Una premessa.

Amareggiata da tanti anni di solitudine e abbandono da parte di tutti, sola con un bimbo ad affrontare situazioni più grandi di me, posso godere di un po' di tranquillità e una relativa sicurezza. Il bimbo è cresciuto, lavora e ho una casa. Non ho nulla di cui lamentarmi.
Due mesi or sono avrei dovuto recarmi all'Istituto dei Tumori per asportare un minuscolo melanoma. Non mi presentai perchè avevo confuso la data con quella della Emma, in cui lei avrebbe dovuto fare una visita medica. Mi arrabbiai moltissimo per la mia stupidità e dovetti andare al pronto Soccorso per il cuore.
Dopo le scuse di rito l'intervento venne roimndatoal 4 aprile.

La Emma, che ha pure lei i suoi problemi come ognuno di noi,da quel momento cerca di aiutarmi scrivendo sul SUO calendario le MIE visite mediche, arrivando a volermi accompagnare alla visita di controllo proprio lunedì 18 aprile.
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Il racconto di Marcello
Incontri ravvicinati, ma non troppo

http://www.concertodisogni.com/mp/link1.asp?TOPIC_ID=11360

Lunedì 18
alle 13,45 Emma mi chiamò dal suo cellulare a casa mia per comunicarmi l'indegno ritardo del tram n. 5, che io chiamo Ortica Express, il vecchio tram del 1928, migliore di quegli orrbili così tutti "vonci" che ci hanno rifilato per integrare la linea che ora si sviluppa fino al parco Nord ( Cusano Milanino e Niguarda).

Avrei dovuto presentarmi tra le 14 e le 15 per la medicazione e la visita medica . Da casa mia all'Istituto ci sono cinque minuti a piedi.

Al capolinea dell'Ortica c'erano fermi ben quattro tram, tutto il parco mezzi che fa il giro fino a Niguarda e ritoro.
Dovere raggiungere l'altro capolinea e tornare per caricare i passeggeri a quattro fermate da qui...a meno che uno di questo cessasse il servizio e ne entrasse uno da via Leoncavallo , accorciando i tempi d'attesa. Mi rassegnai ad attendere .
Alle 14, 30 finalmente ecco il vecchio tram, che assomiglia al vecchio Focabarbisa che rinfrescava le strade in estate.

Nel frattempo io mi ero portata alla fermata prima del capolinea, in modo da tagliare per via Tajani, essendo rimasto poco margine di tempo a disposizione. Lunedì poi era una odiosa giornata di vento, fredda e ingannevole, con quello che io chiamo "sole ammalato" e mi sentivo terribilmente irritata.

Naturalmente dovetti ficcare la testa dentro il tram, guardare velocemente e chiamare a gran voce la Emma, ho dovuto "vosà come on strascée" per farmi sentire e vedere.

Naturalemte avevo dimenticato il cellulare a casa, che mi avreebbe evitato la sceneggiata.

Sul tram c'era anche il nostro Marcello, cugino di Emma, che ci ha visto e chiamato...
Non ho avuto le visioni quando ho sentito una voce fare il nome mio e della Emma, mi pare anche di avere intravisto una persona, ma eravamo terribilmente in ritardo.
Ieri io e la Emma ci siamo divertite a leggere il racconto in Racconti