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 I quarantanove cucchiaini
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Roberto Mahlab
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Inserito - 31/07/2004 :  23:49:24  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Uno dei gusti della vita e' per me leggere la quindicinale New York Review of Books, avvincenti articoli dei maggiori scrittori e giornalisti si alternano a pagine che pubblicizzano i nuovi titoli appena comparsi oltre Atlantico e che appariranno tra breve nella nostra Europa.

La torrida giornata di fine luglio mi ha fatto decidere di leggere la rivista seduto su una panchina al parco, all'ombra e all'aria fresca dei grandi alberi sempre verdi. Un momento ideale, da condire con una delle tante squisitezze di cui sono ghiotto, ho solo l'imbarazzo della scelta, che cosa puo' accompagnare l'articolo sulla storia del Brasile del seicento, il discorso con cui Abramo Lincoln scese in campo contro la schiavitu', la vicenda di un naufragio nell'ottocento, un reportage dall'India e uno dal martoriato Sudan? Una barretta di ciccolata? troppo caldo, si sciogliera'. Un pacchetto di anacardi salati? sarei tormentato dalla sete. Biscotti? Patatine? con l'estate che ha svuotato la citta' i prodotti rimasti sui banconi dei negozi alimentari non sono freschissimi.

Percorro le corsie del supermercato per farmi venire un'idea ed ecco all'improvviso la soluzione, un bello yogurth alla frutta, ce ne sono di tutti i tipi, con le mele, l'ananas, le albicocche, i lamponi, ma le confezioni sono da dodici, da otto, da quattro, sarebbe un peccato sprecarli. Ecco pero' una offerta di prova, una confezione da due barattoli di yogurth alla ciliegia, attraverso la plastica trasparente mi pare irresitibile e li prendo. E tutto contento mi avvicino alla cassa. Mi fermo. Come li mangio? ho bisogno di un cucchiaio, devo trovare un cucchiaio in un supermercato. Mi concentro e mi scoraggio, dovro' rinunciare all'idea dello yogurth. Ma, mentre rimetto al suo posto la confezione, mi accorgo che piu' in alto c'e' uno scaffale con dei giochi per bambini, tazzine con i disegni degli eroi dei fumetti e set completi di tre posate per le bambole, ci sono forchettina, coltellino e cucchiaino. Costano un occhio, tre euro, sono rosa e sono decorate con l'immagine di un personaggio di un cartone giapponese, una ragazzina con uno zainetto in spalla. Un sacrificio necessario per quello yogurth e, badando bene di non essere visto dagli altri acquirenti, tiro giu' dal bancone il set, pronto a giustificarmi e ad inventarmi che lo yogurth e le posate sono per una bimba che ho adottato e che mi aspetta a casa affamata. "E che legge la New York Review of Books, vero?", sbianco al pensiero dell'osservazione sarcastica che mi indirizzerebbe la cassiera. Cosi' rimetto a posto il set di posate e mi rassegno all'unica soluzione possibile e che avevo tentato fino a quel momento di allontanare dalla mente. Cucchiai di plastica.

Il difetto delle posate di plastica e' che le confezioni minime sono da cinquanta pezzi. Ma se quello yogurth alla frutta e' buono come sembra, potro' ammortizzare i cucchiaini con altre quarantanove confezioni da portarmi al parco con ciascuna delle quarantanove uscite della mia rivista preferita, un quindicinale, dunque yogurth per i prossimi due anni, e tutte quelle posate per mezzo euro, un investimento. Se alla cassa mi guarderanno incuriositi perche' ho comprato una confezione da due yogurth e una da cinquanta cucchiaini, mi inventero' una tristissima storia di cinquanta bambini affamati che ho adottato e che si devono accontentare di dividersi due yogurth alla ciliegia per la cena.

Mi metto in fila e aspetto che il cliente che mi precede posi i suoi acquisti sul lungo piano della cassa che avanza automaticamente, dietro di me si forma una fila di persone che tengono, come me, quanto hanno comprato nelle mani. Qualcuno suda sotto il peso, molti mi guardano storto. "Se lei non mette i suoi acquisti sul piano in movimento, non lo fa nessuno, coraggio, di che cosa ha paura?" La voce della cassiera ha un tono di soffice rimprovero. "Non osavo, ho solo due cose". "Ha condizionato l'intera coda", sospira gentilmente la donna e mi prende di mano yogurth e cucchiai e odo un sospiro di sollievo proveniente dalla signora dietro di me che non ne poteva piu' di tenere in mano il pacco di sei bottiglie d'acqua che puo' finalmente posare sul ripiano scorrevole.

"Vorrei anche un sacchetto per favore", andare in giro per la citta' con rivista, yogurth e pacchetto di cucchiai nelle mani mi farebbe sentire in imbarazzo. E ho bloccato cosi' di nuovo la coda, e' un problema che mi perseguita, non riesco mai ad aprire i sacchetti di plastica del supermercato, le due facce sembrano sempre incollate, la cassiera si prende il viso tra le mani e pare singhiozzare, i clienti in coda guardano nervosamente me e i loro orologi. La signora del pacco di bottiglie mi si avvicina e osservandomi severamente occhi negli occhi prende il sacchetto e lo apre in un batter di ciglia. "Grazie", deglutisco.

Libero, volo verso il parco, la mia panchina preferita vicino alla fontana. Appoggio sulle ginocchia la rivista, apro uno dei due yogurth, strappo il pacchetto e prendo un cucchiaino e in un istante mi rendo conto che tutte le disavventure della giornata valevano quel momento. La recensione dell'opera di Hoffmann, un autore tedesco di cui apprendo la vita e gli scritti e la traduzione in inglese del libro che uscira' con il titolo "Lichtenberg and the little flower girl", il cucchiaino che si intinge nel succo di ciliegia che ricopre lo yogurth e poi il suo sapore squisito, una brezza di aria fresca sotto gli alberi e l'acqua della fontana che si innalza.

Una bellissima ragazza bionda mi osserva, seduta su una panchina vicina, deve avere l'aquolina in bocca, me ne accorgo e arresto per un attimo il moto del cucchiaino, le lancio uno sguardo deciso e lo riporto alla bocca. "Me lo sono guadagnato, baby", mormoro spietato mentre lei, facendo spallucce, si alza e si allontana sotto i pini.

Una pagina della rivista e' dedicata alla prossima ristampa di un'opera di Ernest Hemingway, "i quarantanove racconti".
Mentre al fresco tramonto di un caldo giorno di luglio in un parco, a me sono rimasti quarantanove cucchiaini.

Roberto

   
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