezza fino a farmi accompagnare nel regno di Orfeo dove sognai tanta gente che mi sorrideva e che mi abbracciava, che mi diceva: Brava…….. complimenti…….
Prima di tornare nel mondo reale notai il cartellino di un uomo, c’era scritto:
Amministratore
Beppe
Mi svegliai, ma non aprii gli occhi, volevo imprimermi nella mente quella scena. Poi dolcemente gli aprii, mi alzai dal letto e mi specchiai allo specchio della camera, poi rivolsi lo sguardo alla scrivania e, vedendo il quaderno ancora con la copertina tutta bagnata, mi ricordai quello che era successo il giorno precedente, e capii.
Riguardai la mia figura riflessa allo specchio e mi dissi: no, quello non era un sogno, ma la realtà.
Avevo sognato la mia famiglia……..la mia famiglia concertista che festeggiava insieme me una vittoria. Davanti a me si prospettava un meraviglioso futuro e grazie agli incoraggiamenti di Dimitri e dei miei amici concertisti quel futuro non era tanto lontano come sembrava.

(Come al solito) Commentate!!!!!!!
Fatelo perchè è molto importante per me, così mi aiutate a migliorare e a raffinare il mio stile, capendo cosa non va, mi sforzerò a cambiare


Yuina la sognatrice

   
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